martedì 29 dicembre 2020

Antitaccheggio

 Stamattina sono andato in farmacia a comprare la mia scorta di integratori (un multivitaminico che contiene anche sali minerali, poi omega 3, vitamina D, vitamina C e melatonina). Come ho già detto in altre occasioni (L’alimentazione nel percorso spirituale e In difesa di Adriano Panzironi), dal momento che mangiamo cibi oramai quasi totalmente privi di ogni principio nutritivo – si sono ridotti ad essere i vuoti sarcofaghi di ciò che in passato erano proteine, sali minerali e vitamine – gli integratori sono divenuti indispensabili per restare sani e non ammalarsi alla prima influenza – e in questo periodo direi che è essenziale. La dimostrazione dell’efficacia di una giusta integrazione nel sostituire la maggior parte delle medicine in commercio è avvalorata dal fatto che proprio negli ultimi mesi, chiunque abbia proposto l’integrazione di vitamina C e D come prima barriera a qualunque infezione virale... è stato ridicolizzato e avversato in ogni modo dai “media di regime”.

Ribadisco che ogni integratore va utilizzato in maniera ciclica, con lunghi periodi di sospensione (per esempio, io non prendo la vitamina D da inizio maggio a fine settembre, e faccio delle pause anche durante gli altri mesi), in quanto l’organismo con il tempo si abitua all’integrazione e tende a perdere la capacità di estrarre tali sostanze dai cibi o di sintetizzarle al proprio interno. Se non vogliamo che nel nostro organismo si atrofizzino tali capacità, non possiamo fornirgli in maniera continua i principi nutritivi attraverso delle pasticche.


Ma in realtà non è questo l’argomento di oggi. Mentre ero in coda in farmacia – orgoglioso del mio distanziamento e della mia mascherina tirata su fino all’attaccamento dei capelli – una ragazza si aggirava in maniera sospetta presso gli scaffali dei cosmetici. Ne prende uno, si guarda intorno e lo posa, ne prende un altro, si guarda intorno e lo posa. Cambia scaffale e ricomincia. Una delle farmaciste si accorge di questo comportamento anomalo e con un’occhiata avvisa la collega di stare attenta. In pratica, la ragazza cercava la posizione e il momento adatto per mettere un cosmetico nella borsetta e uscire. Le farmaciste avevano già assistito a numerosi casi simili, ma anch’io avevo subito riconosciuto quel comportamento, in quanto, fra i mille lavori che ho svolto in passato (ricordatevi che ho cinquant’anni), ho fatto anche il servizio di antitaccheggio per il supermercato La Rinascente di Torino, quello storico di via Lagrange.

Dopo il servizio svolto nei Carabinieri Paracadutisti del Tuscania, per alcuni mesi ho cercato lavoro nelle agenzie di security che formavano le Guardie Giurate e offrivano il relativo servizio di antitaccheggio nei supermercati oppure il servizio di pedinamento (il marito che fa pedinare la moglie o viceversa). Solo su quest’ultima attività potrei scrivere un intero libro, basato sulle storie che mi raccontavano i miei colleghi che facevano i pedinamenti... soprattutto delle mogli, su commissione dei mariti! Le donne tradivano di più, ma gli uomini, quasi sempre, venivano sorpresi non tanto a tradire con un’amante, bensì ad andare a prostitute. E quasi sempre venivano perdonati dalle mogli, le quali al momento di staccare l’assegno per pagare l’agenzia, affermavano che alla fine non avrebbero detto niente ai loro mariti. È giusto? Non è giusto? Forse è un comportamento che deriva da una sorta di senso di colpa («Se fa così, non è perché non mi vuole bene, ma forse perché io non lo soddisfo abbastanza!»). Cosa avreste fatto voi sapendo che vostro marito va con le prostitute? Potremmo aprire un dibattito infinito. Per questo motivo vi dico che ci sarebbe da scrivere un intero libro solo su questo avvincente argomento!

