lunedì 15 aprile 2024

Osho Rajneesh e la sua avventura americana

 

Vi presento un lungo articolo, che per un attimo mi ha fatto addirittura pensare di scrivere un breve libro sull’argomento. Ma per adesso credo sia sufficiente trasmettervi le principali informazioni e i miei relativi commenti.

In questi giorni sono finalmente riuscito a completare la visione della docu-serie di Netflix Wild Wild Country incentrata sull’avventura di Osho e della sua comunità in Oregon.

Bhagwan Osho in Rajneeshpuram

Alcune delle informazioni che vi riporto derivano da racconti di sannyasin (i seguaci di Osho) che ho conosciuto in questi ultimi 27 anni (se contiamo anche i sette anni in cui ancora non insegnavo, ma frequentavo assiduamente l’ambiente della spiritualità). Mi è capitato che alcuni sannyasin venissero a frequentare i miei corsi, altri sono solo passati ad assistere alla prima lezione, giusto per capire di cosa si trattava; in queste occasioni abbiamo avuto qualche scambio. Alcuni di loro avevano visto Osho di persona almeno una volta, altri sono stati allievi di allievi.

Altre informazioni me le ha fornite direttamente... udite udite... Victoria Ignis, anche perché in quegli anni lo scandalo americano della comunità di Osho e la sua successiva morte erano ancora avvenimenti recenti... e io ero curioso di conoscere il punto di vista di Victoria Ignis su un personaggio che negli anni ’80 compariva spesso sui giornali americani.

Un’altra ottima fonte di informazioni è stato, per l’appunto, questo documentario, Wild Wild Country.

 

Bhagwan Rajneesh (1931 – 1990) è stato un grande “maestro” spirituale indiano. Sia in India che in America è sempre stato conosciuto come Bhagwan, mentre Osho è un nome che ha cominciato a utilizzare solo un anno prima di morire, tuttavia questo è il nome con cui è passato alla storia. Permettetemi l’utilizzo del termine maestro, anche se di solito lo riservo ai maestri della Gerarchia di Shamballa. Tecnicamente, lui era un guru, quindi non un iniziato della Scienza dell’Anima proveniente da Shamballa, ma un maestro illuminato con una visione non-duale della vita. In altre parole, era più simile a Nisargadatta e a Ramana Maharshi che a Gurdjieff, Aivanhov o Gesù. Detto questo, popolarmente vengono tutti chiamati maestri in maniera indistinta.

[avviso ai sannyasin in ascolto: NON STO PARLANDO MALE DI OSHO. MI È SEMPRE PIACIUTO. STO SOLO FACENDO DELLE DISTINZIONI TECNICHE CHE POSSONO ESSERE UTILI A CHI LAVORA SU DI SÉ]

Fare questa distinzione tra guru non-duale e iniziato – o maestro – della Gerarchia è importante, in quanto spiega perché la sua comunità americana si è risolta in un disastro, pur essendo lui una pura espressione della coscienza infinita.

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Nel 1981 si trasferisce negli Stati Uniti. In India era diventato sempre più famoso e sempre più scomodo, poiché parlava male delle religioni e metteva invece l’accento sul risveglio spirituale dell’individuo e sulla libertà sessuale. Sperava quindi di poter essere accolto con maggior tolleranza nel “Paese delle opportunità”.

Il punto è che si porta dietro Ma Anand Sheela (1949), una donna arrivista e priva di empatia, come è emerso anche durante gli interrogatori della polizia. Arrivano nella cittadina di Antelope, nell’Oregon, nella contea di Wasco. È una cittadina di bifolchi e bigotti americani degli anni ’80, che conoscono il mondo attraverso il telegiornale (dobbiamo sempre tenere a mente che non c’era internet). Qui comprano tutto quello che possono e cambiano il nome alla città, che diventa Rajneeshpuram. Scatenando le antipatie di tutti gli autoctoni (che poi autoctoni non lo erano per niente, poiché gli unici che possono dirsi autoctoni in America sono gli indiani!)

Il nostro Bhagwan, nel perfetto stile del guru non-duale, si disinteressava totalmente degli aspetti organizzativi e materiali dell’operazione. Osho non era interessato alla materia, ma solo alla sua missione: portare il risveglio nel mondo. Vi prego di non tirare fuori la questione delle Rolls-Royce e dei Rolex. Abbiate un minimo di dignità e fatemi capire che avete fatto almeno un giorno di lavoro su voi stessi!

