Dalla mattina di lunedì 30 Dicembre alla mattina di
mercoledì 01 Gennaio trascorreremo insieme, come è già successo negli ultimi
anni, le festività di fine anno. I due giorni saranno dedicati all’argomento Sessualità, ma sarà più che altro
un’occasione per parlare ancora una volta di lavoro su di sé, questa volta
partendo dalle dinamiche di coppia e dai problemi di natura sessuale; tema,
quest’ultimo, di cui ho trattato nel mio ultimo libro La
Sacra Sessualità, che, a giudicare dall’eccezionale ritmo delle vendite,
pare proprio abbia colmato una lacuna nell’attuale letteratura sull’argomento.
Sembra che tutti lo stessero aspettando e che sia immediatamente iniziato un
passaparola inarrestabile (buon per me... e buon per voi!).
Un tema di cui non parlo nel libro – e lo faccio quindi
adesso – concerne il significato dell’erezione maschile. Afferma il sempre
ottimo Igor
Sibaldi che l'erezione maschile costituisce il grande tabù dell'Occidente,
nell'arte così come in ogni ambito della cultura. Se è accettato il nudo
femminile e può essere eccezionalmente perdonato un nudo maschile, non lo è mai
l’immagine del membro eretto. Perché esiste questo condizionamento così
invalicabile? Forse dietro tale simbolo si nasconde la trasmissione di una
Forza eccezionale, per la quale fino a oggi non ci siamo ancora rivelati
pronti? Eppure è una visione magica d'una bellezza straordinaria. L'erezione
maschile è un miracolo, in quanto non può essere in alcun modo provocata o
controllata. Questa manifestazione d'inaudita Potenza accade da sola... oppure
non accade.
Nell’erezione maschile non c'è niente di aggressivo o
prevaricante. Sebbene possa sembrare il contrario, in verità si tratta di una
silenziosa invocazione della Yoni (l'organo genitale femminile), una preghiera,
una richiesta supplicante. Con timore e desiderio al contempo, il membro
maschile chiede di entrare nel tempio buio. Laggiù sa che potrà perdersi per
sempre o ritrovarsi per sempre. Da qui nasce il senso di sacralità legato
all’atto della penetrazione. La volgarità e l’aggressività dell’erezione
maschile esistono invece solo negli occhi di chi guarda e non sa accettare il suo
Fuoco interiore. Il medesimo discorso ha valore per il rapporto
omosessuale.
È un sacrilegio considerare volgare l’organo sessuale del
maschio.
Sono volgari – e osceni – i dibattiti fra uomini politici;
sono volgari le trasmissioni di Maria De Filippi; sono volgari milioni di persone
che assistono alla finale d’un campionato di calcio; queste sono le cose che
dovremmo censurare, che dovremmo impedire ai nostri bambini di vedere, affinché
la loro sensibilità non venga deturpata; ma non può essere volgare un organo
umano nella sua piena manifestazione virile. Perché insegniamo ai nostri figli
a vergognarsi di ciò che posseggono di bello nei loro corpi?
In un post
precedente ho parlato di chi si sente infastidito di fronte alle
manifestazioni di “eccessiva” virilità altrui e le colora d'immoralità, abuso
di potere e mancanza di rispetto verso la donna. Va molto di moda criticare i
comportamenti sessuali dei politici, dei dirigenti televisivi, dei registi
cinematografici e, naturalmente, dei guru spirituali! Ma dietro queste critiche si
nasconde – senza peraltro riuscirci bene – qualcuno che in fondo ha paura della
propria stessa erezione. In senso figurato... e a volte anche in senso
letterale, con relativi problemi d'impotenza. Di tali problemi tratto in
maniera approfondita nel mio libro. Sono persone che hanno timore del proprio
Fuoco, perché paventano che potrebbe sfuggire al loro controllo ed esprimersi
sottoforma di aggressività. Sono persone che vorrebbero controllare ogni cosa.
Se io sono contrario a un determinato comportamento, per
esempio all’attività sessuale eccessivamente disinibita, posso tranquillamente
evitare di comportarmi io stesso in quel modo, ma non sono automaticamente
autorizzato a criticare chi invece si trova bene nell’adottare
quell’atteggiamento. Il problema nasce quando io stesso – inconsciamente –
vorrei essere come coloro contro cui punto il dito, ma non lo sono perché –
sempre inconsciamente – ho paura del mio Vril, del mio Fuoco, della mia Potenza
Sessuale, uomo o donna che io sia.
L’uomo non ha paura della povertà, bensì della Ricchezza;
non ha paura dell’impotenza, ma della Potenza; non ha paura di morire, ma di
scoprirsi immortale!
L’uomo vive nel terrore di accorgersi un giorno di essere
Dio!
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
APPUNTAMENTI DA SEGNALARE
Domenica 20 Ottobre - ROMA
Prima lezione CORSO DI RISVEGLIO tenuta da Salvatore Brizzi.
25-26-27 Ottobre - BUROLO (TO)
Seminario residenziale GIOVANI IN MISSIONE SULLA TERRA tenuto da Salvatore Brizzi.
02 Novembre - TORINO
Seminario LA VOCE - Riscoprire la propria voce come Via per la Consapevolezza di sé tenuto da Irene Curto e Savio Monoideiko.
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