Sostiene Draco Daatson che per sconfiggere Cronos è
sufficiente vivere nell’istante presente. Non esiste una tecnica elaborata per
riuscirci. Non può esistere una tecnica per imparare a essere dove siamo sempre
stati e dove saremo sempre, ossia Qui-e-Ora. Non esiste un cammino spirituale
che ci porti dove siamo già. È sufficiente che restiamo dove siamo. In realtà
noi siamo sempre liberi, ma ciò che accade di norma è che viviamo sbalzati
fuori dal Qui-e-Ora, fuori dalla libertà, che invece è la nostra condizione
naturale.
S. Brizzi, Guerrieri
Metropolitani
Le grandi correnti
mistiche/religiose/filosofiche del mondo hanno tutte avuto origine con un uno
scopo realizzativo; non si tratta di credi, teorie, idee, teologie e neppure
dottrine, ma piuttosto di “veicoli”, ossia di pratiche empiriche. Si tratta di
“esperimenti” da eseguire su di sé, qualcosa da fare e poi essere, non
soltanto di qualcosa da pensare e poi credere.
Ognuno di noi
possiede pienamente e in ogni momento questa Consapevolezza fondamentale e
universale: è la Consapevolezza pura e semplice che avete in questo stesso
attimo, mentre leggete, ma a cui non stavate prestando attenzione fino a un
istante fa, perché eravate identificati nella lettura. Lei c’era ma non ne
avevate coscienza. Riuscite allora a comprendere la differenza fra
concentrazione e Consapevolezza? La concentrazione è passiva mentre la
Consapevolezza è attiva, ossia dovete ricordarvene.
Poiché questa
Consapevolezza primaria, fondamentale e suprema è sempre presente prima che
tentiate di afferrarla – è ciò che voi siete, qualunque cosa facciate – non
esiste in definitiva alcun sentiero che conduca ad essa, né c’è alcun modo di
raggiungerla. Questa era la brutta notizia.
Le varie tradizioni,
dove correttamente interpretate, suggeriscono come far tacere la mente
indagatrice, come far cessare il tentativo di afferrare nel tempo ciò che è
eterno e nello spazio ciò che è infinito, come spegnere la ricerca stessa,
cosicché la Consapevolezza possa risplendere non più offuscata dalla volizione,
dal “voler trovare”.
Dio è più vicino a me di quanto io non lo sia a me
stesso.
Meister Eckhart
L’essenziale della ricerca,
ossia la risposta (unica) alle domande: Chi sono io? Cosa è la Consapevolezza?
Cosa è Dio? la si può trovare unicamente volgendo lo sguardo via dal pensiero volitivo.
Ciò che davvero vuole l’autentico ricercatore è uno stato di non-volizione, uno
smettere di allontanarsi dalla Consapevolezza primordiale, uno smettere di
fuggirla a ogni istante con l’atto volitivo del volerla ottenere.
Non possiamo servirci
del tempo a questo scopo. Possiamo utilizzare il tempo per qualunque altro
scopo, ma non per questo. Il tempo esiste solamente quando c’è un divario
psicologico fra ciò che è e ciò che dovrebbe essere. Se noi pensiamo che la
Consapevolezza debba essere ottenuta perché non c’è ancora in questo momento...
allora creiamo il tempo. Se non la siamo già, la dobbiamo ottenere, per cui ci
occorrono spazio e tempo. Realizzare l’erroneità di questo modo di pensare
significa liberarsene: un evento che non richiede nessuno sforzo e nessuna
pratica. Il comprendere è immediato, intuitivo, non appartenente al tempo.
Ciò che ci acceca è
il desiderio di raggiungere un obiettivo, il che implica la non accettazione di
ciò che siamo adesso, di come siamo adesso e di dove siamo adesso. La Verità è
però uno stato immutabile, già completo in se stesso in questo istante, non uno
stato che debba essere raggiunto o un punto verso il quale possiamo evolverci o
svilupparci. La Verità è ciò da cui partiamo, non ciò a cui dobbiamo arrivare.
Questa comprensione
dovrebbe condurci a un “punto morto”. Un arresto del pensiero razionale. Una sospensione. Un’attesa… ma senza
oggetto. Un’attesa che è uno stato interiore, in quanto non c’è nulla da
attendere, essendo la risposta precedente la domanda. La vera meditazione è l’attendere
senza prospettiva, l’attendere per l’attendere, che non distrugge il pensiero
razionale, ma semplicemente lo ignora e in tal modo lo sorpassa. Non possiamo
nemmeno restare in attesa della Consapevolezza, poiché la Consapevolezza non ha
mai un inizio essendo sempre presente, un fuoco pulsante nel cuore di ogni
pensiero, dove resta sempre in attesa.
Attraverso questa
sospensione, questo restare in attesa, si verifica una sottile trasformazione
della coscienza ordinaria, grazie alla quale l’attesa diviene un permanere,
ossia uno “stare fuori dal tempo”. Se nello Zen e nel Tao si ha un
atteggiamento verso il pensiero che include spesso sfiducia o addirittura
disprezzo, noi, che apparteniamo alla tradizione filosofica occidentale, usiamo
il pensiero come via, muovendoci in profondità dentro di esso, permettendogli
di divenire sempre più sottile, finché non diviene un modo di rivelazione della
Consapevolezza. Di fronte all’impossibilità di poter ottenere qualcosa che già
siamo, e alla necessità del volerlo comunque realizzare, la mente razionale
cede di schianto e lascia il posto all’intuizione, ottenendo così sprazzi di illuminazione.
Il restare in
sospensione è sia la via che la meta: un aspettare che non ha mai fine, come un’inspirazione
perpetua, mai seguita dall’espirazione. L’illuminazione – la Consapevolezza – non
potrà mai essere trovata, poiché non è mai stata perduta. Siamo fatti di ciò
che stiamo cercando, tuttavia non riusciamo a smettere di cercare. L’illuminazione
è un mistero assoluto in quanto il suo verificarsi si colloca fuori dell’ambito
della volontà. La si ottiene quando si smette di volerla e ci si lascia “ricondurre
ad essa” approfittando del permanere in questo stato di attesa perpetua. Il
devoto non cerca più Dio, bensì riceve da Dio lo slancio verso Dio, senza
merito personale.
L’uomo non può che
affidarsi alla Consapevolezza perché appartiene già originariamente ad essa. In
effetti la sospensione del volere – posto che non sia praticata con un scopo –
si fonda sulla nostra appartenenza a ciò di cui siamo in attesa. L’illuminazione
esiste già perché già le apparteniamo. La disposizione meditativa dell’attesa è
già la meta e costituisce l’essenza segreta del vero pensare, quando questo non
è solo rumore mentale.
Buona attesa a tutti.
Salvatore Brizzi
(occupazione: domatore di fiumi)
(occupazione: domatore di fiumi)
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