Bhagwan Osho in Rajneeshpuram
 

Ma se della materia non te ne occupi tu... se ne deve occupare qualcun altro. Nella fattispecie la più arrivista, territoriale e gelosa delle sue allieve: Sheela.

Osho, negli Stati Uniti entra in uno stato di coscienza che prevede l’assenza di comunicazione verso l’esterno, ragion per cui non parlerà in pubblico per tre anni e mezzo. IL SUO LAVORO DI TRASMUTAZIONE IN QUELLA NAZIONE SI SVOLGEVA ATTRAVERSO IL SUO STATO DI COSCIENZA E NON LE SUE PAROLE. È un’eventualità piuttosto rara, ma nell’esoterismo è prevista e in alcuni casi è indispensabile. Il punto è che Sheela, essendo divenuta la sua portavoce verso l’esterno, approfitta della situazione e mette in campo una vera e propria organizzazione militare di cui lei è il capo assoluto.

Ve la faccio breve: Sheela, con alcune sue principali complici (Ma Anand Puja e Shanti Bhadra), due donne decisamente poco sveglie e completamente soggiogate da lei e dal suo delirio di controllo, arrivano ad orchestrare il tentato omicidio di un paio di persone e l’avvelenamento di un’intera cittadinanza, diffondendo il bacillo della salmonella nei ristoranti!

Ma l’aspetto più grave è in realtà un altro: in una comunità dove si parla di amore, si mangia vegetariano, si lavora per la pace e, soprattutto, si vuole cambiare il mondo... si inizia a comprare armi, fino a possederne una quantità superiore a quella di tutte le forze dell’ordine dell’Oregon messe insieme. Stiamo parlando di Uzi, AK-47 e ogni genere di pistola. Creano un poligono di tiro e iniziano ad addestrarsi tutti i giorni. Nelle immagini di repertorio, ogni tanto vedi sullo sfondo uomini e donne del servizio di sicurezza interno che impugnano fucili da assalto intorno alla sala dove si sta facendo meditazione!!!

La stessa Sheela si aggira per la comune con una pistola alla cintola, come un pistolero del vecchio west.

Ma Anand Sheela with gun

 

MA COSA CACCHIO È SFUGGITO A UN CERTO PUNTO A QUESTE PERSONE, PER NON RIUSCIRE A COGLIERE QUESTA DISSONANZA?

Ecco dove porta l’assenza dell’auto-osservazione.

Ecco quali rischi comporta la creazione di una comunità dove le persone ballano, ridono tutto il giorno, si mettono corone di fiori al collo, meditano, fanno sesso libero... ma non lavorano su di sé... semplicemente perché nessuno glielo ha insegnato.

SE NON CI SI AUTO-OSSERVA si può arrivare al punto di fare meditazione circondati da uomini armati “che ci devono difendere dagli attacchi del mondo esterno”... si può arrivare al punto di tentare di avvelenare gli abitanti di una cittadina... e non accorgersi che si sta creando una gigantesca incongruenza di fondo. Una netta frattura tra la delirante illusione e la realtà.

servizio d'ordine a Rajneeshpuram

Nell’ambiente della spiritualità ANCORA OGGI SI IDENTIFICA IL LAVORO SU DI SÉ UNICAMENTE CON LA MEDITAZIONE. Questo porterà pessime conseguenze.

 

Come mi hanno riportato alcune fonti – e come si vede chiaramente dalle immagini del documentario – l’intera comunità era immersa nell’energia emotiva e in quella sessuale (i due cavalli della carrozza di Gurdjieff). Si percepisce emotività dall’inizio della storia fino al giorno della loro partenza dagli Stati Uniti, quando Osho se ne va e loro sono costretti a fare lo stesso («Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge» Mt 26,31).

All'inizio sono persone che sorridono di continuo, si salutano a mani giunte, danzano nude nella natura e fanno sesso... e poi diventano persone emotivamente distrutte, che piangono, che percepiscono la distruzione di un sogno e che non credono a ciò che vedono al telegiornale: Osho arrestato, Osho letteralmente trascinato in manette, Osho cacciato dall’America, Sheela che fugge in Germania con i suoi complici e qui vengono arrestati, il servizio di Sheela nuda su Stern per racimolare un po’ di soldi.

Interessante il fatto che i protagonisti della storia – una volta usciti di galera – finiranno per tornare a una vita normale e non vorranno più saperne dell’esperienza comunitaria.

La Legge di Attrazione e la Legge di Compensazione sono come la Forza di Gravità... non hanno pietà, agiscono e basta.

