Lo spunto per questi 2 post mi è stato dato da una signora che frequenta la mia stessa compagnia e che nel corso di una serata in pizzeria è intervenuta per chiedermi: “Ma come mi spieghi che siano esistiti personaggi che hanno incarnato il male come Hitler nel passato o come il presidente dell’Iran oggi, cioè persone che odiano la civiltà democratica e sono sempre pronte ad attaccare gli altri e fomentare la guerra?”.
A questa signora – che, bontà sua, degnamente rappresenta il modo di pensare del burattino medio – sfuggono alcuni particolari!
Chi sono i buoni... e chi sono i cattivi?
Da vari giornalisti e cittadini di lingua araba è stato affermato che i discorsi del presidente dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad vengono tradotti inappropriatamente e strumentalizzati con l'aiuto dei media per dare l'immagine di un uomo di Stato violento. Per esempio, tutti siamo convinti che il personaggio in questione abbia pronunciato la frase: “Lo stato di Israele deve essere cancellato dalla carta geografica.” Se tradotto correttamente il presidente iraniano in realtà chiede come obiettivo per il futuro la rimozione dei regimi che sono al potere in Israele e negli USA e chiede una maggiore autorità per la Palestina. L’espressione “carta geografica” nel discorso originale non compare nemmeno.
L’inganno è stato aiutato dal fatto che molti organi di stampa internazionali usano come principale compagnia di traduzione la MEMRI (Middle East Media Research Institute) per tradurre lingue mediorientali. MEMRI guarda caso è posseduta da due Israeliani di destra neo-con: Meyrav Wurmser, la moglie di uno degli aiutanti di Dick Cheney (ed ex assistente speciale di ‘Strap-on’ John Bolton), David Wurmser e l’ex (?) ufficiale dell’ Intelligence Militare Israeliana, Colonnello Yigal Carmon. In effetti uno sguardo all’incompleta lista dello staff su Wikipedia sembra suggerire una pesante influenza israeliana (di destra) nel personale e almeno due ex membri dell’Intelligence Militare Israeliana. Ma sono convinto che queste persone si siano ritrovate insieme casualmente e la ‘solita lobby ebraica’ non c’entri nulla in questa manipolazione delle informazioni. D’altronde quando uno cerca lavoro va dove lo assumono!
Se andiamo a indagare a fondo – e a me talvolta capita di farlo - il presidente iraniano, definito dai media l’Hitler del Terzo millennio, ha la grossa responsabilità di aver inaugurato la prima borsa regionale indipendente del petrolio al mondo. La borsa che avrebbe accettato euro al posto di dollari è stata effettivamente aperta il 21 marzo 2006 nella città di Asslavieh, definita per questo la ‘capitale energetica della Repubblica islamica’. E’ la borsa regionale il problema che sta mettendo l’Iran nel centro del mirino di missili e caccia. Il nucleare bellico iraniano c’entra come c’entravano le armi di distruzione di massa di Saddam: semplici scusanti per l’intervento armato.
Pensate ad una borsa petrolifera che per la prima volta accetta euro al posto di dollari...
Vi riporto adesso alcuni stralci – correttamente tradotti – tratti dal discorso di Ahmadinejad alle Nazioni Unite nel 2006. La saggezza delle sue parole è inconfutabile. Inoltre l’occhio più attento non mancherà di notare che Gandhi, quando parlava dell’oppressione degli inglesi sull’India, utilizzava toni più forti di quelli utilizzati da Ahmadinejad nei suoi interventi.
Spettabili Signore, Egregi Signori,
quel che oggi l'umanità sopporta non è degno della dignità umana; Dio non ha creato l'uomo affinché alcuni gruppi di uomini impongano ingiustizia ad altri gruppi.
[Dio non ha creato l'uomo] affinché un gruppo creando guerra e violenza riesca a derubare la risorse, arricchirsi ed espandere il proprio dominio mentre l'altro gruppo sia costretto a sopportare la povertà e le disgrazie che ne provengono.
[Dio non ha creato l'uomo] affinché un gruppo forte delle sue armi e delle sue minacce comandi il mondo mentre altri siano costretti a rimanere sempre sotto l'ombra della minaccia e dell'insicurezza.
