lunedì 26 febbraio 2024

Troy - Lo scempio di una serie tv

Premetto che sia il film Troy (2004) di Wolfgang Petersen, sia la mini-serie Troy (2018, otto episodi) sono film girati tecnicamente bene e interpretati sufficientemente bene, ma il tema su cui voglio mettere l’accento è la RESPONSABILITÀ ETICA di chi gira un film storico/mitologico. Il vero problema sono gli sceneggiatori: la loro persistente rinuncia alle tentazioni dell’intelligenza li ha portati a un delirio psicotico. Il fatto che il poema di Omero, l’Iliade, venga considerato mitologico, non significa che io sono libero di modificarlo e raccontarlo come voglio. Così come non è giusto farlo per una tragedia di Shakespeare, non lo è nemmeno per l’opera d’un autore vissuto diversi secoli prima di Cristo.

Il regista deve aver assunto l'attore di origini africane David Kwaku Asamoah Gyasi (un attore capace di due sole espressioni: con l'elmo e senza l'elmo) per interpretare il ruolo di Achille, dopo aver perso una scommessa tra amici. Non voglio sentire altre spiegazioni.

Sia chiaro, non esiste una legge che impedisce a un regista di chiamare il suo film Troy e poi modificare la storia originale, ma, come ho sempre sostenuto, esiste sia il DIRITTO LEGALE che il DIRITTO MORALE. Non tutto quello che viene permesso dalla scienza e dalla legge è permesso anche dal senso etico. In altre parole, se non si rispettano dei doveri morali non si va in galera, ma ciò non significa che tali doveri non vadano rispettati comunque. E gli esempi possono andare dalla sperimentazione sugli animali all’utero in affitto. Che uno ci creda o meno, la sua anima registra tutto, e in seguito creerà delle situazioni adatte a far comprendere a quella persona dove ha sbagliato e come riparare (ciò che viene comunemente detto karma).

Zeus, padre degli dei

L’errore più grande che all’epoca dell’uscita del film mi era saltato all’occhio è che Achille viene rappresentato come un eroe che non rispetta gli dei e che addirittura scatena l’ira di Apollo decapitando la sua statua (episodio inventato!). Tutto ciò non è reale, perché, al contrario, gli eroi greci sono tutti profondamente religiosi, cosa che dà piuttosto fastidio ai registi di oggi. L’ira di Apollo viene invece scatenata dal rapimento di Criseide, figlia di un sacerdote, da parte di Agamennone, e non a causa di Achille.

In generale – e questo, almeno in parte, accade anche nella serie omonima del 2018 – SCOMPAIONO GLI INTERVENTI DIVINI, che nell’Iliade invece sono molti. In Omero, l’interazione tra gli eroi della storia e gli dei è continua. Per esempio, Atena che inganna Ettore mentre sta fuggendo nel corso del duello contro Achille; Paride che viene salvato e trasportato nella stanza nuziale dalla dea Afrodite, la quale crea una nebbia per confondere Menelao che sta per ucciderlo; Ifigenia, che sta per essere sacrificata da Agamennone, ma all'ultimo momento la dea Artemide la sostituisce con una cerva e la trasporta lontano.

L’episodio del sacrificio di Ifigenia, non è citato nei poemi omerici, ma appartiene comunque al mito. Il punto è che nella serie del 2018 il sacrificio è riportato male, in quanto non si verifica l’intervento divino e Ifigenia muore per davvero. Una bella differenza rispetto all’originale! Come dicevo, gli interventi divini scompaiono del tutto nel film del 2004 e sono solo accennati nella serie del 2018, in omaggio alla modernità materialista.

Sia nel film che nella serie, Achille si innamora della schiava Briseide, ma questo nell’opera di Omero non è mai avvenuto. Inoltre, Criseide non viene violentata da Agamennone. E, soprattutto, Briseide non uccide Agamennone! Menelao, il marito di Elena, non viene ucciso da Ettore durante la guerra di Troia, ma morirà tanti anni dopo a casa sua!!!!

