venerdì 25 giugno 2010
La fine della schiavitù
Matrix è un Sistema, Neo. E quel Sistema è nostro nemico. Ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e cosa vedi? Uomini d'affari, insegnanti, avvocati, falegnami.... le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare. Ma finché non le avremo salvate, queste persone faranno parte di quel Sistema, e questo le rende nostre nemiche. Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal Sistema, che combatterebbero per difenderlo.
Morpheus (dal film "Matrix", 1999)
Forse non ci siamo capiti. Anzi... sicuramente non ci siamo capiti.
In questo momento non state leggendo VOI. Non siete voi ad andare al supermercato, non siete a voi a desiderare alcuni cibi piuttosto che altri, non siete voi a innamorarvi, non siete voi a scegliere quale libro leggere, non siete voi a parlare con i vostri amici, non siete voi a parlare ai vostri figli o ai vostri genitori, non siete voi a fare discorsi sulla spiritualità, sull’anima, su Dio, non siete voi ad avere idee su come siete e come dovreste essere, non siete voi a fare un lavoro su voi stessi.
Ciò che vi portate dentro – quelle due entità che qualcuno racchiude nel termine personalità oppure ego – prendono le decisioni al posto vostro.
LA VOCE NELLA TESTA, qualunque cosa dica, non siete VOI a dirla.
Se non toccate con mano la vera origine e la gravità del problema, non avete alcuna speranza di liberarvi.
Non potete liberarvi da un sistema economico costruito per tenervi nella povertà, non potete liberarvi dal sistema politico, né da quello religioso, perché questi sistemi agiscono nel vostro subconscio in maniera subliminale, nonostante voi siate ricchi, apolitici oppure crediate di non essere credenti.
I vostri infantili modi di ribellarvi al Sistema sono creati e consentiti dal Sistema.
Il Sistema prolifera e ha successo perché trova terreno fertile al vostro interno, nelle due entità che vi abitano e fanno di voi dei burattini. Le idee propinate dal Sistema in fatto di educazione, medicina, politica, denaro... si agganciano vibratoriamente al corpo emotivo e a quello mentale. Fino a quando non siete divenuti qualcosa di diverso e superiore rispetto a queste due entità, non potete per definizione essere liberi dal Sistema, anche se andate a vivere su un’isola deserta e vi mantenete con i soldi di papà.
Il Sistema non influenza la vostra mente. Il Sistema è la vostra mente. Politica, medicina, educazione, denaro... sono solo proiezioni olografiche esterne dei due demoni che vi portate all’interno. Il Sistema sociale si fonda su bramosia e paura, che sono le sostanze di cui è costituita la mente egoica. Se non vincete all’interno non potete vincere all’esterno. Se provate a vincere all’esterno, nel momento stesso in cui ci provate, entrate automaticamente in risonanza con le frequenze di Matrix e lavorate per il suo sostentamento. Venite risucchiati da Matrix. Nessun pensiero e nessuna azione possono essere pensieri e azioni di autentica ribellione. Non si può liberare la mente, ma ci si può liberare dalla mente. Quando si è finalmente liberi dalla mente allora ogni pensiero e ogni azione sono espressione della vostra liberazione e aiutano la liberazione degli altri... anche se fate gli edicolanti.
Ricordatevi: solo uno schiavo lotta per liberarsi da un padrone!
E nel momento in cui lottate ribadite ogni giorno a voi stessi che voi siete gli schiavi e qualcun altro è il padrone. Vi fate un lavaggio del cervello autoindotto. La lotta di classe condotta all’esterno porta sempre e comunque nuova energia al Sistema, perché riafferma il suo potere. I numeri mi danno ragione: dal tempo degli egizi a oggi, passando attraverso il ’68, il numero degli schiavi è sempre andato aumentando, non diminuendo. Le nuove piantagioni di cotone sono gli uffici pieni di computer con esseri umani a fungere da prolungamenti organici delle macchine. Infatti Matrix è un Sistema perfetto e coloro che lo hanno inventato sono geniali, molto più geniali dei “geni” partoriti dalle nostre università.
