venerdì 8 ottobre 2010

Il Re dei re


[36]Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». [37]Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Gv 18,36-37


L’apertura del Cuore rende l’uomo un Re.
Muoversi con il Cuore aperto significa camminare per le città provando la costante sensazione di “essere a casa propria”, di “trovarsi nel proprio regno”.
A tutti sarà capitato di provare un senso di sicurezza nel chiudersi la porta alle spalle, la sera, tornati a casa dopo aver passato la giornata fuori, sull’autobus o in auto, fra persone sconosciute e potenzialmente pericolose. Che bella quella sensazione di familiarità, di caldo, di riparo... che bello ritrovarsi dentro le quattro mura domestiche.
Ebbene, QUELLA STESSA SENSAZIONE DI SICUREZZA È POSSIBILE PROVARLA IN OGNI LUOGO E OCCASIONE: attraversando a piedi un quartiere malfamato, prima di un decisivo incontro di lavoro, quando si apprende dal telegiornale del diffondersi di un’epidemia o dell’imminenza di nuovi attentati terroristici...

Il senso di essere protetto... avvolto... riscaldato... accompagna in ogni situazione dell’esistenza l’essere umano che si è fatto Re, che ha attivato il suo Cuore.
Un tale individuo cammina nel mondo portando sempre con sé la percezione di trovarsi nella propria abitazione, in un luogo familiare. Nessuno gli è estraneo. Nulla di male può succedergli. Non c’è pericolo che possa nascondersi dietro il prossimo angolo... perché in verità non è mai uscito da casa sua.

Avere il Cuore in fiamme significa non uscire mai dall’avvolgente, tiepida sicurezza della propria dimora, pur trovandosi nel bel mezzo di una rissa di strada.
E questo è un miracolo.

Allora capita che le persone incrociate nel corso di una giornata smettano di costituire fonte di paura, ansia e apprensione... per trasformarsi in abili COMPLICI. Una sottile, intima intesa si stabilisce fra sconosciuti amici.
Non solo nessuno può mai danneggiare il Re, ma ognuno, nessuno escluso, diviene suo complice in ogni circostanza della vita.
Non sei più tu a sforzarti di amare il tuo nemico... ma è il tuo nemico che ti ama.
E questo è rendere testimonianza alla Verità.

L’ARIDITÀ DEL CUORE infogna le creature umane nel timore della malattia, della disgrazia, dell’abbandono, dell’attentato, dell’epidemia... La causa del vivere male si annida nella durezza del Cuore.
Non è grazie al sorriso compiacente di qualcuno che si può divenire più felici e non è aumentando i dispositivi di sicurezza nei luoghi pubblici che ci si può sentire più sicuri. Ognuno può decidere adesso il suo grado di fiducia, sicurezza e serenità... senza dover mutare alcuna condizione esterna.

Ogni essere umano può essere un Re che si muove sicuro nel suo regno. Può esserlo già da ora. Ma per realizzare ciò deve possedere il coraggio di esporsi e andare per il mondo con il Cuore aperto. Allora, e solo allora, vivrà su un pianeta sano e sicuro, pieno di armonia e pace... anche se gli altri continueranno a subire la paura dell’attentato e dell’epidemia, la paura di venire abbandonati dal partner o di perdere il lavoro.

L'illusione di maya ci tiene prigioniero il Cuore e continuerà a farlo fino a quando non avremo reso testimonianza alla Verità.
Se ho paura che il mio partner mi lasci è perché fra di noi non c’è amore, ma solo bisogno e dipendenza.
Se ho paura di perdere il lavoro è perché quel lavoro non lo amo abbastanza.
Comprendere profondamente questo, significa rendere testimonianza alla Verità.

[36]Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». [37]Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Gv 18,36-37


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Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)