Certuni si spingono a migliaia di chilometri di distanza dal proprio paese ed occupano la terra altrui per controllarne il petrolio o le altre risorse; altri ogni giorno devono assistere alla distruzione delle loro case ed alla morte dei loro bambini nella loro stessa terra. Questi comportamenti non sono all'altezza della dignità umana e si rivelano contrari alla verità ed alla giustizia.
La domanda ora è questa: in simili circostanze gli oppressi del mondo dove devono rivolgersi? Quale persona o quale organizzazione difende i diritti degli oppressi e punisce gli oppressori? Dove si trova la corte della giustizia mondiale?
Alcune potenze vantano la produzione di armi nucleari della seconda e della terza generazione. A cosa servono queste armi? La produzione di queste armi micidiali e riempire i depositi di queste servirà forse alla diffusione della pace e della democrazia? Oppure queste armi serviranno a minacciare i governi e i popoli? Fino a quando i popoli del mondo dovranno vivere minacciati dalle bombe nucleari, batteriche e chimiche? Le potenze produttrici di queste armi quali responsabilità hanno e come vengono chiamate a rispondere delle proprie azioni dinanzi alla comunità internazionale? Mi chiedo se i popoli di questi paesi siano d’accordo sul fatto che la loro ricchezza venga impiegata per la costruzione di queste armi distruttrici.
Invece di appoggiarsi alle armi micidiali ed alle bombe, non si potrebbe contare sulla giustizia, l’etica e la ragione? Quale dei due sono più vicini alla pace, le bombe o la ragione? Se ci fosse ragione, etica e giustizia, le radici dell’oppressione andrebbero bruciate e le minacce distrutte. Non rimarrebbe nulla in grado di causare conflitti dato che la maggior parte dei conflitti nel mondo sono causati dalla mancanza di giustizia e dall’ambizione.
Come era successo ad altri paesi, anche l’Iraq è stato occupato e sono 3 anni che l’occupazione continua. Non passa giorno senza che in Iraq gente innocente venga uccisa a sangue freddo. Le forze che occupano il paese non sono in grado di garantire la sicurezza. Nonostante la formazione del governo e del parlamento regolare, mani nascoste lavorano per istigare le divergenze esistenti nella società iraqena e creare una guerra civile. Non esistono elementi che possano testimoniare un serio interesse delle forze di occupazione alla lotta contro l’insicurezza. Infatti, un numero elevato di terroristi sono stati arrestati dalle forze irachene ma per ragioni sconosciute le forze di occupazione hanno disposto la liberazione di questi individui.
Sembra che la fomentazione delle violenze e il terrorismo costituiscano una giustificazione per la presenza delle forze straniere in Iraq. In simili circostanze, a chi si deve rivolgere il popolo iraqeno? Dove deve sporgere denuncia il governo iraqeno? Chi è garante della sicurezza dell’Iraq?
In merito alla questione palestinese dice:
...un governo creato in una terra che non era sua e con una popolazione che non apparteneva a quella terra e che proveniva dalle diverse parti del mondo; e questa fondazione [è avvenuta] a costo di sottrarre la terra a milioni di persone. Questa è una grande tragedia che non ha precedenti nella storia umana. Ancora oggi i profughi vivono nei campi e alcuni di loro hanno detto addio alla vita senza vedere avverato il sogno di ritornare nella loro terra d’origine.
Esiste una qualsiasi forma di ragione o legge in grado di definire legale una simile azione? Esiste tra i membri delle Nazioni Unite un paese che accetterebbe che al suo paese venisse riservato un trattamento simile?
In merito alla questione del nucleare dice:
La Repubblica Islamica dell’Iran è membro dell’agenzia internazionale per l’energia atomica e firmatario del trattato NPT. Il nostro programma nucleare è trasparente, pacifico e si sviluppa sotto l’occhio attento degli ispettori dell’Aiea. Perchè a noi vengono negati i diritti riconosciutici esplicitamente dalle leggi internazionali? Quali sono i governi che ostacolano la nostra attività? Sono i governi che possiedono il ciclo di produzione di combustibile. Alcuni di questi paesi hanno usato la scienza nucleare a scopi non-pacifici come la fabbricazione di bombe nucleari ed hanno persino nel loro passato il demerito di averle usate contro gli esseri umani.
