«[...] mi sento di poter dire che con la forza di volontà si può arrivare dovunque ed io, in tutti questi anni, di forza di volontà e di tenacia ne ho avuta tanta, supportata da un intuito, una spontaneità e una passione non comuni.
La volontà è un’energia innata, radicata in ciascuno di noi e rappresenta una forza interiore che sa orientare la vita indipendentemente dal fatto che ciò che si desidera sia giusto o sbagliato. [...]
Esistono due volontà, quella superficiale o secondaria e una più profonda o primaria; io negli undici anni che mi hanno separato dal record del mondo non mi sono fatto prendere da quella superficiale, più legata a stereotipi, mode, pregiudizi, condizionamenti dettati dal mondo esterno; ma dalla seconda, cioè quella primaria, che è istintiva, poco prevedibile, originale e in “sintonia con quello che l’individuo è nel profondo”. [...]
La volontà funziona se è frutto di un’intuizione, mentre la meditazione in questi casi diventa secondaria: in tutti questi anni in cui ho praticato lo sport, mi sono sentito sempre giovane e tutti i giorni ho mostrato un forte interesse verso gli allenamenti e le gare. Insomma, avevo piacere e sentivo una forte passione per quello che facevo.
In tutti questi anni mi è stato possibile conseguire determinati risultati perché non mi sono mai fatto prendere da idee sbagliate, da luoghi comuni e da situazioni che, poi, si sarebbero potute rivelare inutili.
In tanti anni di carriera non ho perso tempo con i falsi obiettivi, ma ho mirato subito al sodo. Quando tornavo da una gara sconfitto, non ci pensavo troppo e il giorno dopo tornavo subito ad allenarmi».
Sono parole di Pietro Paolo Mennea (se non sapete chi è stato questo personaggio, non potete lavorare su voi stessi con successo, non mi interessa che siate stati allievi diretti di Gesù o di Gurdjieff!!!). Sono parole scritte in uno dei suoi libri, 19”72 Record di un altro tempo, acquistabile – per gli appassionati senza speranza come me – solo presso il suo sito http://www.pietromennea.it/
Ho riportato le sue parole come esempio. Certo... lui è un esempio raro: per molti anni – fin da quando era ancora un diciassettenne – ha condotto una vita da monaco nella scuola di atletica di Formia, dove si allenava, senza amici e senza una fidanzata, unicamente in compagnia del suo allenatore (in pista anche alle 8:00 del mattino dell’1 gennaio!); tuttavia, se lui è riuscito a fare questo nello sport, per quale motivo voi non dovreste riuscirci nel lavoro su voi stessi? Qual è il vostro primo pensiero quando vi alzate la mattina e l’ultimo pensiero prima di andare a dormire? Riuscite ad avere, almeno, la determinazione di un atleta di livello mondiale?
È stato l’unico atleta di tutti i tempi a partecipare a quattro finali olimpiche nei 200 metri. Il suo 19:72 non è più record del mondo, ma resta ancora dopo 41 anni il record europeo! Pur non essendosi mai occupato di spiritualità, possedeva in realtà una grande connessione con la sua anima, che traspariva dal suo atteggiamento verso la vita.
Innanzitutto, sapeva distinguere – cosa rara – fra la volontà interiore, profonda (noi diremmo... volontà dell’anima) e quella superficiale, la quale rappresenta una “finta volontà”, in quanto viene assunta dall’esterno. Per esempio, se guardo la pubblicità di un’automobile e “voglio” quell’automobile, questa non è vera volontà. Si tratta d’un meccanismo della personalità.
Inoltre, come dice nell’ultima frase da me riportata, non si abbatteva davanti alle sconfitte o alle difficoltà, né di ordine fisico (pur essendo geneticamente molto dotato nella velocità, non possedeva un apparato psicofisico all’altezza di quello degli atleti afro-americani) né di ordine politico (fu spesso ostacolato dalla Federazione, che gli imponeva delle scelte agonistiche che a lui non piacevano).
Dopo una sconfitta, il suo primo pensiero era allenarsi meglio... ed è andato avanti così dal 1968 fino al suo ritiro definitivo nel 1988. E voi come reagite alle sconfitte o alle difficoltà insite nel portare avanti tutti i giorni un lavoro sulla PRESENZA (vivi nel qui e ora) e sull’APERTURA DEL CUORE (ama coloro che ti danno fastidio)? State a rimuginare su ciò che è andato storto... o siete pronti a ricominciare daccapo il giorno successivo?
Quando la volontà coincide con la “volontà dell’anima”, non può essere arrestata, in quanto, detto con altri termini, stiamo parlando della MISSIONE dell’anima che si esprime nella personalità. Identificandovi sempre di più con l’anima, imparerete a distinguere tra volontà profonda e volontà superficiale.
Sappiate che senza una buona base di volontà, non si può lavorare nemmeno sull’apertura del Cuore.
Salvatore Brizzi
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