Anche quando entrate in un cammino di risveglio e rivolgete la vostra attenzione ai demoni che vi portate dentro, non dovete mai farlo con un spirito di lotta o ribellione, perché anche in questo caso essi si rafforzerebbero e si rafforzerebbe il Sistema. Il TESTIMONE non lotta, ma vince osservando con ATTENZIONE VIGILE il lavoro delle due entità ospiti. I pensieri del corpo mentale possono essere spazzati via grazie alla Presenza, senza farsi troppi scrupoli, ma le emozioni vanno vissute pienamente, fino in fondo – sempre in uno stato di Presenza – fino a quando non passano automaticamente nel Cuore. E se la Presenza è salda prima o poi compiono questo passaggio.
[Detto per inciso: All’inizio gli stati di Presenza oltre la mente vanno e vengono. Mentre discutete con qualcuno, un attimo prima siete pienamente presenti, tanto che l’altro sembra parlare al vostro interno, un attimo dopo siete assenti, e i vostri occhi tornano a essere vuoti. Talvolta si può restare nella Presenza per ore o giorni, talvolta per pochi minuti. Questi continui passaggi solitamente causano periodi di smarrimento e poca affidabilità nei comportamenti. Non fate in tempo ad abituarvi a ciò che si prova stando di là, che già vi ritrovate di qua, il che vi rende un po' spaesati.
Con il tempo siete quasi sempre presenti tranne quando scivolate nell’identificazione con qualche emozione negativa. Poi quello stato diviene via via più costante...
Spesso la prima esperienza di vera Presenza – facilitata in genere da stati di acuta sofferenza – si prolunga per qualche giorno, il che trae in inganno, perché credete di averla acquisita una volta per tutte in una botta sola. Ci sono cascato anch'io. Ma in seguito – con grande delusione – diminuisce e scompare, per riapparire poi a tratti come sopra descritto. Si tenga presente che stiamo in ogni caso parlando di esperienze soggettive che possono manifestarsi in maniera anche molto diversa.]
Ciò che dovete produrre è una Volontà extra-ordinaria (il super-sforzo di cui parlava Gurdjieff) per restare vigili più che potete, ma non una lotta contro qualcuno o qualcosa. Gesù diceva: “Vegliate! Perché non sapete né il giorno né l’ora.”
Allora le vostre parole e le vostre azioni proverranno direttamente dall’Essere e non più dalla personalità governata dal Sistema. Come ho già detto nell’ultimo post, la PRESENZA CONSAPEVOLE nel qui-e-ora vi sgancia dalla frequenza vibratoria emessa dal corpo emotivo e da quello mentale... e quindi dal Sistema. Interrompete il collegamento con il segnale emesso del Sistema.
Il TESTIMONE, lo stato di pura Presenza, è letteralmente fatto di Volontà, per cui i due fenomeni – Presenza e Volontà – rappresentano due facce della stessa medaglia. La personalità non può produrre vera Volontà, bensì solo desiderio, ed è questo che spinge e sostiene le azioni dell’uomo comune.
Il rapporto fra VOI e le entità ospiti può anche essere definito come un INCANTAMENTO. Rimanete letteralmente incantati dall’attività della mente, come un serpente al suono del flauto, vi perdete dentro di essa, scivolate nel sogno mentale inebetiti dallo scorrere incessante di quei pensieri non vostri sullo schermo della coscienza, come i titoli di coda di un film che non giungono mai alla fine.
(il 30 Giugno alle ore 21 terrò una conferenza aperta al pubblico sul tema della Volontà nella città di Viareggio)
(da qui è possibile acquistare La sconfitta di Cronos con il 15% di sconto: 12,75 euro anziché 15)
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
giovedì 17 giugno 2010
Lo sfidante
Questo post-lampo è dedicato a chi ancora non conosce questo video.
