Lavoro su di sé e repressione

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Innanzitutto distinguiamo tra le due ottave di uno stesso fenomeno: DOMINIO e REPRESSIONE.

Il dominio avviene a partire dall’alto, poiché si sviluppa VERTICALMENTE. L’imperatore domina, il faraone domina. Ciò avviene quando chi domina è evolutivamente superiore a coloro che vengono dominati. Il dittatore è costretto a reprimere il popolo in maniera violenta, poiché agisce ORIZZONTALMENTE, si trova cioè sullo stesso piano di coloro che vuole tiranneggiare.

[detto per inciso, anche una democrazia può diventare tirannide, e la violenza può non essere quella delle armi, bensì quella delle leggi e del controllo tecnologico].

L’anima esercita il dominio, mentre la personalità (nello specifico, la mente) esercita la repressione. L’anima domina dall’alto in quanto è superiore, mentre la mente vorrebbe costringere il resto della personalità (emozioni e corpo) a obbedirle, ma essendo la mente sullo stesso piano orizzontale di emozioni e corpo, da questo comportamento non può scaturire nulla di buono. Chi viene tiranneggiato, farà di tutto per liberarsi.

Questa è la grande differenza tra un lavoro di aspirazione verso ciò che è superiore o di repressione verso ciò che si trova sullo stesso piano.

La critica principale che viene portata ai corsi di risveglio – e al lavoro su di sé in generale – è che questo sfocia spesso nella repressione delle emozioni. Tale critica nasce da un fraintendimento: l’incapacità di distinguere tra il DOMINIO e la REPRESSIONE.

Nei nostri corsi si insegna L’IDENTIFICAZIONE CON L’ANIMA, non la repressione della personalità. Più ci identifichiamo con l’anima più il dominio dei nostri corpi diviene naturale e non-repressivo (repression free). I corpi si sottomettono spontaneamente alla progressiva acquisizione di potere da parte dell’anima.

NOI RAFFORZIAMO L’ANIMA E LA PERSONALITÀ DIVENTA PIÙ OBBEDIENTE COME CONSEGUENZA.

Per mezzo di esercizi basati sulla PRESENZA A SE STESSI, si provoca la “fabbricazione del corpo di gloria (il corpo causale) e una progressiva identificazione della nostra coscienza con l’anima.

Gli sforzi di chi lavora correttamente su di sé sono orientati a:

Rendere più stabile la PRESENZA NEL QUI E ORA, attraverso gli esercizi (aspetto Volontà);
Studiare le leggi dell’apparato psicofisico, sia per mezzo dello studio teorico che, nella pratica, per mezzo dell’auto-osservazione (aspetto Intelligenza);
Provare compassione per noi stessi e per gli altri, attraverso lo studio e l’applicazione del Vangelo e dell’Agni Yoga (aspetto Amore).

Il fraintendimento circa la direzione verso cui vanno indirizzati gli sforzi è del tutto normale, sia in chi non ha mai praticato il lavoro su di sé sia in chi è all’inizio del lavoro stesso. Il problema sussiste se tale incomprensione prosegue negli anni. Se lo studente ha la percezione di stare reprimendo la propria personalità, è meglio che abbandoni il lavoro, almeno per adesso, perché vuol dire che non sta indirizzando correttamente le sue energie: in altre parole, sta dando sempre più energia ai meccanismi della sua personalità, non riesce cioè a guardarli con sufficiente distacco.

LA QUESTIONE DELLA DISCIPLINA

L’attività che svolgiamo in palestra può essere definita repressione?

L’allenamento delle arti marziali può essere definito repressivo?

Quando ti alleni per ore per diventare bravo a giocare a scacchi, stai reprimendo la tua mente, impedendole di vagare dove lei vorrebbe?

Se decidi di non bere una bottiglia di whisky al giorno o a non mangiare più zuccheri, ti stai reprimendo?

Il punto non è COSA state facendo, ma LO SCOPO con cui lo state facendo.

Imparando a gestire e tre corpi dell’apparato psicofisico abbiamo solo da guadagnarci, sia dal punto di vista materiale (successo nello studio, successo sul lavoro, salute fisica, ecc.) sia dal punto di vista spirituale, in quanto la GESTIONE DEI CORPI favorisce l’identificazione con l’anima: se i corpi fanno chiasso tutto il giorno… non riusciremo a sentire LA VOCE DEL PADRONE, cioè l’anima.

Perché non dovremmo disciplinare le nostre EMOZIONI e la nostra SESSUALITÀ, così come facciamo con i muscoli e con la mente? Avete idea di quali incredibili vantaggi possiamo ricavare nella vita da un emotivo e un sessuale almeno parzialmente disciplinati (la disciplina totale dei tre corpi appartiene solo ai maestri di quinta iniziazione)?

Qual è la linea di confine tra REPRESSIONE e DISCIPLINA?

Lo si impara con la pratica, attraverso anni di auto-osservazione. Io l’ho imparato così.

Uno utile spunto ci viene dal “baffone” armeno: NON ESPRIMERE ALL’ESTERNO LE EMOZIONI NEGATIVE. Non diceva di non provarle, il che sarebbe impossibile, bensì di non esprimere, per esempio, il proprio disappunto attraverso gesti, movimenti del corpo, tono della voce e parole.

Rifletteteci.

Buon Lavoro a tutti.

Il vostro Scarasaggio, un po’ represso e un po’ disciplinato

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

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