La Porta d'Oro: La nuova normalità

La scena si è svolta al bar diversi giorni fa. Mentre ero al bancone a sorseggiare alternativamente caffè e grappa, sento una signora che si rivolge al barista in questo modo: «Ha visto? Finalmente riaprono completamente i luoghi di cultura, i cinema e i teatri. Il giornale dice che riapre tutto al 100%. Ma le discoteche al 50%. Comunque era ora! Insomma, possiamo finalmente dire che il peggio è passato e siamo tornati alla normalità». Finisce di parlare e fa un giro con lo sguardo fra i presenti in cerca di assenso. Ma fra i presenti c’eravamo solo io e l’uomo invisibile!

Gli amanti, Magritte, 1928

Butto lo sguardo sul giornale che lei aveva appena letto. La prima riga dell’articolo in prima pagina dice: «Green pass e mascherina e l’Italia torna a vivere». Questa era la notizia che aveva provocato alla signora la stessa euforia che si prova a sorvolare Manhattan su un unicorno.

«Signora. Veramente qui c’è scritto che si potrà entrare in un museo solo con la carta verde e la mascherina! Però potremo avvicinarci senza pericolo (avendo la carta verde ed essendo mascherino-muniti) a un’altra persona che sta guardando lo stesso quadro che stiamo guardando noi... anche a meno di un metro di distanza. A me non sembra esattamente una conquista sociale. Soprattutto, tenendo conto del fatto che negli ospedali non sta succedendo un cazzo di niente da quasi un anno... a parte una serie infinita di ritardi geologici anche per degli interventi che una volta erano di routine».

«Vede giovanotto (e daje co’ ‘sto giovanotto!) lei non ha colto il punto. Questa è la nuova normalità. Lo dicevano già l’anno scorso. Al mondo di prima non torneremo più, ma va bene così, perché adesso c’è più controllo e più sicurezza. Questa è un’esperienza che ci ha cambiato tutti. Si rende conto? Su questo siamo tutti d’accordo, siamo tutti accomunati dallo stesso sforzo».

Adesso... è pur vero che tutta la realtà si trova all’interno di me... però... una persona del genere come ci è entrata all’interno di me? E da dove è passata?

È una donna così media che a malapena riesco a distinguerla dallo sfondo.

Visitare un museo muniti di green pass e con una mascherina in faccia... viene considerato “riapertura al 100%”! La signora stava RICALIBRANDO LA SUA VITA e la sua “carta dei diritti” in base alle nuove limitazioni imposte dal Governo.

Vi faccio un esempio. Un giorno mi mettono in prigione senza alcun motivo, ma dopo mesi di proteste mi consentono di scegliere la cella in cui stare oppure mi permettono di vedere ogni tanto la mia famiglia. E in questo modo io ho la percezione di essere più libero. Sono così preso dalla conquista dei miei nuovi diritti... che a un certo punto mi dimentico che c’è stato un tempo in cui non ero in prigione! Tutte le mie conquiste all’interno del carcere non valgono nulla, poiché partono tutte dal presupposto che mi trovo in un posto dove nemmeno dovrei essere!

La signora è affetta da MIMETISMO SOCIALE, come la maggior parte dei cittadini di oggi, soprattutto... aimè... i giovani. Il nostro dialogo è finito prima di cominciare. Di quali argomenti potrei parlare con una macchina biologica del genere? Ontologia del make-up? Fenomenologia delle ciglia finte?

I nostri nemici non fanno prigionieri, ma servi o tutt’al più complici. E in questo risiede la loro genialità, che ammiro.

Non lasciamo beni in eredità ai nostri figli, bensì noi stessi, le nostre gesta, la nostra inscuotibilità.

Serve grandezza!

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

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