VIVERE LA PROSPERITÀ IN UN PERIODO DI CRISI

Gurdjieff

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“Vorrei dare inizio a questo articolo partendo da una considerazione circa il grande fraintendimento che si è creato intorno al lavoro di Gurdjieff. Questo bizzarro personaggio non ha mai fondato delle scuole atte a trasmettere una conoscenza, ma si è sempre sforzato di creare veri e propri “laboratori alchemici” attraverso l’utilizzo di materiale umano vivo… o, almeno, sedicente vivo. Di trasmettere un metodo in maniera sistematica non si è mai curato, e ne è testimonianza il fatto che, nonostante abbia lavorato per decenni e scritto per diversi anni, noi oggi siamo alle prese unicamente con dei “frammenti” del suo insegnamento, e questo vale anche per quei gruppi che sono collegati ai suoi studenti – russi, americani o francesi che fossero – per discendenza diretta. Non esiste nessuno al mondo che può vantarsi di possedere “il metodo”. Non esistevano scuole di Gurdjieff o di Quarta Via quando lui era in vita e a maggior ragione non ne sono mai esistite dopo la sua morte.
Se non possediamo un insegnamento completo è perché lui non ha voluto che lo possedessimo, non certo perché si è distratto e gli è sfuggito di mente!”
[… … …]
Questo è l’incipit del mio articolo “I laboratori alchemici di Gurdjieff” che compare sul numero 10 della rivista Oltreconfine – Cronache dai mondi visibili e invisibili. Io non ci guadagno niente a parlare bene di questa rivista, ma lo faccio volentieri perché conosco i ragazzi che la editano e la considero attualmente la migliore rivista del panorama italiano in fatto di temi esoterici. Nel loro sito potete acquistarla in versione digitale oppure guardare nell’elenco dei rivenditori della vostra regione e procurarvene una copia cartacea (ve lo consiglio vivamente; io sto collezionando tutti i numeri).
Questo numero della rivista è dedicato alla figura di Gurdjieff, per cui la redazione mi ha chiesto di scrivere un articolo sul famoso alchimista e maestro di danza armeno che ancora oggi viene scambiato per un guru spirituale.
Gurdjieff è (quelli come lui non muoiono mai) uno dei più grandi alchimisti che siano mai vissuti; la sua grandezza è pari a quella di Nicolas Flamel, Cagliostro e Paracelso che hanno fatto la storia sia della Magia che dell’Alchimia. Da pagina 200 a pagina 215 dell’edizione italiana di Frammenti di un insegnamento sconosciuto di Ouspensky c’è la spiegazione più completa e precisa che io abbia mai letto delle tappe essenziali del lavoro alchemico e di come ottenere l’immortalità per mezzo della fabbricazione dell’anima. Pur essendo il libro di Ouspensky solo una raccolta di frammenti, tuttavia in quelle quindici pagine è riportata una spiegazione più esauriente che su mille altri indecifrabili – e molto più incompleti – testi di Alchimia. Sarebbe disonesto da parte mia non aggiungere che comunque, per comprendere quelle quindici pagine, è necessario leggere più volte tutto il libro e leggerne molti altri ancora.
Posso tranquillamente affermare che i miei primi tre libri sono stati scritti per spiegare e rendere accessibili al maggior numero di persone possibile quelle quindici pagine.
Detto questo, non può esistere un Insegnamento di Gurdjieff o di Quarta Via codificato e sempre uguale a se stesso. Se quelle quindici pagine venissero spiegate oggi con la stessa energia con cui le spiegava Ouspensky all’inizio del secolo, non sortirebbero  più lo stesso effetto. Eppure la maggior parte delle cosiddette “scuole di Quarta Via” o “scuole di Gurdjieff” fanno proprio questo: un viaggio a ritroso nel tempo.
Sia bene chiaro che i principi dell’Alchimia sono rimasti gli stessi e quelle quindici pagine sono sempre preziose, ma vanno spiegate con l’energia del risveglio del 2013, non con quella di Ouspensky negli anni ’40!
L’Insegnamento di Gurdjieff era risvegliante per chi lo ascoltava, perché veniva esposto da Gurdjieff. Era il suo magnetismo a svegliare le persone, non i principi dell’alchimia codificati. E i suoi allievi diretti, come Orage e Ouspensky, erano a loro volta risveglianti per i loro seguaci, nella misura in cui erano in grado di irradiare lo stesso magnetismo.
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
 

 

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