In merito al ruolo dell’ONU e all’utilizzo del consiglio di sicurezza per risolvere le questioni internazionali dice:
Quale organizzazione o quale consiglio deve occuparsi di questa ingiustizia? Il consiglio di sicurezza è nelle condizioni di farlo? Può impedire che il diritto dei paesi non venga negato loro e che alcune potenze non impediscano lo sviluppo degli altri paesi? L’uso del consiglio di sicurezza come uno strumento per la minaccia è molto preoccupante. Alcuni dei membri del consiglio di sicurezza che sono molte volte una delle parti in causa in una contesa internazionale, usano facilmente il consiglio per condannare la parte alla quale si oppongono e si sentono anche fieri di questo.
La domanda è questa: ma che senso ha la strumentalizzazione del consiglio di sicurezza; quest’uso non mette in pericolo la credibilità del consiglio? Questo comportamento non influenza la vera capacità di questo consiglio nel creare la sicurezza?
La domanda è questa: se il governo statunitense e quello inglese che sono membri permanenti del consiglio di sicurezza violano la legge internazionale quale ente dell’Onu è in grado di giudicarli? Un consiglio di cui loro stessi fanno parte e in cui hanno un potere speciale può condannare i loro crimini? È mai successa una cosa del genere? Ma al contrario abbiamo visto che quando loro hanno un problema con un governo o un popolo lo trascinano al cospetto del consiglio di sicurezza e assumono sia il ruolo di pubblico ministero, sia il ruolo di giudice e sia il ruolo di colui che mette in atto il verdetto della corte.
Questo sistema è realmente giusto? Ma esiste una discriminazione o un’ingiustizia più palese di questa? Purtroppo l’insistenza adoperata da alcuni paesi imperialisti per imporre le loro politiche alle organizzazioni internazionali, tra cui il consiglio di sicurezza, ha screditato l’Onu dinanzi all’opinione pubblica mondiale e ha messo in discussione l’efficienza ed il prestigio di questa organizzazione.
Ma la popolazione mondiale oggi merita di essere governata con le leggi di 60 anni fa? Le nuove generazioni non hanno il diritto di decidere per il mondo in cui hanno intenzione di vivere? Oggi la riforma all’interno delle Nazioni Unite è necessaria più che mai.
…il movimento dei non-allineati, l’organizzazione dei paesi islamici e il continente africano devono avere ognuno un seggio permanente al consiglio di sicurezza con il diritto di veto in modo da bilanciare le forze all’interno del consiglio ed impedire l’oppressione dei paesi meno potenti.
Spettabile Direzione, Eccellenze,
d’altro canto reputo necessario che l’etica ritorni a svolgere il ruolo che deve avere. Senza etica e senza tenere in considerazione gli insegnamenti dei profeti del Signore, non si possono garantire la giustizia, la libertà e i diritti umani. La chiave dei problemi dell’uomo di oggi è la religione e l’etica. Se il rispetto dei diritti umani sarà veramente un valore, non ci sarà spazio per l’ingiustizia, la violenza e la guerra. Gli uomini sono stati creati tutti da Dio e tutti hanno dignità e tutti sono degni di rispetto.
E queste sarebbero le parole di un mostro violento e assetato di sangue che vuole costruire bombe atomiche per distruggere Israele? A me non pare, ma questo è il messaggio che è passato nei tg delle 20 dei paesi occidentali cosiddetti civilizzati.
Da queste parole emergono invece una grande profondità interiore e una lucida visione di quale dovrebbe essere il futuro dell’ONU se vuole finalmente diventare un’organizzazione equa.
Le informazioni e le traduzioni dei discorsi di Ahmadinejad presenti su questo post sono state tratte da http://disinformazione.it/cerca.htm (inserire il nome Ahmadinejad nella casella di ricerca).
Questo è un video a testimonianza del seguito di Ahmadinejad presso il suo popolo. Non uno di quei video che vengono trasmessi in occidente.