Io e la mia collega, invece, giravamo in borghese fra i vari piani del supermercato in cerca di comportamenti sospetti e facce equivoche. Ovviamente, gli zingari ci individuavano subito e uscivano delusi dal supermercato; infatti i nostri obiettivi erano altri: insospettabili signore sulla cinquantina oppure adolescenti che si muovevano in gruppo. Quasi mai dovevamo fermare uomini. Secondo la mia esperienza, le donne rubano nei supermercati molto più degli uomini. Invece nelle rapine per strada o nei furti da appartamento le donne non compaiono nemmeno.

Non avete idea delle capacità che si sviluppano svolgendo un lavoro del genere. La mia collega era in grado di capire, osservandolo già all’ingresso, chi avrebbe provato a rubare e chi no, da come si muoveva e da come si guardava intorno. E ricordatevi che queste capacità restano registrate nell’anima, esattamente come ogni altra capacità che acquisiamo nella materia. Se oggi possiedo una certa attitudine all’osservazione delle persone, lo devo anche – e forse soprattutto – a quel lavoro, non agli esercizi di esoterismo.

Negli anni ’90 i sistemi di sicurezza non erano gli stessi di oggi, per cui vedevamo le cose più incredibili: la maggioranza delle donne si limitava a rubare i rossetti e le creme (non avete idea di quanti erano i tentativi di furto... almeno una decina a ogni turno di lavoro, per ogni giorno della settimana), ma c’erano quelle che indossavano cinture o berretti e provavano a uscire senza pagare. Fazzoletti, guanti e foulard erano fra i più gettonati.

Alcune andavano negli spogliatoi e si mettevano addosso di tutto, tentavano di rubare calze, reggipetto e mutande. Nelle giornate di maggior affluenza eravamo in sei (tre coppie, di solito un uomo e una donna) a lavorare per l’antitaccheggio. Non ho idea di come sia la situazione oggi, ma all’epoca era una vera e propria sfida... ed era anche piuttosto divertente!

Perché vi racconto questi fatti? Per dare una risposta a chi mi chiede: «Brizzi, perché ci stanno accadendo queste cose? Perché l’essere umano si è ridotto ad essere uno schiavo del sistema, ormai privo dei diritti più elementari? Lo Stato decide che non possiamo più darci la mano e che in certi giorni non possiamo uscire di casa. Come è potuto accadere tutto questo? Come è possibile che ci siamo ridotti così?» La mia risposta è: perché è esattamente quello che l’essere umano – e l’italiano in particolare - merita. L’essere umano medio staziona a un livello di coscienza infimo e quindi non è giusto che venga trattato come un uomo libero e responsabile. Voi vi appellate alla figura di un generico “essere umano” che è totalmente astratta e non corrisponde a ciò che poi sono i singoli individui nella realtà di tutti i giorni.

La grande maggioranza delle persone che incontriamo per strada, ha un modo di pensare e agire per cui meriterebbe di essere in galera. Lo dico senza giudizio, cogliendo la perfezione di ogni singolo comportamento, tuttavia questa è la realtà e non dobbiamo mai dimenticarcene. Fra noi e chi ci precede in coda alla cassa del supermercato potrebbero esserci milioni di anni di differenza evolutiva. Noi sopravvalutiamo il livello evolutivo del terrestre medio, ma i fatti che avvengono nel mondo ci riportano continuamente alla realtà. Se in questo periodo molti si sentono in prigione... forse è perché meritano di essere in prigione. Questo mi fa venire in mente chi accusa la Chiesa di aver creato la repressione sessuale. Ma voi lo sapete che nel medioevo gli esseri umani si accoppiavano per strada... come gli animali... e spesso con gli animali? Siete sicuri che la repressione sessuale sia stata un danno per l’umanità? Non mi dovete rispondere, sono solo spunti di riflessione.
Dagli integratori dietetici, ai furti nei supermercati, ai pedinamenti e i tradimenti, fino alla sessualità repressa... di spunti per riflettere ne avete.

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

 

 

 

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