È una delle cose più risveglianti che stanno girando in questo momento sulla rete:
Questi sono i primi 10 min di un film documentario eccezionale della durata complessiva di 3h30'. Tratta della differenza fra NOI e lo Sfidante, cioè "colui" che abita all’interno di noi e condiziona tutta la nostra vita. Il termine “sfidante” racchiude in sé quelle entità che altre tradizioni chiamano il corpo astrale e il corpo mentale – oppure personalità, o ego – e che io nei post precedenti ho definito “demoni interiori”.
Finché non sappiamo che esiste lo Sfidante, ci identifichiamo totalmente con lui, e crediamo che i suoi desideri, le sue paure (Deimos e Phobos) e i suoi pensieri siano i nostri.
Lo si può vedere un pezzo alla volta su YouTube (sono 21 frammenti) oppure andare sul sito di chi lo ha prodotto http://losfidante.marenectaris.net/ e vederlo on-line, oppure scaricarlo sul proprio pc cliccando su Download.
Dallo stesso sito è anche possibile scaricare il testo in pdf.
La studiata lentezza del video, le musiche, le continue citazioni... permettono allo spettatore di entrare in uno stato di coscienza particolare. Infatti il mio consiglio è di scaricarlo sul pc, prendervi tre ore e 1/2 libere e godervelo tutto d’un fiato.
Buona visione.
(Mercoledì 30 Giugno alle ore 21 terrò una conferenza aperta al pubblico sul tema della Volontà, nella città di VIAREGGIO)
(da qui è possibile acquistare La sconfitta di Cronos con il 15% di sconto: 12,75 euro anziché 15)
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
domenica 13 giugno 2010
Possessioni
Questo post è un approfondimento del precedente.
Talvolta le persone mi chiedono cosa ne penso del fenomeno delle possessioni. È qualcosa di reale? È solo superstizione? Come possiamo individuare le possessioni autentiche ed eventualmente difenderci da esse?
Non solo affermo che si tratta di un fenomeno reale, ma che ne è coinvolta la grande maggioranza dell’umanità… oserei dire quasi tutti… Inoltre mi vanto di poter parlare per esperienza diretta, perché fino a non molto tempo fa appartenevo anch’io alla sfortunata categoria dei posseduti.
[se l'immagine di Hitler qui sotto vi ha distratti dalla lettura, interrompendola bruscamente, ciò significa che siete totalmente addormentati e ben lontani da una vera Presenza]
L’esperienza di risveglio avviene quando vi rendete conto con indubitabile certezza – perché lo VEDETE e lo SENTITE – che siete realmente posseduti da alcune entità che si approfittano di voi fino al punto di annullare totalmente sia la vostra Volontà che la vostra capacità di discernimento. Si tratta in particolare di due terribili demoni, che per comodità chiameremo Asmodeus e Dantalian (nelle gerarchie uno è un Re e l’altro è un Duca, ma vi prego di non attaccarvi ai nomi, perché sono stati scelti a caso fra i tanti). Il primo è costituito di materiale astrale e produce le emozioni. Il secondo è costituito di materiale mentale e produce i pensieri.
Potremmo anche parlare del gatto e la volpe presenti nella favola esoterica di Pinocchio, dove il gatto rappresenta l’entità emotiva presente nel corpo umano e la volpe rappresenta quella mentale.
Questi demoni in realtà esistono sul piano delle idee in quanto archetipi universali. Gli esseri umani vengono posseduti dalle cosiddette “manifestazioni” di questi archetipi nella forma. In altre parole, ognuno si porta a spasso dentro il suo corpo fisico i suoi due diavoletti personali che lo posseggono quotidianamente. Quali sono le conseguenze di questa “occupazione abusiva”? Facciamo un esempio molto pratico: se qualcuno mi passa davanti mentre sono in coda alla posta, a ME come essere umano – coscienza pura – non importa nulla, ma ai demoni Asmodeus e Dantalian invece importa... eccome. Loro decideranno di lottare per mantenere a tutti i costi la posizione in coda davanti allo sportello, e sarebbero capaci di sfondare a ombrellate il cranio di una vecchietta 80enne pur di ottenere il loro scopo.