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Come accadde a Gesù, anche Osho ha avuto il suo traditore, un certo Krishna Deva, al secolo David Berry Knapp, il quale per ottenere l’immunità accetta un accordo con le autorità in modo da accusare Osho e dare modo di procedere all’arresto. Fino a quel momento, infatti sul suo maestro non c’era nulla di concreto. Alla fine di tutto il circo, Osho verrà incriminato unicamente per aver trasgredito le leggi sull’immigrazione e verrà rispedito in India, ma nel frattempo, a causa del trattamento subito nel periodo che va dall’arresto alla sua partenza, il suo corpo subirà conseguenze irreparabili.

Nei successivi 8 mesi sarà costretto a vagare attraverso 21 differenti nazioni, in quanto divenuto “ospite sgradito” per tutte le nazioni dove cercherà di atterrare (se gli Usa mettono una taglia sulla tua testa, è difficile che qualcuno abbia il coraggio di opporsi!). Nel 1987 tornerà nel suo ashram a Pune, in India, ma nel gennaio 1990 lascerà il corpo a soli 58 anni.

Osho ha avuto al suo fianco un personaggio più centrato rispetto a tutti gli altri, il quale è rimasto sempre con la testa sulle spalle e gli è restato fedele fino alla fine: il suo avvocato Swami Prem Niren, il quale aveva capito l’importanza di ciò che Osho ha compiuto negli Usa e ha capito che, cacciandolo, a rimetterci sono stati gli americani, non Bhagwan. In merito al tradimento di David Knapp, Prem Niren dichiarerà: «Quando le persone sono sotto pressione, viene fuori quello che sono veramente, e di solito agiscono mosse dalla paura».

Grande verità.

«Ma allora che differenza c’è tra un Osho e un Gesù? In fondo hanno subìto lo stesso trattamento» mi chiede ogni tanto qualcuno di voi. La risposta è che ognuno di noi, in una data incarnazione, ha vissuto o dovrà vivere la sua crocifissione, perché è un’iniziazione obbligatoria: tu parlerai d’amore, ma verrai accusato e messo alla gogna dal sistema costituito di una data epoca.

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Detto questo, l’insegnamento che porti e le deviazioni che possono accadere nella comunità dei tuoi seguaci dipendono dalla linea evolutiva cui appartieni. Osho non insegnava, per esempio, certi principi concernenti il lavoro di gestione del piano emotivo e sessuale, perché apparteneva – e appartiene, ricordate che i "Maestri Jedi" non muoiono mai – a una linea evolutiva differente rispetto a quella dei monaci zen, di Gurdjieff o dei Sufi. Le emozioni e la sessualità non vanno represse, tuttavia vanno abilmente gestite, altrimenti con il tempo si ottengono disastri.

Vi faccio qualche esempio.

Nisargadatta Maharaj è un terzo raggio, energia intellettuale, quindi è fondamentalmente un filosofo.

La principale deviazione consiste nel ritrovarsi con allievi che restano sul piano mentale e non riescono a far scendere nel Cuore i suoi insegnamenti.

 

Gesù è un sesto raggio, energia dell’amore e della devozione.

La principale deviazione consiste nel fanatismo – fino a giungere all’odio verso il nemico – e nel seguire l’insegnamento solo con il piano emotivo, senza capire molto sul piano mentale e senza mai scendere totalmente nel Cuore.

Osho è un sesto raggio, come Gesù.

 

Gurdjieff è un primo raggio, ossia un uomo con una grande forza di volontà e capacità di condurre le persone attraverso le difficoltà. È anche l’energia del mago.

La principale deviazione consiste nella rigidità, ossia nell’interpretare l’insegnamento in maniera inflessibile, quasi militare, senza dare attenzione all’espetto compassionevole. Atteggiamento tipico di molti gruppi e gruppetti, che io stesso ho visto personalmente, nati dopo la sua morte.

 

Per chi se lo stesse chiedendo, io sono un terzo raggio, ma nella prima parte della mia vita sono stato un primo raggio, in quanto prevaleva il raggio della personalità, che solitamente è più forte nei primi decenni della nostra incarnazione. Se svolgiamo un buon lavoro su noi stessi, nel corso della nostra vita passiamo dal raggio della personalità a quello dell’anima o addirittura a quello della monade. Ma questo è un discorso troppo tecnico, che ci porterebbe lontano dal tema di oggi.

Sono sicuro di avervi chiarito diversi aspetti del lavoro su di sé.

Continua nella seconda parte

 

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

 

 

 

Mercoledì 24

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