La goccia non si perde
nell'oceano, bensì diviene consapevole di essere l'oceano stesso. Una
differenza piuttosto importante, quando la goccia sei tu.
Si narra nella famosa favola dei fratelli Grimm che un
giorno la mamma di Cappuccetto Rosso le diede un pezzo di focaccia e una
bottiglia di vino da portare alla nonna che abitava nel bosco: “Va’ da brava, senza
uscire di strada, sennò cadi...” è la sua raccomandazione. Cappuccetto Rosso
parte ed entra nel bosco, qui incontra un lupo “ma non sapeva fosse una bestia
tanto cattiva e non ne ebbe paura”.
Basterebbero già questi elementi per giustificare un’interpretazione
esoterica di questa favola oramai
facente parte dell’immaginario collettivo. La bambina rappresenta un’anima che
deve intraprendere un percorso evolutivo. Il cappuccetto rosso (che le viene
regalato dalla nonna) rappresenta il paramento iniziatico indossato dal discepolo
prima di affrontare una prova. La protagonista lascia la casa su indicazione
della mamma (lo spirito), per compiere un cammino nel bosco e giungere dalla
nonna, ossia la mamma della mamma (lo spirito consapevole): il punto di arrivo
si trova a un’ottava superiore rispetto al punto di partenza. Porta con sé il
pane e il vino (la carne e il sangue), i due alimenti simbolici per eccellenza.
Nonostante la raccomandazione della mamma di non deviare per
non rischiare di cadere, quando Cappuccetto Rosso incontra il lupo non se ne
spaventa e comincia a rispondere alle sue domande. Il bosco buio rappresenta il
cammino dell’anima nella materia, questo è infatti il luogo dove incontra il
lupo famelico, che simboleggia le brame della personalità, la quale si cura
unicamente di riempirsi lo stomaco (la sua sopravvivenza). Cappuccetto Rosso
non ne ha paura perché non si avvede della pericolosità dell’ascoltare la
personalità anziché l’anima, per cui segue il consiglio del lupo e comincia a vagare
nel bosco in cerca di fiori. Molto interessante la frase con cui il lupo
convince la bimbetta: “Guarda un po’ quanti bei fiori ci sono nel bosco,
Cappuccetto Rosso; perché non ti guardi attorno? Te ne stai tutta seria come se
andassi a scuola, invece è tutto così allegro nel bosco!”
Il lupo la inganna distraendola dal suo cammino iniziatico.
Le dice di guardarsi intorno, la affascina con le bellezze che si trovano nel
bosco, a tal punto che la protagonista esce dal sentiero per raccogliere i
fiori. Questo episodio rappresenta le anime che restano intrappolate nelle
illusioni della materia e si dimenticano che il bosco va solo attraversato
velocemente, senza perdere troppo tempo e senza prestare ascolto ai lupi.
Adesso arriviamo a un punto cruciale: mentre Cappuccetto
Rosso è distratta dal bosco, il lupo corre dalla nonna e la mangia, quindi si
traveste e finge di essere lei. Cosa significa? A causa del lungo tempo
trascorso nel bosco la personalità famelica ha avuto il tempo di travestirsi da
spirito. Il lupo ha preso le sembianze della realizzazione della consapevolezza
finale. Cappuccetto Rosso crederà di aver compiuto il suo cammino iniziatico ed
essere finalmente giunta dalla nonna, quando invece si troverà di fronte a un
travestimento del lupo.
Questa è la fase più importante della prova del discepolo:
deve stare in guardia rispetto alle false realizzazioni. Il suo scopo è “raggiungere la nonna” o “tornare a casa del Padre”, come accade anche nel
viaggio iniziatico di Pinocchio, e come nella parabola del figliol prodigo, che
si colloca a fondamento di queste fiabe esoteriche. Ma a un certo punto,
proprio prima della realizzazione finale, l’iniziando può cadere nell’illusione
mentale (un’ossessione che lo porta a credere di aver realizzato l’Uno) o
emotiva (stati di beatitudine mistica). Il lupo ha inglobato la nonna dentro di
sé e adesso finge di essere lei.
Cappuccetto Rosso si lascia ingannare e viene a sua volta
mangiata dal lupo. Dopodichè il lupo si mette a dormire (la personalità
addormentata).
A questo punto accade qualcosa di inaspettato, compare una
figura nuova: il cacciatore. Apre con un paio di forbici la pancia del lupo e
ne tira fuori prima la bambina e poi la nonna. Chi è costui che libera sia l’anima
che lo spirito rimasti intrappolati nella macchina biologica, portando così la
protagonista a realizzare la sua missione (il sacrificio della carne e del
sangue serviti alla nonna/spirito, come in una messa)?
Il cacciatore è un potente shock addizionale provocato dalla
ferma Volontà di risvegliarsi. Utilizza due simboli, uno maschile fallico, il
fucile, e uno femminile, le forbici. Scrivono i fratelli Grimm: “Stava per
puntare lo schioppo quando gli venne in mente che forse il lupo aveva ingoiato
la nonna e che poteva ancora salvarla. Così non sparò, ma prese un paio di
forbici e aprì la pancia del lupo addormentato.”
Il cacciatore avrebbe potuto uccidere rapidamente il lupo sparandogli
con il fucile, ma in questo modo avrebbe condannato anche il contenuto del
lupo; allora decide di non ucciderlo ed estrarre invece ciò che la personalità
porta in sé: l’anima e lo spirito. In questo modo porta a compimento l’Opera
alchemica.
“Che paura ho avuto! Era così buio nella pancia del lupo!” dice
la protagonista ormai liberata.
Eccovi servita Cappuccetto Rosso... una favola per bambini!
Salvatore Brizzi
(occupazione: domatore di fiumi)
(occupazione: domatore di fiumi)
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Vi ricordo che i due articoli dove meglio spiego nei
dettagli la pratica del lavoro su di sé restano:
e
Gli argomenti di questi due post vengono approfonditi
nel video:
L’ALCHIMIA INCONTRA LE NEUROSCIENZE
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