Asmodeus e Dantalian (il gatto e la volpe) lottano per la sopravvivenza (territorio, istinto sessuale, difesa...) sempre e dovunque, per cui la conseguenza del portarvi a spasso demoni del genere è che sarete costretti a pensare con la loro testa e assistere impotenti alle loro manifestazioni: emozioni di bassa natura e pensieri ossessivi. Non sto parlando metaforicamente, mi riferisco a entità reali, parassite, dotate di intelligenza, che hanno potere su di voi nella misura in cui credete di essere loro. Fenomeno che va sotto il nome di IDENTIFICAZIONE, ossia, confondete la vostra identità con la loro.
Qualche sciamano afferma che queste entità abitanti i piani sottili provengono da altri mondi. Può essere, ma tali particolari sono di scarsa importanza ai fini della vostra liberazione.
Di fronte a un evento disturbante il gatto e la volpe si spalleggiano e si alimentano reciprocamente costringendo il corpo a reagire secondo schemi dettati dalla paura: paura di perdere il posto di lavoro, paura di non avere abbastanza denaro, paura di non ricevere amore, paura di venire abbandonati e restare soli, paura di perdere potere, paura di non venire riconosciuti, ecc.
Il dolore emotivo e i pensieri ossessivi sono sempre i demoni al lavoro. La fregatura – l’IDENTIFICAZIONE – consiste nello scambiare l’attività frenetica delle entità che vi posseggono per ciò che voi siete veramente. Per esempio, la VOCE NELLA TESTA che sentite quotidianamente sono i pensieri compulsivi di Dantalian (la volpe). Lui crea problemi in continuazione e poi cerca di risolverli. Questa attività non possiede alcuna utilità pratica per VOI (per la vostra coscienza), ma serve al demone per mantenersi in vita rubandovi energia. Nella realtà non esiste e non può esistere alcun problema. Nella realtà ci sono solo eventi neutri che si succedono. Ma l’entità mentale che vi possiede, per poter restare in vita, interpreta quegli eventi come problemi, situazioni di pericolo o difficoltà, in questo modo crea dal nulla situazioni problematiche per poi dedicarsi giorno e notte alla loro soluzione. Questo le fornisce energia e voi subite tale comportamento senza poter intervenire.
La creatività, la genialità, le intuizioni... che servono a superare le situazioni quotidiane, non appartengono al mondo della mente. Quando vi liberate di Dantalian divenite immensamente più intelligenti e capaci di cogliere la Bellezza. Se anche adesso riuscite ad avere successo sul lavoro grazie alle vostre intuizioni, sappiate che vi sta accadendo nonostante l’attività della mente, e non grazie ad essa. Senza l’attività frenetica dei pensieri la genialità farebbe finalmente il suo ingresso trionfale nella vostra vita.
Se la voce nella testa foste realmente VOI, allora potreste interrompere il flusso dei pensieri in qualsiasi momento, invece ciò non è possibile. Questa è la prova che qualcuno vi possiede, o meglio, che qualcuno possiede il vostro corpo, il vostro cervello... non VOI. Ciò che veramente siete – coscienza pura non inquinata da pensieri – non può mai essere posseduto. Accade che quando la coscienza si incarna in un corpo, nel corso dei primi anni di vita entra progressivamente in risonanza con le frequenze vibratorie di Asmodeus e Dantalian, fino a diventare un tutt’uno con tali entità: questa è IDENTIFICAZIONE. La coscienza quindi non viene posseduta, ma si identifica con le entità ospiti del corpo entrando in risonanza con le loro frequenze. Scivola inconsapevolmente sulla loro frequenza vibratoria, vibra all’unisono con loro fino a confondersi con esse e credere di stare pensando ciò che loro stanno pensando.
Sentire una voce nella testa sulla quale non avete controllo, verrebbe considerata una grave patologia su qualunque altro pianeta. Sulla Terra non accade perché gli abitanti sono tutti nelle stesse condizioni. Quando la patologia diventa norma smette di essere considerata patologia.
Come ci si cura questa patologia?
