Questa è la seconda parte del post Abbiamo delegittimato il sistema!, che so esservi piaciuto molto e che avete affrontato con impassibile signorilità! [dopo la pubblicazione del post precedente si sono cancellate da questa newsletter 197 persone]
Pensavate mi fossi dimenticato di voi?
prossimi candidati alle elezioni
Come abbiamo già visto, le prime due giustificazioni all’astensione sono state:
“Non voto per delegittimare il sistema”
“Non voto per non dare energia a questo sistema marcio”
E abbiamo stabilito che all’atto pratico sono due minchiate, che peraltro consentono al sistema di perpetuarsi ancora a lungo senza intoppi.
La terza giustificazione, che mancava all’appello, si riassume nella frase: “non c’è nessuno che mi rappresenta”.
Già... perché io secondo voi ho qualcuno che mi rappresenta?
Vi risulta che alla Camera si sia presentato il maestro Morya e al Senato si siano presentati il Cristo e Saint Germain?
È chiaro che, se prendo come punto di riferimento il mio ideale di condottiero politico, anche io al momento non mi sento rappresentato da nessuno. Sono andato a votare quella che sarebbe stata l’unica voce fuori dal coro all’interno d’un Parlamento totalmente uniformato al pensiero unico. Perché l’ho fatto? Qui viene il bello. L’ho fatto secondo un principio che alla maggior parte di voi resta ancora pressoché sconosciuto: il sacrificio personale. HO RINUNCIATO A UNA PARTE DI ME PENSANDO, IN CONSIDERAZIONE ESTERNA, COSA POTEVA ESSERE PIÙ UTILE PER TUTTI, prevedendo che avrebbe in ogni caso vinto uno dei due grandi schieramenti appartenenti al Grande Centro.
Come avrete sicuramente notato – e mi sembra di offendere la vostra arguzia nel ricordarvelo – se un partito vuole andare al Governo deve rinunciare alle sue idee di destra o di sinistra e sposare le idee del Grande Centro (sottomissione alla Nato, sottomissione alla Banca Centrale Europea, sottomissione a dettami sociali rigorosamente laici, sottomissione al potere delle case farmaceutiche, sottomissione...). La Meloni punterà un po’ i piedi sull’immigrazione e sull’aborto, dimostrando così al popolino di “essere ancora di destra”, ma per il resto assicurerà la continuità del sistema. Quelli di destra saranno soddisfatti e crederanno di stare finalmente governando, quelli di sinistra si indigneranno e diranno che stiamo ritornando al Fascismo, ma tutto continuerà secondo i programmi stabiliti dalla Grande Agenda.
Ma stavamo parlando del sacrificio personale in favore del bene universale.
Se io vado a votare in maniera egoistica... al Governo andranno persone egoiste. Se io nel votare o nel non votare compio un’azione altruistica... al Governo andranno persone altruiste. È LA VIBRAZIONE CHE EMETTIAMO NEL COMPIERE L’ATTO DEL VOTARE CHE CONTA, NON IL PARTITO CHE VOTIAMO. Anche votare il candidato che prenderà solo il vostro voto, SERVE... se lo fate come ATTO DI SERVIZIO. Non lo ritengo un concetto difficile, per cui credo che le persone presto lo capiranno.
Ma su tutto questo discorso, aleggia in realtà l’OMBRA DEL GIUDIZIO (sembra il titolo di un film anni ’50).
E questo è il discorso che mi interessa maggiormente.
Dopo aver letto questi due articoli, coloro che tra di voi non si sono recati a votare si sentiranno giudicati o addirittura denigrati e derisi. Lo si capisce dal fatto che tendete a giustificarvi immediatamente. Un individuo sicuro di sé e forte del proprio centro, dopo aver letto le mie parole prenderebbe atto di quanto da me affermato... ma non si sentirebbe attaccato, né si sentirebbe in difetto, né considererebbe in difetto me per il fatto che non approvo la sua scelta. Chi si sente giudicato talvolta si vergogna e arretra, talvolta aggredisce il presunto avversario... per dimostrare a tutti i costi che in realtà aveva ragione lui e non l’altro... e l’altro diventa sempre uno stupido o un incompetente, semplicemente perché non vi dà ragione. Entrambe le cose – arretrare o aggredire – sappiate che è il senso del giudizio a farvele fare, non siete davvero voi.
Da parte mia c’è il puro desiderio di informarvi riguardo il funzionamento di taluni meccanismi psicologici, che spesso scambiamo per “il nostro modo di pensare”. Questo mi costringe a parlare di guerre, elezioni politiche e pandemie. E poi c’è tanta voglia di ironizzare sui variopinti aspetti con cui si manifesta l’umanità.
Il giudizio è un cancro che ci impedisce di lasciar liberi gli altri e di sentirci a nostra volta liberi di dire quello che vogliamo. Dunque, non giudichiamo... per non sentirci poi giudicati.
E quando ci si sente giudicati dagli altri... si fa una vita di merda!
Salvatore Brizzi
[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]
Ultima uscita
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