Briseide diventa schiava di Achille, ma da nessuna parte è riportato che ne diventa anche l’amante e, soprattutto, da nessuna parte è riportato che Briseide, Achille e Patroclo facessero “sesso a tre” (in una puntata della serie avviene anche questo).

Se nel film il tema portante è l’assenza dell’intervento del trascendente nel mondo umano, l’abominio che caratterizza la mini-serie è il politicamente corretto: Achille, Patroclo, Enea e Zeus sono neri!

Il Pelide Achille

«[Atena] gli stette alle spalle, afferrò il Pelide per la chioma bionda, a lui solo mostrandosi.» Iliade, 1,197

https://www.xigro.it/Officine/ILIADE%20libro%20I.pdf

 

Si tratta dello stravolgimento di alcuni ruoli decisamente importanti. Faccio notare che Zeus è il padre di tutti gli dei e che Achille è il vero protagonista dell’Iliade, la quale inizia con il famoso verso: «Cantami, o diva, l’ira funesta del Pelide Achille, che infiniti lutti addusse agli Achei’… ». Nella serie del 2018, invece, i protagonisti sembrano Elena e Paride e la loro storia d’amore diventa una colonna portante di tutta la vicenda. Un piccolo particolare: Elena non era innamorata di Paride; non si tratta d’una fuga d’amore, poiché Paride la rapisce. Stiamo parlando di un’epoca in cui il parere della donna solo raramente veniva preso in considerazione.

Enea è un eroe già nell’Iliade e in seguito sarà colui che salva parte del suo popolo dalla strage di Troia. Le sue gesta saranno narrate nell’Eneide di Virgilio. Enea era figlio di Anchise, principe di Dardania, e della dea Venere. Dal momento che Anchise non era nero, dobbiamo pensare che, dei due, la nera fosse Venere. Andate a raccontare al Botticelli che ha sbagliato tutto!

La mia puntualizzazione non ha nulla da spartire con il razzismo, ovviamente. Ammiro gli attori e gli atleti afro-americani, quando è il momento di farlo, e inoltre ho due figli entrambi neri (non so come sia potuto accadere, ma nell’epoca del politicamente corretto è meglio non farsi domande scomode!).

A prescindere dalla bravura degli attori, i grandi personaggi della mitologia occidentale interpretati da afro-americani... non si possono guardare! E secondo me questo aspetto ha contribuito all’insuccesso della serie. Guardandola, senti a pelle che c’è qualcosa che non convince, che non funziona. Una FORZATURA che a tratti scade nel ridicolo. E ti chiedi: perché? Chi prende queste decisioni? Quale dovrebbe essere il messaggio?

“Sono personaggi di un poema” dicono i nostri intellettuali di sinistra, "quindi non sono reali, perciò li possiamo rappresentare come vogliamo". Ma un poema epico e un romanzo sono due cose diverse. Vi assicuro che gli episodi raccontati da Omero sono accaduti veramente. Ma, ammesso e non concesso che quegli eroi non siano mai esistiti, è proprio il ragionamento che sta alla base ad essere sbagliato. Secondo questa logica possiamo rappresentare con un attore nero anche Amleto; il fatto che fosse principe di Danimarca non può essere vincolante, perché l’Amleto di Shakespeare è solo un’opera letteraria! E allora perché Otello non potrebbe interpretarlo Leonardo Di Caprio? Sarebbe perfetto!

Qual è l’OTTAVA ALTA di questo fenomeno di “uguaglianza forzata”? Ogni anima ha pari dignità di fronte a Dio, pur essendo ognuna diversa da tutte le altre. Inoltre, dovremo imparare che la libertà e i diritti non ci possono essere dati dall’esterno, ma dobbiamo svilupparli come qualità che si trovano al nostro interno, imparando a percepirci come anime immortali e non più come persone di un colore, un’età o un genere sessuale. Se insegneremo la Scienza dell’Anima ai bambini, non ci sarà più bisogno di creare un Achille nero.

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

 

 

 

 

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