mercoledì 8 agosto 2018

Il dolore non è sofferenza


Come ho già detto più volte, il dolore emotivo e la paura non sono di per se stessi sofferenza. Le emozioni sono semplicemente energie che si scatenano dentro di noi, sono fondamentalmente eventi elettrici. La sofferenza nasce dalla non accettazione di tali correnti energetiche.
Qualcuno mi pesta un piede e il mio corpo fisico prova un dolore che di per sé è puro, la sofferenza invece viene aggiunta dalla psiche, la quale percepisce un pericolo per la sopravvivenza del corpo, quindi registra un trauma psicologico che fa sì che il corpo in futuro abbia paura di situazioni simili (per es. una metropolitana affollata) affinché si riducano le possibilità che il corpo riprovi lo stesso dolore. Allora la prossima volta che salirò su una metropolitana affollata si creerà in automatico un po’ di tensione psicologica, che è utile per farmi stare più attento a dove metto i piedi, ma intanto mi crea una continua, sottile ansia. Adesso moltiplicate tutto questo per cento o per mille, ossia per tutte le situazioni in cui il vostro corpo ha provato del dolore e lo ha registrato come un piccolo trauma, allora avrete un’idea delle tensioni con cui l’apparato psicofisico deve fare i conti... e stiamo parlando solo del corpo fisico.

Per quanto concerne il corpo emotivo vale lo stesso principio. Ve lo spiegherò riportando un'esperienza.
L’ultima volta che sono stato a Roma ho incontrato una mia vecchia amica. Mi si è avvicinata con la faccia sconvolta, tipo un’animalista che ha appena investito il suo stesso cane facendo retromarcia nel cortile di casa.

«Cosa ti è successo di così grave?»

«A Sarvatò, ho scoperto che mi’ marito se vede di nascosto co’ ‘na sua collega di 25 anni! È successo ‘na settimana fa. Sto de mmerda, guarda. Non so se ammazzamme io o ammazzà quel porco fijo de ‘na mignotta. È una settimana che non dormo e non mangio!»

«Vediamo la situazione insieme. Intanto, dov’è che senti il dolore?»

«Alla bocca dello stomaco. Appena magno quarcheccosa proprio nun me va giù, me se ripresenta subbito!»

«Allora, questo è il tuo corpo emotivo che sta male e di riflesso fa stare male anche quello fisico. Adesso ascoltami bene: dalla differenza fra come le cose, secondo te, dovevano andare e come le cose sono poi andate nella vita reale, si è originata questa forte carica energetica che tu percepisci come sofferenza. Il corpo emotivo si sente in pericolo, non accetta la situazione e accumula questa energia – questo fuoco – al suo interno. Questo è dolore puro, ma tu lo percepisci come sofferenza perché non riesci a vederlo in maniera distaccata, ossia come un fenomeno elettrico che concerne il corpo emotivo»

«Ma che me devo distaccà? Io me sento male e basta!»

«Ti sto spiegando che stai male perché vuoi spostarti, cioè non vuoi restare col dolore emotivo. Quel dolore, ti ripeto, ha una sua giustificazione, perché il corpo emotivo si è sentito in pericolo: il suo territorio è stato invaso da un’altra donna».

«Una troietta marchettara! Non una donna!»

«Ok, una troietta marchettara. Il tuo corpo emotivo ti crea un trauma perché non vuole che succeda mai più che una troietta marchettara si inserisca nella tua vita di coppia. Il corpo emotivo sente che in queste occasioni la sua sopravvivenza viene messa in pericolo»

«No. È la sopravvivenza de quer maiale che è messa in pericolo, perché io lo vojo ammazzà! Magari c’avessi er coraggio de fallo!»

«Senti. Ormai è successo. Puoi scegliere se continuare a stare male scappando dal dolore, oppure lavorare su di te»

«Che devo fa’?»

«Non scappare dal dolore. La tua mente vuole spostarti da ciò che è effettivamente accaduto... e che non si può cambiare... a una visione alternativa di come le cose sarebbero potute andare. Nella realtà del qui-e-ora tuo marito ti ha tradita, ma la mente ti propone di continuo un’immagine fasulla del mondo dove tuo marito poteva non tradirti. La mente crea una distanza fra te e la realtà. Questo conflitto, fra la realtà e il suo contrario, aumenta ad ogni istante la tua sofferenza. Il punto è che questo passaggio dalla realtà a un’immagine ideale della realtà, non è mai possibile. Quindi la sofferenza non può che apparirti infinita»

«Infatti. Sento che starò male pe’ sempre. Come ‘na ferita che nun se po’ rimarginà»

«La soluzione sta nel “fare l’amore con il dolore”. Non c’è fuga dal dolore, perché il tentativo di fuga lo trasforma in sofferenza. Accettalo così com’è e fatti bruciare dal suo fuoco purificatore. Puoi prenderti delle pause in cui provi a distrarti e a non pensarci, ma quando il dolore torna, non scacciarlo, sappi che è terapeutico. Perdiamo solo ciò che non ci serve più»

«A Sarvatò, è più facile a disse che a fasse!»

«Beh... intanto noi s’o semo detto!»

(un salutone a tutti gli amici romani, ci si vede presto)

Salvatore Brizzi
[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]



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