venerdì 21 gennaio 2011
La mia angoscia soffre d'insonnia
Quanto più ci innalziamo, tanto più piccoli sembriamo a quelli che non possono volare.
Friedrich Nietzsche
Gli schemi mentali e le emozioni negative che pervadono i miei corpi non compaiono solo quando li percepisco coscientemente, ma continuano a far parte di me in ogni istante della mia vita.
Questo significa che anche nei momenti della mia vita in cui sono più rilassato e mi osservo, sono comunque sempre IO a essere rilassato, e io non divento una persona diversa per il solo fatto che in quel momento le caratteristiche della mia personalità non si stanno esprimendo in maniera evidente. Ad esempio, se covo dentro di me del risentimento verso il mondo, questo risentimento fa parte dei miei corpi – fisico, emotivo e mentale – e continua a impregnare i miei corpi anche quando non sto provando risentimento in maniera cosciente. In realtà io sto provando risentimento SEMPRE, in quanto esso non è un qualcosa che va e viene, ma fa parte della materia sottile con cui sono costruiti i miei corpi. Alle volte mi accorgo di questo risentimento perché appare evidente nei miei pensieri o nelle mie emozioni, ma per la maggior parte del tempo esso rimane latente, nell’inconscio.
La mia pelle è sempre con me, anche se io non sono mai cosciente della mia pelle, se non quando questa richiama la mia attenzione perché mi prude o si scotta, ma ciò non mi autorizza a pensare che essa scompaia quando io non ne sono attivamente cosciente.
Sono rilassato, ma l’aggressività pervade ancora i miei corpi; sono rilassato, ma la paura è sempre costantemente dentro di me; sono rilassato, ma l’angoscia è laggiù, in fondo alla caverna, che mi aspetta. Io sono solo saltuariamente cosciente della bramosia, dell’aggressività e della paura che mi porto dentro, tuttavia queste sono sempre con me, perché costituiscono la materia di cui è fatta la mia personalità. Desideri, paure e pregiudizi fanno da sfondo alla mia vita di tutti i giorni anche nei momenti in cui non li sento e mi credo rilassato e in pace con me stesso. Una tigre può sembrare un docile gattone nei momenti in cui è tranquilla, ma resta pur sempre una tigre, con tutte le potenzialità di un animale feroce.
I momenti in cui ci crediamo rilassati sono i momenti in cui tutti gli aspetti della personalità restano sotto il livello della coscienza mantenendo la loro consistenza di Ombre. Ma ciò non implica che tali aspetti non siano attivi ventiquattro ore al giorno. Mentre meditiamo o ascoltiamo musica new age il senso di competitività, il senso di inadeguatezza, il giudizio contro il mondo e la paura della vita continuano a far parte di noi esattamente come prima, ma non riusciamo a percepirli coscientemente. Li percepiamo solo quando affiorano nei nostri pensieri o nelle nostre azioni: se aggredisco selvaggiamente il mio assicuratore, almeno in quell’istante vedo che dentro di me è presente l’aggressività, ma il fatto che la veda unicamente in determinate occasioni non significa che la notte, mentre dormo l’aggressività non sia più dentro di me. Per riuscire a cogliere la natura dei nostri corpi anche quando siamo rilassati dovremmo essere in grado di percepire le vibrazioni sottili di cui è composta la sostanza dei corpi che costituiscono la personalità, dovremmo cioè percepirci in un lampo intuitivo come osservatori distaccati dei nostri corpi.
Ciò che noi siamo è pregiudizio e paura allo stato solido, e ogni nostra azione quotidiana è pervasa dei nostri pregiudizi e delle nostre paure, anche quando non ce ne rendiamo conto. Essi lavorano costantemente al nostro interno e si riflettono nei nostri gesti, nell’intonazione della nostra voce, nel nostro modo di respirare o di camminare, nei nostri sguardi e nelle nostre parole, nella salute della nostra pelle e nell’aspetto dei nostri capelli. Nel corso di una normale giornata non ci avvediamo di nulla... viviamo nel sonno. Ci accorgiamo, e gli altri si accorgono, solo degli stati di malessere più evidenti. TUTTAVIA ANCHE NEL CORSO DI UNA PACATA E AMICHEVOLE CONVERSAZIONE SIAMO COSTANTEMENTE SPAVENTATI, SIAMO COMPETITIVI E STIAMO GIUDICANDO MALE CHI CI STA DI FRONTE. Pertanto solo a un osservatore esperto risulterà evidente dal nostro sguardo, dall’inflessione della nostra voce e da alcuni particolari termini utilizzati, che dentro di noi, anche in quel momento, non siamo così equilibrati come crediamo di essere.
Se ci sprofondiamo in un’osservazione sincera e “spietata” viene alla luce qualcosa di terribile e magnifico allo stesso tempo: nel profondo di noi stessi non possiamo fare a meno di odiare gli altri per il solo fatto che esistono e sono oggetti separati da noi. Temiamo gli altri e li odiamo perché si aggirano come pericolosi spettri al di fuori di noi. Ci sentiamo inadeguati perché esiste un mondo separato da noi, di cui noi non ci sentiamo parte. L’Io è un atto di separazione dalla Vita, e la separazione è sempre sofferenza, in quanto comporta attrito nel fluire indistinto della Vita. Detto in altro modo: l’Io è un atto di volontà che crea un’interferenza cosciente, una bolla spaziotemporale nella Vita aspaziale e atemporale.
La soluzione è, come sempre, una diretta conseguenza del problema. SE LA MIA ANGOSCIA ESISTENZIALE È SEMPRE LEGATA A ME PERCHÉ FA PARTE DEI MIEI CORPI COME NE FA PARTE LA MIA PELLE, L’UNICO MODO CHE HO DI NON SOFFRIRNE È DISIDENTIFICARMI DA QUESTI CORPI, cogliere l’angoscia dall’esterno e tuffarmi in lei per possederla e renderla finalmente MIA, perché è un’energia che conosco intuitivamente, che io stesso sono, che domino e all’occorrenza utilizzo.
Così, succederà un bel mattino, che invece di svegliarci e sentirci angosciati per il peso dell’esistenza, ci sveglieremo... e VEDREMO l’angoscia per il peso dell’esistenza. È la percezione di un istante, e a chi è poco attento può sembrare una differenza trascurabile, invece si tratta dello scarto che c’è tra la vita e la morte. Quella opprimente sensazione per un istante sarà lì, di fronte a noi, nuda e impotente; e allora capiremo che eravamo proprio noi a darle la forza per tenerci schiavi.
Costituisce esperienza piuttosto bizzarra accorgersi che l’angoscia, la rabbia, la paura possiedono una loro vita autonoma, e lavorano sempre, indipendentemente dal fatto che noi, la coscienza ospitante, dormiamo o siamo svegli.
Ora non v’è più dubbio: la mia angoscia soffre d’insonnia; e io, come coscienza, non ho nulla da spartire con quell’angoscia.
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
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