Ecco alcuni libri da me selezionati che trattano della Teoria della Cospirazione .
...continua sul secondo post.
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
venerdì 26 febbraio 2010
giovedì 18 febbraio 2010
Via della mano destra, Via della mano sinistra, parte II
Precisiamo innanzitutto che la Via della mano Sinistra non può essere identificata né col satanismo né con la magia nera, sebbene questi talvolta attingano a piene mani dalla Via Sinistra per quanto riguarda sia i metodi che alcuni punti della sua filosofia. Come accenno anche nel mio libro La Porta del Mago, il Sentiero della Mano Sinistra (=vama marg nella tradizione indù) indicava in origine la via delle « acque corrosive », e più in generale ogni percorso alchemico trasformativo, implicante spesso alcuni metodi ‘violenti’. Il Sentiero della Mano Destra fa invece riferimento alle vie di crescita spirituale non implicanti metodi ‘violenti’: la preghiera, il perdono, il non-giudizio, la visione della Bellezza in ogni cosa. Il Sentiero della Mano Sinistra solo più tardi è stato erroneamente identificato con le deviazioni della magia nera o addirittura col satanismo. La Teosofia ha contribuito largamente a questo fraintendimento, per cui oggi il risultato è che la Via Sinistra è popolarmente associata al Male, mentre la Destra al Bene.
L’utilizzo dell’energia sessuale, l’assunzione di sostanze psicotrope, le respirazioni, i mantra e le altre tecniche sono tutte pratiche tipiche della Via Sinistra. E, sebbene oggi vengano adoperate con estrema disinvoltura anche all’interno di altri percorsi, nascono comunque come pratiche di Mano Sinistra. Questa origine viene troppo spesso dimenticata!
Nella Via Sinistra si cerca di accelerare la propria identificazione con l’Uno attraverso una pratica ‘violenta’ adatta a spiriti temerari (‘o la va o la spacca’), il problema è che la maggior parte delle volte non ‘la va’ ma ‘la spacca’... e anche tanto.
Oggi esistono scuole – e in commercio si trovano numerosi testi – che consigliano la pratica di mantra potentissimi, esercizi di respirazione che fanno impennare il livello vibratorio di chi li esegue, tecniche per la ritenzione del seme che permettono l’accumulo di energia all’interno del proprio corpo. Insomma... follia pura!
Gurdjeff diceva che gli esercizi di meditazione e respirazione che si praticavano in alcune scuole a lui contemporanee stavano danneggiando gravemente il sistema nervoso di quei praticanti. Lui si era accorto di questo pericoloso fenomeno già all’inizio del 1900... cosa direbbe oggi, quando a ogni angolo di strada si trova una scuola esoterica, un gruppo di meditazione, un sedicente ‘ordine iniziatico’ ???
La Via della mano Sinistra ha un senso solo se a seguirti c’è un maestro, uno sciamano o un qualsivoglia genere di iniziato in grado di vedere chiaramente cosa ti sta succedendo sul piano sottile dopo una settimana, un mese o un anno trascorsi a recitare un dato mantra o eseguire una certa respirazione. Solo un iniziato può fornire le giuste indicazioni al neofita, il quale, proprio in virtù della sua condizione di neofita, non è in grado di distinguere in quale momento l’applicazione di una tecnica può divenire vantaggiosa e in quale invece andrebbe a compromettere, talvolta irreversibilmente, i sottili equilibri della sua psiche.
Non sono contrario alle pratiche della Via Sinistra, credo anzi che nella giusta dose e nei giusti periodi del proprio percorso tali pratiche possano rivelarsi utili, ma, e questo devo dirlo, bazzico nell’ambiente da una ventina d’anni e non ho MAI visto nessuno risvegliarsi e aprire il proprio Cuore attraverso la meditazione, la pratica di una respirazione, la recitazione di un mantra... Tutti praticano le tecniche, tutti parlano dell’illuminazione... nessuno la ottiene!