Osservando il gatto e la volpe al lavoro, ossia osservando la voce nella testa e le emozioni ad essa collegate. Siate lì, totalmente presenti e lucidi, mentre i demoni pensano usando il vostro cervello. Create un TESTIMONE CONSAPEVOLE che osserva tutto ciò che accade nel vostro spazio interiore. L’osservazione va condotta in maniera imparziale, in assenza di giudizio. Non importa che i demoni vogliano uccidere, rubare, ingannare o siano vigliacchi, infedeli e invidiosi. È un problema loro, non vostro. Se provate giudizio per ciò che combinano i demoni al vostro interno, se oggi siete dispiaciuti e domani contenti per il loro comportamento, è perché siete ancora identificati con essi. Questo è il segno che non state osservando col TESTIMONE.
L’osservazione è l’inizio della loro fine. Ascoltando le emozioni e i pensieri create una presenza consapevole al di sotto di essi. Queste manifestazioni allora perdono potere, perché traggono la loro forza proprio dalla vostra identificazione con esse. Se vi ricordate di voi stessi e restate presenti durante le manifestazioni demoniache accade che passate su un’altra frequenza vibratoria e in tal modo vi scollegate, anche solo per breve tempo, dalla loro frequenza, che è poi la frequenza di Matrix, la frequenza dell’illusione. Questa si chiama DISIDENTIFICAZIONE. La pura consapevolezza testimonia l’attività dei demoni e in tal modo se ne separa.
Fino a quando non fate uno sforzo consapevole (il super-sforzo di cui parlava Gurdjieff) per cambiare frequenza vibratoria attraverso la vostra Presenza, voi e loro continuerete a essere un tutt’uno indistinguibile e continuerete ad affermare: “Io penso... io sto male... io ho un problema... io credo che...”.
Se non potete controllare la macchina, siete la macchina.
Avete idea del senso di liberazione – una liberazione che attraversa tutto il corpo come una tiepida ondata – che si prova restando in uno stato di PRESENZA VIGILE mentre viaggiate sull’autobus per andare al lavoro? Senza pensieri o emozioni, senza ricordi o immaginazioni per il futuro, con la mente disinnestata (e disinnescata). Semplicemente osservando.
I demoni possono agire indisturbati solo finché restano nell’ombra, ma dal giorno in cui vi osservate state portando luce (consapevolezza) nell’ombra e loro iniziano a perdere energia in maniera inesorabile... fino a quando non saranno totalmente sotto il vostro potere. E il mago/alchimista ha fra i suoi scopi principali quello di ottenere potere sui demoni.
Vegliate! Siate i guardiani sempre vigili del vostro mondo interiore.
(da qui è possibile acquistare La sconfitta di Cronos con il 15% di sconto: 12,75 euro anziché 15)
Salvatore Brizzi
(occupazione: domatore di fiumi)
lunedì 7 giugno 2010
Lo stato di non-mente
Per esempio, sul lavoro vi dicono che sono necessari dei tagli al personale e quindi è molto probabile che perderete il vostro posto “sicuro” entro qualche mese. Il responsabile del personale vi consiglia di cominciare a cercare qualcos’altro.
Altro esempio: il partner che amate in questo momento, vi dice che ha conosciuto un’altra persona, di norma questa persona può dargli qualcosa che voi non potete dare, quindi – alla pari del vostro responsabile del personale – vi consiglia di cominciare a cercare qualcos’altro! Ma... ovviamente... si può sempre restare buoni amici!
Cosa accade nelle ore e nei giorni successivi?
Il centro mentale e quello emotivo immediatamente si coalizzano – in oriente questa “associazione a delinquere” viene chiamata kama-manas – per cercare di sopravvivere alla situazione pericolosa che si è venuta a creare. Questo significa in termini pratici che il plesso solare si surriscalda, si contrae, fa male, provoca senso di nausea, mentre l’intero corpo emotivo vibra. Le vibrazioni del corpo emotivo raggiungono il mentale, il quale inizia a produrre pensieri in maniera incontrollata. I pensieri mentali sono legati al tempo, quindi saranno tutti ricordi del passato e anticipazioni del futuro.
