Dopo
il post precedente: In difesa di Adriano Panzironi, si è scatenata la solita ridda di commenti deliranti
da parte dei “fanatici del pinzimonio”, per lo più provenienti da menti
semplici e di poche pretese, capaci di registrare nel cervello i segnali che
attraversano la retina, ma non di tradurli nel corrispondente significato. Tralasceremo
dunque questo genere di commenti per rilevare invece due domande che hanno una
ragion d’essere e meritano un approfondimento della questione.
Prima
domanda:
«
[...] Nel tuo libro La porta del Mago dici che, cito testualmente:
Per quanto concerne invece la carne, essa è
intrisa della paura, della sofferenza emotiva e del dolore fisico che gli
animali provano dapprima nelle spaventose condizioni cui sono sottoposti sul
luogo di allevamento, durante il trasporto e poi al momento del macello.
In un altro punto dici:
Ridurre l’assunzione
di carne, alcool e zucchero non può quindi che rivelarsi salutare.
Come concili queste parole con il fatto che nel tuo
ultimo post dici di aver adottato una dieta a base di carne?»
Seconda domanda:
«
[...] Nel libro di Alice Bailey, Trattato di Magia Bianca, si dice che:
Quando frutta fresca
e vegetali, acqua limpida, frutti oleosi, grani crudi e cotti costituiranno l’unica
dieta dei figli degli uomini in evoluzione, allora si formeranno corpi idonei a
divenire veicoli [per le anime] altamente evolute.
Visto
che so che tu ti ispiri molto agli insegnamenti dei maestri della Gerarchia di
Shamballa e che ogni tanto tieni pure seminari sui libri della Bailey, mi
chiedevo come sposi il tuo essere tornato a mangiare carne con le parole della
Bailey. Ti stai involvendo? C’è qualcosa che mi sfugge? Ti sarei grata volessi
approfondire.»
Per quanto concerne la prima domanda, nel mio libro La porta del Mago dico anche:
Quanto al diventare
vegetariani o all’adottare un qualsiasi regime dietetico che comporti scelte
drastiche, dobbiamo sempre tener conto del fatto che ogni apparato psicofisico
ha i suoi bisogni. Su questo pianeta ci sono persone che manifestano gravi
carenze, soprattutto sul piano psicologico, se non possono mangiare
settimanalmente una ben determinata quantità di carne, mentre ne esistono altre
– e i loro casi sono documentati – che vivono da anni di sola frutta o
addirittura di solo prana (si veda
sull’argomento Nutrirsi di Luce e L’Arte di Vivere in Risonanza di Jasmuheen).
Fra i due estremi ci sono infinite sfumature.
Direi che in questa citazione c’è già la risposta alla
prima domanda. E riporterei anche la frase che scrivo più in basso, nello stesso
capitolo del libro:
Ciò non implica che i
vegetariani siano in qualche modo più ‘evoluti’ dei carnivori.
Confermo che ridurre l’assunzione
di carne, alcool e zucchero non può che far bene alla salute. Come ho scritto
nel post precedente, io ho eliminato pasta, pane, pizza e riso. Riguardo la
carne, cerco quella di migliore qualità, che magari non proviene da allevamenti
intensivi, in ogni caso non ne mangio molta e mi indirizzo principalmente verso
il pesce.
Confermo anche il fatto
che la carne proveniente dai maggiori allevamenti è intrisa di sofferenza. In questi
allevamenti ci sono infatti condizioni che nulla hanno da spartire con le
battute di caccia alle quali ci dedicavamo quando eravamo uomini preistorici, e
nemmeno con il maiale che una volta veniva ammazzato nella fattoria. È un dato di fatto. Ma
questo non significa che l’assunzione di carne rallenti o addirittura impedisca
di ottenere realizzazioni spirituali, come molti nell’ambito new age invece
credono. Se proprio vogliamo fare dei paragoni, vi assicuro che le emanazioni
sottili di molti ambienti di lavoro sono decisamente più nocive di un pollo alla
cacciatora. Un sabato pomeriggio all’ipermercato o per le vie affollate del
centro vi danneggia molto più della cotoletta alla milanese. Ascoltare un
solo telegiornale è mille volte più inquinante che gustarsi una tartare di fassona. Avere uno smartphone
sempre a portata di mano nuoce al vostro corpo un milione di volte più che una
dieta onnivora!
Nel contesto sociale in
cui viviamo, esposti alle continue e onnipresenti influenze dei media, aver
paura che sofferenza e aggressività entrino in noi attraverso le bistecche... è
semplicemente ridicolo!
Ma la prova certa che
la presenza o l’assenza di carne non influenzano l’aggressività umana... è che
io le persone più aggressive e intolleranti le ho conosciute fra i vegetariani.
E vi assicuro che questa non è solo la mia esperienza, perché mi sono confrontato con altri relatori. Su Facebook esiste una
pagina dove il fanatismo vegano viene portato alla luce e ridicolizzato: https://www.facebook.com/VSLpaginaufficiale/
Esistono invece prove
scientifiche del fatto che sia lo zucchero ad aumentare l’aggressività. In alcune
carceri e in alcune scuole “difficili” americane sono stati eliminati gli
zuccheri ed è stata incrementata la quantità di vegetali nella dieta, ottenendo
risultati sorprendenti dal punto di vista della gestione dell’aggressività.
