venerdì 27 maggio 2011

L'irradiazione del Vril


Ogni alchimista può reggere una differente quantità di Vril che varia col variare della sua apertura di coscienza, cioè la sua attitudine a mortificare le tendenze egoiche al fine di rendersi “servo dello Spirito”.
A causa del processo di “discesa dello Spirito Santo” nel corso della sua vita quotidiana, l’alchimista diviene ora un accumulatore di Fuoco capace di irradiare tale elemento intorno a sé. L’ambiente che lo circonda e le persone con cui interagisce – per il solo fatto di trovarsi nel suo raggio d'irradiazione – vengono sottoposti al medesimo procedimento alchemico, sebbene con minore intensità e sempre secondo le qualificazioni di ciascuno.

L’alchimista non lavora solo per sé, ma per la Terra. La materia dell'intero pianeta cambia la sua frequenza vibratoria per sempre ogni qualvolta un singolo uomo si fa canale del Vril. È come se il Sole stesso approfittasse di un corpo per penetrare nella materia e da qui irradiare i suoi raggi verso l'esterno.

La conseguenza di ciò è la risurrezione nel Corpo. A questo punto l'immortalità della carne è ottenuta. Il Mago può conservare il suo corpo fisico attuale oppure, a imitazione di Cristo, abbandonarlo e costruirne un altro. Tenendo la mente fissa sull'immagine del nuovo corpo da creare, opera con la materia al fine di attirare a sé, come fa una calamita, gli atomi necessari a fabbricare il nuovo involucro atto a manifestarsi nell’ambiente planetario.

La potente irradiazione ignea del Mago sta alla base del concetto di “iniziazione per trasmissione” o “trasmissione diretta fra Maestro e allievo”. A un certo punto del suo lavoro, è previsto che il neofita si ponga sotto l'influenza di un Mago/Alchimista più avanzato di lui, affinché si operi tale irradiazione diretta “da Cuore a Cuore”. Se fino al momento attuale nella vita del praticante non si sono ancora verificate le condizioni perché ciò avvenisse, evidentemente non ne ha più bisogno o non è ancora pronto.

Scopo futuro di ogni alchimista resta comunque il poter attingere il Fuoco direttamente dall’Uno, attraverso la COMPLETA IDENTIFICAZIONE CON ESSO, senza dover più servirsi di iniziati di vario grado che fungano da mediatori. Quando il suo ego è visto come inesistente, potrà infatti accedere in linea diretta al Vril. Il compito del Mago è annullare se stesso come Sé separato per ricevere lo Spirito Santo dalla Sorgente Solare e ritrasmetterlo agli uomini che sono sotto la sua influenza. Ciò può esser compiuto dedicandosi all'arte, alla guarigione e all'insegnamento.

Il Mago esperto – proseguendo nel suo percorso di »imitatio Christi« – può regolare la direzione e l'intensità del Fuoco che lo attraversa e decidere di veicolarlo in maggiore quantità verso un individuo piuttosto che un altro, dopo aver valutato le possibilità di ognuno di fungere a sua volta da irradiatore di Fuoco nel suo ambiente. Pertanto, egli si preoccuperà di inviarne maggiormente verso coloro che più sentono il desiderio di servire, tenendo sempre in considerazione le rispettive capacità di assimilazione e ridistribuzione. Egli potrà anche spingerlo nei chakra appropriati a seconda delle particolari necessità del singolo.

A causa di una predisposizione naturale, succede talvolta che l’alchimista inizi a ricevere dentro di sé il Vril già molto presto a partire dal momento in cui si “mette all’Opera”, o addirittura prima ancora di aver iniziato il lavoro alchemico o un qualunque altro percorso spirituale; spesso il fenomeno comincia spontaneamente in giovane età. In tali circostanze la natura inferiore non è ancora stata purificata e per l'individuo risulta piuttosto complesso tenere a bada la sua personalità, anche perché, nella maggior parte dei casi, non ha idea dei motivi occulti per cui si accentuano in lui determinati aspetti del carattere. Comportamento irrequieto, aggressività, sensualità spinta e “fuori dalla norma” e atteggiamenti ribelli si annoverano fra le più frequenti manifestazioni esteriori dell’accumularsi del Fuoco in un individuo. Si tenga però presente che l’apparire di tali sintomi non è sempre riconducibile a quella causa elevata.

Trattenere per sé il Fuoco costituisce un comportamento suicida. Esso va espresso in qualunque attività che implichi un servizio agli esseri umani: guarigione, insegnamento e realizzazione di opere artistiche sono solo alcune fra le occupazioni possibili. Lo Spirito deve costantemente circolare, altrimenti esso si accumula nell'individuo e consuma la forma che lo contiene. Se Prometeo ruba il Fuoco agli dei è solo per donarlo agli uomini; tenerlo per sé stesso significherebbe condannarsi a bruciare stupidamente.

Uno degli usi possibili del Fuoco – in particolare in questo periodo storico – è la “battaglia per la Terra”, cioè la lotta contro le forze involutive rappresentate dai Cavalieri Oscuri. Un Mago, sia esso bianco o nero, è in grado di muoversi agevolmente sui piani spirituali, dove si consumano quotidianamente titanici scontri fra le Forze della Luce e le Forze dell'Ombra che non hanno nulla da invidiare alle più spettacolari scene dei film di fantascienza o fantasy.

Il bisogno di sempre nuovi esseri umani capaci di canalizzare il Vril è così pressante che quando un aspirante è pronto – e ciò può essere facilmente letto nell'aspetto dei suoi corpi sottili – e manifesta le qualificazioni necessarie per svolgere tale compito, viene immediatamente contattato dai Maestri della Gerarchia che – qualora lui dia la sua volontaria disponibilità – lo arruolano fra le schiere dei combattenti per la liberazione della Terra. Si tenga presente che entrambi gli schieramenti in gioco, a ben guardare, sono indispensabili e lavorano instancabilmente per la generale evoluzione del Cosmo, e che i Signori dal Volto Oscuro rappresentano unicamente l’impugnatura della torcia.

LIBRI CONSIGLIATI:
IL MITO DEL VRIL
LA RAZZA CHE VERRA’

Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)



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