Nel primo esempio, quello del lavoro, comincerete a pensare agli anni trascorsi in quella azienda: le promesse che vi avevano fatto, i successi ottenuti, i colleghi simpatici e quelli antipatici, le ingiustizie subite in silenzio, la pazienza e la dedizione verso il lavoro che avete mantenuto in maniera costante (questo in realtà non è mai avvenuto... ma in questa situazione alla vostra mente sembrerà di ricordare di averlo fatto!). Poi pensate al futuro: che cosa farete adesso? Da domani dovete cominciare a cercare lavoro... da chi andrete per primo? Come vi organizzerete? E se non doveste trovare nulla nei prossimi mesi? Cavolo... la moglie... i bambini... Che situazione terribile! Perché proprio a voi? Dove avete sbagliato? A tratti, vi viene quasi voglia di farla finita.
Ogni volta che pensate a tutto questo – essendosi emotivo e mentale coalizzati – il plesso solare vi fa ancora più male, cioè soffrite ancora di più.
Nel secondo esempio, quello della coppia, comincerete a pensare agli anni – a volte anche solo mesi – trascorsi con quella persona: le promesse che vi aveva fatto, i momenti divertenti trascorsi insieme, le chiacchierate sugli argomenti in comune, i progetti, la fusione nel sesso, lo stare abbracciati, l’odore dell’altro, lo sguardo, il modo di muoversi, i sacrifici fatti per lui/lei... Poi pensate al futuro: magari torna (no, non torna... ma in questa situazione alla vostra mente piace immaginare l’altro che batte sull’uscio di casa implorando di poter tornare con voi!), se lo rincontrate gli dovete dire questo e poi questo, e anche se lui risponde così, poi voi rispondete così (ore di dialoghi immaginari, che non sono mai avvenuti e forse non avverranno mai), immaginate cosa avreste potuto fare insieme e non potrete più fare, non riuscite a immaginare la vostra vita senza l’altro, non riuscite a pensare di potervi innamorare di nuovo in quel modo.
Ogni volta che pensate a tutto questo – essendosi emotivo e mentale coalizzati – il plesso solare vi fa ancora più male, cioè soffrite ancora di più.
È bene sia chiaro che tutti questi dialoghi interni fanno parte di un’attività totalmente MECCANICA, ossia, non voluta da VOI.
Come si esce da questa situazione? Sarò sincero: se non siete abituati a lavorare su voi stessi attraverso l’osservazione distaccata di emotivo e mentale... sono tutti cazzi vostri!!!
Restate per ore, per giorni, a volte per mesi... imbambolati, con la mente che pensa a ricordi e anticipazioni in maniera compulsiva, immersa nel dialogo interno, costringendovi a provare frustrazione, sconforto, a volte grande rabbia o addirittura odio verso l’azienda, il partner o il mondo stesso. La consapevolezza di sé scende ai minimi livelli e voi restate prigionieri delle paure dei vostri involucri animali.
E potete solo aspettare che passi.
Chi ha già maturato una certa esperienza nel lavoro su di sé, ha qualche possibilità in più. Ma sarò ancora più sincero: non basta “una certa esperienza”, dovete aver raggiunto un preciso grado iniziatico che consiste nella capacità di osservare il corpo emotivo e tenerlo a bada. In questo stato, anche se l’immaginazione negativa della mente è ancora attiva (ma quando l’emotivo non è coinvolto, lo è già molto meno), la sofferenza emotiva non si mette più in moto. Siete dunque riusciti a operare il distacco fra kama e manas, siete liberi dalle tempeste emotive, le quali vi impediscono di agire con il Cuore in uno stato di lucidità interiore.
Disidentificarsi da mente ed emozioni significa smettere di dare importanza a ciò che la mente pensa e ciò che il corpo emotivo prova. Per esempio, voi siete convinti che dalla mente possano giungere le soluzioni ai problemi che si creano sul lavoro o nella coppia, pertanto, da questa prospettiva, se fate tacere la mente avete meno possibilità di risolvere i vostri problemi. Pensando in questo modo non troverete mai la giusta Volontà per osservare la mente da fuori! Se pensate di perdere qualcosa di prezioso... non ve ne distaccherete mai. Invece proprio quando vi distaccate dai pensieri della mente e iniziate a osservarli da fuori, arrivano le soluzioni più illuminanti ai vostri problemi!