In una prospettiva più
psicologica mordere la carne e spolpare un osso serve proprio a scaricare l’aggressività
repressa... sono atti fondamentali che ci ricordano ciò che eravamo... e che nella
società di oggi – dove abbassiamo la testa digrignando i denti – non possiamo più essere.
A mio parere stiamo dando poca fiducia alle capacità del
nostro organismo di trasformare un cibo al quale è abituato da milioni di anni e
per il quale è stato costruito dalla natura.
[qualcuno sostiene che siamo più simili ai predatori che alle prede. Abbiamo gli occhi
posizionati frontalmente, come le tigri, non lateralmente, come le gazzelle e i
conigli]
E in ogni caso non dimenticate mai le parole di Gesù (e
non solo in riferimento alla questione dell’alimentazione!):
Non è quel
che entra nella bocca che contamina l’uomo; ma quel che esce dalla bocca, ecco
quel che contamina l’uomo. Allora i suoi discepoli, accostatisi, gli dissero:
Sai tu che i Farisei, quand’hanno udito questo discorso, ne son rimasti
scandalizzati? Mt 15,11-12
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Per quanto concerne la
seconda domanda sono, ovviamente, d’accordo con la frase riportata negli
insegnamenti della Bailey, pur restando fedele a quanto detto ne La porta del Mago:
[...] dobbiamo sempre
tener conto del fatto che ogni apparato psicofisico ha i suoi bisogni.
L’apparato psicofisico d’un Maestro (quinta iniziazione)
non ha più bisogno degli stessi nutrienti di cui invece abbiamo bisogno noi. Un
iniziato di quel livello può effettivamente nutrirsi di frutta o anche solo di prana, ma questo non significa che un qualunque
fruttariano sia un maestro, bensì solo che il suo organismo tollera bene quel
regime a causa di predisposizioni che probabilmente derivano da vite precedenti
(vale anche per il caso della già citata Jasmuheen).
Ma quando parliamo di maestri stiamo parlando di Buddha, il Cristo, Djwal Khul,
Koot Humi, Morya e pochi altri, per lo più sconosciuti e che non scendono mai
tra la gente. Vivono in luoghi isolati, comunicano con iniziati e discepoli
telepaticamente (vedi rapporto fra Djwal Khul e le due iniziate Blavatsky e
Bailey) oppure attraverso una vera e propria “possessione” (vedi rapporto fra il
Cristo e Gesù). Insomma, non è qualcosa che si trova alla nostra attuale portata.
Per quanto concerne un iniziato di grado inferiore (terza
e quarta iniziazione), costui ha già capito quale alimentazione gli è più
congeniale per il suo progresso; non si fa problemi a mangiare tutto ciò che
gli occorre, né a cambiare rapidamente regime alimentare nel momento in cui
percepisce che la sua macchina biologica richiede degli aggiustamenti. Ricordiamoci
infatti che “siamo ciò che mangiamo” e che attraverso l’alimentazione è
possibile guarire – o meglio, non far ammalare – l’apparato psicofisico, sia
psicologicamente che fisicamente. Non di rado egli fa anche ricorso al digiuno.
Stiamo parlando dei grandi iniziati della storia come Gesù (che ha ospitato il
Cristo per tre anni), Socrate, Pitagora, Lao Tzu, Zaratustra, Maometto, Gurdjieff,
Osho, Sai Baba, ecc. Solitamente creano religioni o movimenti di qualche tipo e
sono in grado di influenzare milioni di persone.
Per quanto concerne gli iniziati di prima e seconda
iniziazione e i discepoli più avanzati, essi hanno, in generale (c’è comunque una
grande differenza fra un iniziato e un discepolo), un’ottima gestione dell’apparato
psicofisico, anche se non ancora completa, per cui si preoccupano di imparare ad
ascoltarsi e procedono per tentativi e con cautela, sia nel determinare l’attività
fisica da svolgere sia nello scegliere la giusta alimentazione, senza mai cedere alla
tentazione di “mettere il carro davanti ai buoi”, pensando di poter guadagnare
in elevazione spirituale smettendo di mangiare carne, se non è questo ciò di
cui il loro involucro ha effettivamente bisogno. Questi iniziati di norma non
sanno di esserlo e non sanno nemmeno cos’è la Gerarchia di Shamballa – o
Fratellanza Bianca – per cui possono essere utilizzati per i compiti più
disparati. Alcuni lavorano nell’ambito della spiritualità, ma la maggior parte
di loro agisce nella politica, nel mondo dell’imprenditoria e nel mondo dell’arte,
se ne trovano persino nell’ambiente militare. Stiamo parlando di Cagliostro,
Nicolas Flamel, Paracelso, Eckhart Tolle, Aïvanhov, Blavatsky
e Bailey, Leadbeater e Besant, Krishnamurti, Eugene J. Gold, ma anche di Napoleon Hill, Wallace
D. Wattles, Prentice Mulford, James Allen, Camillo Olivetti, Joe Vitale, Anthony
Robbins... e tanti tanti altri, famosi o sconosciuti, disseminati in giro per il mondo, in tutti i
campi.
LEGGI L'APPROFONDIMENTO NEL SUCCESSIVO ARTICOLO.
Salvatore Brizzi
[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]
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