Quando leggo di persone arrabbiate perché si sentono discriminate a causa dell’obbligo della carta verde, mi è subito chiaro che – a causa di un’impietosa Legge dello Specchio - deve trattarsi di persone pronte a giudicare e a discriminare a loro volta. E la conferma è giunta puntuale: di recente alcuni relatori hanno accettato di lavorare anche per organizzatori che chiedono la carta verde e questo ha provocato una reazione piuttosto accesa in tutto il nostro ambiente. Molti si sono mostrati piuttosto intolleranti verso questi relatori, i quali hanno preso le loro decisioni spinti dalle motivazioni più diverse.
Quando mi avete chiesto: «Ma Brizzi, tu cosa ne pensi?» io ho sempre dato risposte su questo tono: «Ci sono due vie che ci consentono di campare più di cent’anni: una è seguire il regime alimentare proposto da Adriano Panzironi, l’altra è farsi i cazzi propri! Io pratico entrambe le vie».
Vi rammento quanto sia rischioso andare “in casa di un altro” a dirgli quale sarebbe il comportamento più corretto da seguire in una data situazione. Non sappiamo quale sia il percorso dell’anima di ciascuno e, soprattutto, non sappiamo quale sia la motivazione che spinge una persona a comportarsi in un dato modo. Possiamo decidere di continuare a seguire o meno qualcuno, ma non abbiamo il diritto di dirgli come si sarebbe dovuto comportare.
Mi sono chiesto in questi giorni: dal momento che se non hai la carta verde non ti fanno entrare in ospedale ad assistere i tuoi parenti (puoi solo accompagnarli e fare la registrazione), se io dovessi avere un genitore o un figlio che sta male, che magari sta molto male e sta per andarsene... la farei la carta verde? La farei eccome, mi sono risposto. Non farei la malefica punturina, quindi sarei costretto a farmi tamponare ogni 48 ore per poter accedere all’ospedale, ma farei qualsiasi sacrificio per poter assistere quella persona che sta male o che sta morendo. Il punto è che molto probabilmente creerei una realtà alternativa, di cui adesso non posso nemmeno immaginare gli sviluppi, ma in linea di principio non posso escludere niente. E in questo caso, chi fra di voi verrebbe da me a dirmi: «Brizzi, sei un traditore! Brizzi, hai ceduto al sistema! Brizzi, sei come tutti gli altri!»?
Capite l’assurdità del giudicare la vita e i comportamenti di un’altra persona?
Recita un vecchio detto indiano: «Prima di giudicare una persona, cammina per tre lune nei suoi mocassini». Se non sai cosa sta vivendo e cosa sta soffrendo l’altro... non puoi giudicare i suoi comportamenti.
SIATE VIGILI E NON SIATE SEVERI CON IL VOSTRO PROSSIMO, poiché la vita è bizzarra e fondamentalmente ironica, per cui
prima o poi vi mette nelle condizioni di vedere il mondo dal punto di vista di colui che
avete giudicato. E allora, con lo stesso giudizio con il quale giudicate gli altri, vi sentirete giudicati dagli altri e con la stessa severità con cui guardate gli altri, vi sentirete guardati da loro.
Salvatore Brizzi
[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]
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