Questa è addirittura la fase più importante, perché nel momento in cui possedete la certezza che i ricordi e le anticipazioni prodotti dalla vostra mente sono solo secrezioni prive di utilità pratica che niente aggiungono alla comprensione della situazione, il distacco diventa unicamente una questione di tempo.
Il dolore emotivo, per quanto forte, viene ridimensionato e ricondotto entro i suoi confini naturali: è solo il dolore di un corpo, senza una sofferenza psicologica collegata, come quando vi pestate un dito col martello.
Il dolore è però un Piombo prezioso, per questo motivo non va mai rifiutato, ma semplicemente osservato in stato di Presenza. La rabbia, il desiderio di vendetta, il senso di abbandono, il senso di impotenza, la paura... ognuna di queste emozioni può essere utilizzata per entrare ancora più profondamente nella Presenza e quindi nella non-mente. Ognuna di queste emozioni può essere un trampolino di lancio verso la Libertà definitiva: proprio quando state soffrendo di più siete più vicini alla Presenza, ma dovete cavalcare l’onda, non farvi sommergere.
Riassumendo. Prima vi sforzate di restare PRESENTI e osservare le vostre reazioni emotive e i conseguenti pensieri negativi. Man mano che l’emotivo si tranquillizza vi concentrate maggiormente sui pensieri stessi. L’osservazione continua fa sì che nel grado iniziatico successivo siate in uno stato di PRESENZA e osservazione così puri che i pensieri vanno e vengono senza toccarvi... fino a quando non si producono nemmeno più. Questo è lo stato di non-mente, che all’inizio va e viene, ma col tempo diventa stabile.
La non-mente è il Rifugio dell’anima, una porta verso l’Amore privo di condizioni. È pace con se stessi e con gli altri. Un senso di totale rilassamento, ma anche viva Presenza. Un senso di ESSERCI esaltato all’ennesima potenza, ma anche Compassione per le afflizioni del mondo, un Cuore bruciante di passione per la Vita.
La vostra capacità di restare PRESENTI in stato di osservazione dell’attività emotiva/mentale, decide se alla prossima occasione soffrirete solo per qualche ora o per qualche mese.
Buon Lavoro.
(da qui è possibile acquistare La sconfitta di Cronos con il 15% di sconto: 12,75 euro anziché 15)
Salvatore Brizzi
(occupazione: domatore di fiumi)
martedì 1 giugno 2010
Esserci (Da-sein)
La lettura di Essere e Tempo di Martin Heidegger (1889-1976) è un evento che ti segna la vita.
Di norma nemmeno gli studenti di filosofia lo leggono integralmente. Non è infatti un’opera che puoi leggere per imposizione dall’esterno. È difficile da spiegare persino per certi professori. La leggi quando proprio sei disperato e disposto a tutto pur di trovare un senso alla vita. Situazione nella quale mi trovavo immerso una quindicina d’anni fa.
Il senso dell’esserci è ciò che caratterizza l’essere umano, o meglio, ciò che MI caratterizza, in quanto l’unico esserci che posso esperire è questo mio esserci. È il mio sentirmi cosciente nel tempo. L’esserci sono io: una 'cosa' nel tempo che si interroga su di sé.
Fisica, biologia, scienze storiche, teologia, metafisica... tutto perde di senso – diventa privo di fondamenta sicure – se prima non risolvo il problema del mio esserci. Una qualunque verità proveniente dall’esterno diviene inevitabilmente sterile se prima non ho indagato il mio esserci.
Dio si è riversato nel mondo e il risultato è il mio esserci, il mio sentirmi improvvisamente cosciente e gettato nella temporalità e nella paura di morire – la base di tutte le paure, da quella di essere abbandonato a quella di essere derubato. Proprio la temporalità – e quindi la possibilità della morte, della fine del mio esserci – crea – limitandomi nel tempo – la sensazione del mio stesso esserci. Se l’essere non entrasse nel tempo non potrebbe mai esserci, cioè divenire autocosciente.