Dall’altra parte ho accompagnato personalmente dei ragazzi al pronto soccorso in preda a crisi psicotiche perché stavano cercando di aprire il terzo occhio con i mezzi più strambi, dal ‘respirare con la fronte’ allo stare chiusi per giorni in una stanza al buio. Non ho mai conosciuto persone che si siano illuminate con questi metodi, ma persone che si sono fulminate, sì, tante! Ho conosciuto ragazzi anche molto evoluti dal punto di vista animico, che hanno danneggiato in maniera irreparabile il loro sistema nervoso a causa di queste tecniche ‘violente’. Ho visto cosiddetti insegnanti spirituali insistere nel trasmettere ad altri le stesse tecniche che stavano portando alla consunzione del loro sistema nervoso!
D’altronde la guida spirituale sembra essere in quest’epoca il mestiere preferito dai non-vedenti.
Uno che vuole forzare l’attività dei propri chakra perché lo fa? Lui la chiama curiosità o desiderio evolutivo, ma ciò che si nasconde nel subconscio – e uno psicanalista nemmeno troppo dotato lo capirebbe dopo dieci minuti di dialogo – è un’insoddisfazione di fondo per la propria vita. Le persone farebbero qualsiasi cosa pur di cambiare la propria condizione per il semplice motivo che non si accettano. Quando finalmente avremo capito che tentare di aprire il terzo occhio attraverso un tecnica si colloca sullo stesso piano iniziatico del rifarsi il naso o le tette, allora torneremo alle vie non violente, aspettando che il terzo occhio si apra naturalmente.
Ricevo almeno una mail ogni quindici giorni da parte di qualcuno che dice di avermi incontrato in astrale durante i suoi viaggi. Mi sono accorto con un certo ribrezzo che chi compie i viaggi astrali crede di essere evolutivamente più avanti degli altri! Di solito mi dicono: “Tu probabilmente non ti ricorderai di avermi visto, perché in quel momento non eri sveglio in astrale...” al che io talvolta rispondo: “E’ un bene per te che io non fossi sveglio in astrale altrimenti ti avrei dato un calcio astrale nelle palle astrali... il che ti avrebbe precipitosamente fatto rientrare nel tuo corpo fisico dove è giusto che quelli come te restino confinati in attesa che un ictus faccia giustizia!”.
Non vedo come l’apertura del terzo occhio o la capacità di viaggiare in astrale possano autorizzare determinati soggetti a sentirsi ‘più evoluti’ e investiti di una missione salvifica. Se un cannibale impara a usare forchetta, coltello e tovaglioli... è per questo solo fatto da considerarsi più evoluto rispetto agli altri cannibali della sua tribù???
Provate pure su di voi tutto quello che più vi aggrada, ma non insegnatelo ad altri, non propagandatelo come una scorciatoia verso l’Uno e, soprattutto, avvertite le persone dei pericoli cui vanno incontro. I reparti psichiatrici sono pieni di gente che ha provato a viaggiare in astrale... ma questo nei siti new age non viene detto! Mi sono stufato di ricevere telefonate da parte di persone che dopo aver recitato un mantra per una settimana adesso sentono voci e vedono insetti ovunque, anche quando chiudono gli occhi!
Accettatevi per come siete... siete persone in gamba anche con il terzo occhio chiuso... non complicatevi la vita!
Per chi volesse approfondire l’argomento voglio segnalare un libro prezioso per la comprensione del Sentiero di mano Sinistra: Aghora - alla sinistra di Dio di Robert E. Svoboda.
Salvatore Brizzi
DEO DUCE COMITE FERRO
(Dio come guida, la spada come compagna)
L’utilizzo dell’energia sessuale, l’assunzione di sostanze psicotrope, le respirazioni, i mantra e le altre tecniche sono tutte pratiche tipiche della Via Sinistra. E, sebbene oggi vengano adoperate con estrema disinvoltura anche all’interno di altri percorsi, nascono comunque come pratiche di Mano Sinistra. Questa origine viene troppo spesso dimenticata!
Nella Via Sinistra si cerca di accelerare la propria identificazione con l’Uno attraverso una pratica ‘violenta’ adatta a spiriti temerari (‘o la va o la spacca’), il problema è che la maggior parte delle volte non ‘la va’ ma ‘la spacca’... e anche tanto.
