I
ragazzi di Spazio
Interiore Edizioni mi hanno chiesto di scrivere la Prefazione a Il
libro americano dei morti di E.J. Gold, che è anche il famoso autore di La macchina biologica umana. Essendo
Gold uno dei miei autori preferiti ho immediatamente accettato. Per cui adesso
questo libro gode della mia Prefazione, oltre che dell’Introduzione dello
psicologo cileno Claudio
Naranjo e della Postfazione del neuroscienziato statunitense John
C. Lilly, la cui vita avventurosa, come scrivo nella Prefazione, sarebbe
sufficiente a far entrare una persona in uno stato di coscienza alterato (alla
sua vita è ispirato il film Stati di
allucinazione).
Il libro americano dei morti non è altro che il Libro tibetano dei morti adeguato al
linguaggio occidentale in virtù dell’ironia di Gold. Un testo costantemente ripubblicato in America a
partire dal 1974 in
varie edizioni, utilizzato in corsi universitari sulla morte e sul morire e
adottato in ospizi e ospedali di tutto il mondo. È stato tradotto in più di 15
paesi, ed è ormai considerato un classico.
Se
guardiamo alla pratica si tratta di aiutare il morente prima, durante e dopo il
trapasso attraverso un programma di 49 giorni di letture lunghe tra i 10 e i 20
minuti. Ma, come faccio notare nella Prefazione, il libro può e deve essere
letto anche su un altro, più profondo, livello: tutto ciò che riesco a superare
quaggiù prima della morte, rappresenterà un problema in meno dopo la morte. I
“demoni” che sarò riuscito a sconfiggere da questa parte, si terranno lontani
da me dall’altra parte.
Dopo la
morte è possibile – in alcuni precisi momenti di passaggio, che vengono
descritti nel libro – conseguire la fusione con l’Uno e non tornare più a
reincarnarsi. Per poter fare questo è però necessaria una Presenza a se stessi
di portata eccezionale, una qualità dell’essere che non ci viene regalata con
il passaggio nell’aldilà, ma deve essere fabbricata nell’ “aldiqua” giorno per
giorno per mezzo dei relativi esercizi e grazie all’apertura del Cuore.

Le mie
capacità da “questa parte” definiscono le mie possibilità “dall’altra parte”.
Chi
sono i demoni se non le personificazioni astrali delle mie paure. È possibile
che oggi non esistano più uomini o donne senza paure?
In ogni
caso la lettura del Libro dei morti
al capezzale del morente – qualunque sia il suo livello di preparazione – serve
proprio a ricordargli le sue
possibilità affinché non si perda nell’oblio della meccanicità, ma sfrutti i
momenti più propizi per compiere il Grande Balzo e gettarsi nell’Uno.
Io
dalle vendite del libro non ci guadagno nulla, ve lo consiglio e basta.
Salvatore Brizzi
NON DUCO DUCO
(non vengo condotto, conduco)
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31-01-02 Febbraio – TORINO Satsang con l’illuminato BODHI AVASA per maggiori info: Pagina facebook dell’evento .
08-09 Febbraio – MILANO Convegno VOCI DAI MONDI partecipano Salvatore Brizzi, Igor Sibaldi, Gian Marco Bragadin.
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