Siamo tutti d’accordo sul fatto che i successi dell’Italia agli Europei di calcio e nell’atletica leggera siano qualcosa di eccezionale. Per quanto concerne in particolare la vittoria dei 100 metri e della staffetta 4x100 alle Olimpiadi, vi assicuro da appassionato e – nel mio piccolo – da ex praticante di atletica leggera, che è successo qualcosa di IMPOSSIBILE. Tecnicamente, dal punto di vista esoterico, è accaduto un vero e proprio MIRACOLO, ossia qualcosa che secondo le leggi conosciute non sarebbe dovuto accadere... ma è accaduto lo stesso. Il miracolo, in verità, non è mai “fuori legge”, semplicemente rispetta leggi differenti rispetto a quelle conosciute all’essere umano medio il quale, di come funziona davvero l’universo, vi assicuro che non sa ancora praticamente nulla.
Certo... dal punto di vista delle leggi comuni, è sotto gli occhi di tutti che abbiamo avuto un “aiutino”, in quanto diversi atleti che gareggiano per lo sport italiano non possiedono nel modo più assoluto una struttura muscolo-scheletrica tipica degli europei, come accade oramai in quasi tutte le nazioni, a parte la Russia e poche altre. Per esempio, Marcell Lamont Jacobs (il vincitore dei 100 metri piani e uno dei due protagonisti della staffetta, insieme a Filippo Tortu), è nato a El Paso ed è figlio di madre italiana e di un nero americano veterano di guerra. Eseosa Fostine Desalu, che ha corso la staffetta, è nigeriano. Ma ci sono casi più eclatanti, come nella lotta libera, dove ha vinto il bronzo per l’Italia un certo Abraham de Jesús Conyedo Ruano, un cubano di 97 chili che ha il braccio grosso come la mia gamba.
Questi casi sono simili al caso più eclatante di tutti, l’atleta Fiona May: di origine giamaicana, nata in Inghilterra, detiene però il record italiano del salto in lungo unicamente perché ha sposato un italiano! Di lei ho già ampiamente parlato in passato (si legga il mio vecchio articolo Chi è il cittadino?) attirandomi già all’epoca la mia buona dose di critiche.
Il punto su cui voglio porre l’accento è che “rappresentare una nazione” in una competizione internazionale, come può fare un americano, un nigeriano o un cubano, non equivale ad “essere italiano” e quindi a poter siglare un record italiano, nemmeno quando sei nato in Italia. Che poi tu ti senta orgoglioso di rappresentare l’Italia, questo è sicuramente bello, ma l’apparato muscolo-scheletrico di un europeo, un nigeriano, un giamaicano e un cubano... sono differenti. Non è questione di dove sei nato, ma di come sei fatto.
Io sostengo la teoria che gli atleti NON DEBBANO PIÙ GAREGGIARE PER NAZIONE, ma unicamente a livello individuale. Infatti, la mia non è certo una critica agli atleti, bensì al sistema ipocrita all’interno del quale gareggiano. Che senso ha che un nigeriano vinca una medaglia d’oro per la Finlandia? Una medaglia che un finlandese non avrebbe mai vinto? Riguardo questo fenomeno, nell’ambiente del giornalismo sportivo vige l’omertà più assoluta. Nell’epoca della dittatura del politicamente corretto, nessuno osa far notare che un atleta giamaicano non potrà mai essere il detentore di un record italiano, anche se decidono tutti di far finta che sia così!
Se io, come nel caso della May, possiedo l’apparato muscolo-scheletrico di una giamaicana e ho gareggiato e vinto per anni come cittadina del Regno Unito – perché è il paese dove sono nata – che senso ha titolare un quotidiano: «Fiona May ha stabilito il record italiano» oppure «è l’atleta italiana che più volte è salita sul podio», solo perché ha sposato un italiano e ha preso la cittadinanza? E che genere di giornalismo è quello in cui nessuno fa notare questo particolare?
Ma cambiamo argomento. Come ho già spiegato in un altro articolo (Compensazione calcistica) le nazioni – esattamente come gli individui – sono soggetti a una legge esoterica detta “Legge di Compensazione”, per cui a una fase di euforia deve necessariamente seguire una fase di dis-euforia, che può manifestarsi come depressione, paura o rabbia. La nazione al mondo che ha vissuto e sta vivendo maggiormente l’emergenza pandemia, ha anche vissuto la vittoria agli Europei di calcio, per poi subire l’obbligo della tessera verde... e vivere successivamente delle straordinarie vittorie alle Olimpiadi, e così via... prima su e poi giù. Nei periodi di emergenza si può notare più facilmente l’azione di leggi psicologiche che in altri periodi passano del tutto inosservate, anche agli occhi di chi sa dell’esistenza di tali leggi.
La Legge di Compensazione agisce sul piano della personalità, ma a un livello più profondo, la spiegazione di queste vittorie – in particolare, ripeto, quelle realizzate nello sprint puro, che hanno letteralmente del miracoloso – risiede nella capacità dell’Italia di affermarsi a livello internazionale. IL POPOLO CHE ANTICAMENTE HA CIVILIZZATO TUTTO L’OCCIDENTE, quando vuole può continuare a vincere!
Stiamo parlando delle due gare più veloci (100 e 4x100). Sul piano simbolico queste vittorie indicano la nostra capacità di correre – all’occorrenza – più veloci di tutti. Da notare anche il fatto che chi ha vinto i 100 metri lo ha fatto grazie a una collaborazione con gli Stati Uniti (madre italiana, padre americano). La staffetta è stata corsa da due sardi (simbolo di volontà incrollabile, all’ottava alta, oppure cocciutaggine, all’ottava bassa), di cui uno è stato colui che ha tagliato il traguardo dopo una splendida rimonta. Simbolicamente, Filippo Tortu ha portato l’Italia a raggiungere il suo traguardo. Oltre ai due sardi, c’erano un italo-americano e un nigeriano. Il valore simbolico degli Stati Uniti concerne la conquista: gli Usa sono nati grazie alla “conquista del West” e per i secoli successivi hanno continuato a tentare di conquistare il pianeta. Per esempio, grazie alla “primavera araba” hanno potuto destabilizzare e occupare diversi paesi del nordafrica, ma sono molto attivi anche in sudamerica e medioriente. Sarebbe interessante trovare la simbologia legata alla Nigeria, dal momento che ci hanno aiutati a toccare la vetta del mondo della velocità. Io ci rifletterò, fatelo anche voi.
L’anima dell’Italia manda un segnale all’umanità in mondovisione: possiamo essere i più veloci del pianeta... con qualche innesto fatto nei punti giusti. Il “principe di questo mondo” non sarà certo intimorito, ma dovrà tenerne conto.
Ecco... volevo giusto darvi una prospettiva un po’ differente delle cose.
Salvatore Brizzi
[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]
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