Oggi esistono scuole – e in commercio si trovano numerosi testi – che consigliano la pratica di mantra potentissimi, esercizi di respirazione che fanno impennare il livello vibratorio di chi li esegue, tecniche per la ritenzione del seme che permettono l’accumulo di energia all’interno del proprio corpo. Insomma... follia pura!
Gurdjeff diceva che gli esercizi di meditazione e respirazione che si praticavano in alcune scuole a lui contemporanee stavano danneggiando gravemente il sistema nervoso di quei praticanti. Lui si era accorto di questo pericoloso fenomeno già all’inizio del 1900... cosa direbbe oggi, quando a ogni angolo di strada si trova una scuola esoterica, un gruppo di meditazione, un sedicente ‘ordine iniziatico’ ???
La Via della mano Sinistra ha un senso solo se a seguirti c’è un maestro, uno sciamano o un qualsivoglia genere di iniziato in grado di vedere chiaramente cosa ti sta succedendo sul piano sottile dopo una settimana, un mese o un anno trascorsi a recitare un dato mantra o eseguire una certa respirazione. Solo un iniziato può fornire le giuste indicazioni al neofita, il quale, proprio in virtù della sua condizione di neofita, non è in grado di distinguere in quale momento l’applicazione di una tecnica può divenire vantaggiosa e in quale invece andrebbe a compromettere, talvolta irreversibilmente, i sottili equilibri della sua psiche.
Non sono contrario alle pratiche della Via Sinistra, credo anzi che nella giusta dose e nei giusti periodi del proprio percorso tali pratiche possano rivelarsi utili, ma, e questo devo dirlo, bazzico nell’ambiente da una ventina d’anni e non ho MAI visto nessuno risvegliarsi e aprire il proprio Cuore attraverso la meditazione, la pratica di una respirazione, la recitazione di un mantra... Tutti praticano le tecniche, tutti parlano dell’illuminazione... nessuno la ottiene!
Dall’altra parte ho accompagnato personalmente dei ragazzi al pronto soccorso in preda a crisi psicotiche perché stavano cercando di aprire il terzo occhio con i mezzi più strambi, dal ‘respirare con la fronte’ allo stare chiusi per giorni in una stanza al buio. Non ho mai conosciuto persone che si siano illuminate con questi metodi, ma persone che si sono fulminate, sì, tante! Ho conosciuto ragazzi anche molto evoluti dal punto di vista animico, che hanno danneggiato in maniera irreparabile il loro sistema nervoso a causa di queste tecniche ‘violente’. Ho visto cosiddetti insegnanti spirituali insistere nel trasmettere ad altri le stesse tecniche che stavano portando alla consunzione del loro sistema nervoso!
D’altronde la guida spirituale sembra essere in quest’epoca il mestiere preferito dai non-vedenti.
Uno che vuole forzare l’attività dei propri chakra perché lo fa? Lui la chiama curiosità o desiderio evolutivo, ma ciò che si nasconde nel subconscio – e uno psicanalista nemmeno troppo dotato lo capirebbe dopo dieci minuti di dialogo – è un’insoddisfazione di fondo per la propria vita. Le persone farebbero qualsiasi cosa pur di cambiare la propria condizione per il semplice motivo che non si accettano. Quando finalmente avremo capito che tentare di aprire il terzo occhio attraverso un tecnica si colloca sullo stesso piano iniziatico del rifarsi il naso o le tette, allora torneremo alle vie non violente, aspettando che il terzo occhio si apra naturalmente.
Ricevo almeno una mail ogni quindici giorni da parte di qualcuno che dice di avermi incontrato in astrale durante i suoi viaggi. Mi sono accorto con un certo ribrezzo che chi compie i viaggi astrali crede di essere evolutivamente più avanti degli altri! Di solito mi dicono: “Tu probabilmente non ti ricorderai di avermi visto, perché in quel momento non eri sveglio in astrale...” al che io talvolta rispondo: “E’ un bene per te che io non fossi sveglio in astrale altrimenti ti avrei dato un calcio astrale nelle palle astrali... il che ti avrebbe precipitosamente fatto rientrare nel tuo corpo fisico dove è giusto che quelli come te restino confinati in attesa che un ictus faccia giustizia!”.