In altre parole, è come se io fossi essenzialmente costituito di paura di morire, di angoscia pura. L’autocoscienza, se ci pensate bene, non può che essere già angoscia, paura di non essere più. E finché sono autocosciente sono angosciato, perché il tempo, in quanto finito, non può che procurarmi un’angoscia costante, un rumore di fondo che inquina tutta la mia vita – per quanto soddisfacente possa essere questa vita sul piano materiale –, ma che allo stesso tempo mi permette di esserci, di divenire cosciente della vita stessa. Nella mia mortalità trovo la mia autocoscienza.
Ciò che a Heidegger forse è sfuggito è che non per tutti l’esserci è qualcosa di reale. Per la maggior parte delle persone esistono solo corpo, emozioni e mente con le loro variegate manifestazioni, ma l’esserci, per sua stessa natura, appare solo quando io mi fermo un attimo e ci rifletto. Negli affanni della vita quotidiana il vero esserci scompare. Come direbbe Gurdjieff: io esisto solo quando mi sforzo di essere presente, quando mi fermo un attimo e divengo consapevole di esserci, altrimenti il mio vivere è solo meccanicità inconsapevole.
Una persona che agisce inconsapevolmente... non può dire di esserci.
L’esserci non ci è dato. Esso va preteso, è frutto di sforzo, di Volontà.
Fino a quando il mio esserci è identificato con la mente – e con il tempo, di cui la mente è costituita – sono destinato a restare nell’angoscia esistenziale. Ma quando l’esserci, attraverso un atto di Volontà, torna a prendersi cura di sé, allora per un attimo sono fuori dalla mente e dal tempo. Questo si chiama “ricordo di sé” o “ritorno a sé”.
Ossia, una volta che ho sfruttato il tempo per divenire cosciente del mondo, allora devo sfruttare l’attimo, l’hic et nunc (=qui-e-ora) per divenire cosciente di me. La via d’uscita dall’angoscia consiste nel prendermi cura dell’adesso, istante dopo istante.
Il mio esserci è solo apparentemente temporale, ma in verità, se io mi prendo cura dell’attimo presente, se vivo di Presenza fino a risolvermi in essa, allora mi rendo conto che l’unica vera modalità dell’esserci si colloca al di là del tempo. Anzi, più risiedo nell’attimo, più si intensifica il mio esserci, che smette di essere una sensazione vaga, per diventare Essere puro.
Come si ottiene questo? Con un atto di Volontà (Thelema in gr.), un atto di Presenza (Parousía in gr.) e un atto d’Amore (Ágape in gr.). Le tre istanze sono collegate e formano un tutt’uno, in quanto l’Amore e la Volontà sfociano necessariamente nella Presenza. Qualcuno – come Arthur Schopenhauer – risuona maggiormente con l’energia della Volontà, qualcun altro – come Gesù – con quella dell’Amore, ma alla fine tutti mirano a una maggiore Presenza nell’hic et nunc.
Resta il fatto che l’esserci è principalmente volontà di esserci. Nell’atto di Volontà è insito l’atto di creazione di colui che vuole. È la Volontà che partorisce colui che vuole, non viceversa. Se veramente VOGLIO essere qualcosa al di là della mente e delle emozioni di cui è composto l’animale uomo, posso farcela, ma devo sforzarmi di RICORDARMELO; non posso infatti pretendere di esserci e allo stesso tempo dimenticarmi di me abbandonandomi all’inerzia dei miei corpi. Esserci è sempre un voler essere presenti a sé.
L’Amore scaturisce da questa Presenza.
Heidegger non ha mai concluso Essere e Tempo, che è rimasta un’opera incompiuta... e negli ultimi anni della sua vita esprimeva il suo pensiero solo in poesia...
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
(questo è il libro nel quale ho parlato per la prima volta di Draco Daatson e Victoria Ignis)
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