Sostituiti da un bengalese

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Più di una persona mi ha detto durante i corsi: «Prima le macchine, poi l’immigrazione con il lavoro a basso costo e adesso anche l’intelligenza artificiale, tolgono e toglieranno sempre più posti di lavoro ai cittadini. Bisogna lottare per fermare questa tendenza o si arriverà a una crisi globale, dove chi non ha niente ruberà a chi non ha quasi niente, mentre i ricchissimi del pianeta guadagnano sempre, da ogni situazione!»

Da interventi come questo si evince che molti di voi non hanno ancora capito quale direzione ha preso il lavoro in Occidente e quanto poche siano le speranze di invertire tale direzione. Non è che sia sbagliato il progresso di per sé, siete voi che entrate in conflitto con la vostra epoca, perché pensate, agite e lavorate sullo stesso piano di una macchina! Chiunque svolga un lavoro CHE PUÒ ESSERE SVOLTO DA UNA MACCHINA o da un cinese, un indiano, un bengalese, un pakistano o dall’intelligenza artificiale… prima o poi lo perderà. Non c’è modo di ovviare a questo destino.

[Lo dico scherzando, ma neanche troppo: vi siete accorti che persino nello spaccio e nella prostituzione è avvenuta questa sostituzione? Le nostre prostitute e i nostri spacciatori sono stati in larga parte sostituiti dagli stranieri: marocchini e algerini si occupano dell’erba e dell’hashish, i neri si occupano di coca ed eroina, i rumeni sono specializzati nella prostituzione, nei furti nelle case, nei lavori di edilizia e nell’assistenza agli anziani. La prostituzione è oramai appannaggio dell’est, ma vi ricordate quando invece negli anni ’90 le prostitute erano tutte nere? Non si trovava una bianca nemmeno a pagarla a peso d’oro! I cinesi fanno i negozianti e le estetiste, i bengalesi e i pakistani fanno i rider (che in italiano sarebbero i fattorini che portano le pizze) le filippine fanno le COLF, acronimo che indica le COLlaboratrici Familiari). Vi assicuro che ci si potrebbe scrivere un libro sulle ragioni esoteriche per cui certi mestieri vengono svolti bene da alcune etnie e non da altre e sul perché vengono svolti in determinati periodi storici e non più in altri.

Ho scoperto, grazie al docu-film The Cleaners – Quello che i social non dicono (2019) che il lavoro di “moderatori di contenuti” – cioè rimuovere video e foto troppo violenti o con contenuto sessuale da Google e Facebook – viene svolto principalmente da giovani filippini. Il film è ambientato a Manila e mostra la realtà di questi giovani che lavorano in queste stanze enormi e dedicano molte ore al giorno a rimuovere video e foto, riempendosi la testa del peggio che è in grado di produrre l’umanità… finché non vanno fuori di testa a causa della sovraesposizione a contenuti violenti. Le filippine fanno le COLF e i filippini fanno i cleaners per le piattaforme più famose, non può essere una coincidenza. C’è qualcosa nelle loro qualità animiche che concerne l’aiutare a ripulire ciò che è sporco.

Non fraintendetemi, non sto parlando male di nessuno e non sto giudicando male nessuno, e nemmeno sto affermando che tutti gli algerini fanno… … o che tutti i rumeni fanno… … o che tutti i filippini fanno… … ecc. ecc. Mi sto limitando a riportare quanto accaduto in questi decenni sul piano sociale. Poi ognuno rende conto a Dio di ciò che fa o non fa della sua vita.]

A me preme farvi capire che sia l’immigrazione che le innovazioni tecnologiche non potranno essere fermate, e sempre di più influenzeranno la disponibilità di posti di lavoro. Amazon, già da diversi anni sta sperimentando il braccialetto sugli operai di magazzino, per monitorare i tempi e gli spostamenti. Questo accorgimento riguarda l’efficienza della mansione: sempre più lavoro in sempre minor tempo. Possiamo essere d’accordo o meno, ma Amazon è un’azienda, quindi deve fatturare sempre di più (come le multinazionali farmaceutiche o quelle delle armi). È inevitabile che a un certo punto quegli operai di magazzino vengano sostituiti da robot.

Infatti, la stessa Amazon è già andata oltre: la Kiva System (Amazon Robotics) sta rivoluzionando i giganteschi magazzini di Amazon: dove in passato centinaia di magazzinieri correvano da una parte all’altra del deposito, oggi cominciano a comparire dei piccoli robot che si muovono tra gli scaffali, con una sincronia perfetta, come in una danza. Molto presto tutti i magazzini del mondo saranno così: niente più operai, solo robot… che non sbagliano, non si stancano, non vogliono le ferie, non si lamentano se gli metti un braccialetto al polso.

È giusto? È sbagliato? Non lo so. Sicuramente è a questo che dobbiamo prepararci, perché sarà inevitabile. I lavori meccanici saranno svolti unicamente dalle macchine oppure delocalizzati in Asia oppure li svolgeranno i neo-schiavi immigrati che affluiscono in Europa e lavorano per 10 euro al giorno. La deportazione di queste persone per farne manodopera a basso costo in tutte le sfere del commercio – compreso furto, spaccio e prostituzione – viene chiamata “accoglienza” dagli esperti di neo-lingua!

E voi? Che lavoro state svolgendo?

Questo è il punto.

Tutto ciò, come sempre, è voluto dalla Vita, perché ha uno scopo evolutivo. Se non cresci, se non ti inventi un lavoro creativo, UN LAVORO DOVE L’ASPETTO CREATIVO UMANO FA LA DIFFERENZA, negli anni futuri sarai schiacciato da questi cambiamenti inevitabili. La Vita non vuole il nostro male, vuole sempre il nostro bene. Se il tuo scopo fino ad oggi è stato la pura sopravvivenza – portare i soldi a casa e farti gli affari tuoi – sarai sostituito da una macchina, che non chiede nulla, o da qualcuno che può sopravvivere con meno soldi di quelli che chiedi tu.

Passare le proprie ore a preparare pacchi in un magazzino non è un lavoro da essere umano e a un certo punto gli esseri umani non lo svolgeranno più.

Ed è giusto così.

I prossimi anni saranno difficili, ma mai inutili.

Il vostro Scarasaggio bengalese

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

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