Non vedo come l’apertura del terzo occhio o la capacità di viaggiare in astrale possano autorizzare determinati soggetti a sentirsi ‘più evoluti’ e investiti di una missione salvifica. Se un cannibale impara a usare forchetta, coltello e tovaglioli... è per questo solo fatto da considerarsi più evoluto rispetto agli altri cannibali della sua tribù???
Provate pure su di voi tutto quello che più vi aggrada, ma non insegnatelo ad altri, non propagandatelo come una scorciatoia verso l’Uno e, soprattutto, avvertite le persone dei pericoli cui vanno incontro. I reparti psichiatrici sono pieni di gente che ha provato a viaggiare in astrale... ma questo nei siti new age non viene detto! Mi sono stufato di ricevere telefonate da parte di persone che dopo aver recitato un mantra per una settimana adesso sentono voci e vedono insetti ovunque, anche quando chiudono gli occhi!
Accettatevi per come siete... siete persone in gamba anche con il terzo occhio chiuso... non complicatevi la vita!
Per chi volesse approfondire l’argomento voglio segnalare un libro prezioso per la comprensione del Sentiero di mano Sinistra: Aghora - alla sinistra di Dio di Robert E. Svoboda.
Salvatore Brizzi
DEO DUCE COMITE FERRO
(Dio come guida, la spada come compagna)
giovedì 11 febbraio 2010
Via della mano Destra, Via della mano Sinistra, parte I
Stimolato da alcune domande che mi sono state poste via mail in privato (e alle quali per questioni di tempo non posso rispondere direttamente) ho deciso che in questo articolo e nel successivo parlerò della differenza fra questi due approcci alla Via dello Spirito – distanti fra di loro ma non inconciliabili – con il fine di chiarire qualche dubbio e diradare un po’ di nebbia riguardo l’argomento, dal momento che, soprattutto in riferimento alla Via della mano Sinistra, i fraintendimenti imperversano.
Quale può essere un esempio di Via della mano Destra?
Senza dubbio la PREGHIERA. Ciò che di norma viene ritenuta una manifestazione di sottomissione nei confronti del divino rappresenta in verità la forma più estrema di elevazione dell’essere umano, il quale proprio attraverso la preghiera può farsi identico al Dio oggetto della sua preghiera.
Lo scopo della vera preghiera non consiste infatti nel provocare un dato comportamento in Dio – quale può essere la concessione di una grazia – bensì trasformare l’interiorità di chi prega affinché provochi egli stesso nella sua realtà il mutamento che va cercando.
Pregare non significa chiedere qualcosa a qualcuno, ma entrare in uno stato di coscienza di preghiera, di beatitudine, ossia un’apertura del Cuore, un’emozione superiore. Questa apertura verso l’Alto (=l’interno) genera un canale che mette il devoto in collegamento con il mondo divino e, da questo mondo, come risposta, discende ciò che nella nostra religione è conosciuto come Spirito Santo. Più è elevata l’emozione, più è grande il canale, più è importante la discesa dello Spirito. Ma essendo il mondo divino situato nel nostro essere interiore e non da qualche parte nel cielo, questa ‘discesa’ non è altro che un riemergere di ciò che esiste già celato all’interno di noi.
Nel pregare non riceviamo qualcosa da Dio, bensì ci rammentiamo di essere Dio.
Un altro aspetto da considerare ai fini di un pregare corretto è l’atteggiamento di GRATITUDINE che deve trovarsi alla base della preghiera. La Gratitudine è essa stessa un’emozione superiore che deriva dall’apertura del Cuore. Io devo già essere grato per ciò che non ho ancora ricevuto, allora la mia Gratitudine farà sì che accadano episodi che possano giustificarla! Ringraziando l’Esistenza con umiltà e senza un apparente motivo la sto in realtà costringendo a piegarsi alle esigenze del mio Cuore... un Cuore pieno di Gratitudine. Questo è il principio fondante di quella che io considero autentica Magia. Senza necessità di formule o invocazioni, ma solo provando emozioni intrise d’Amore, ecco che il mago diviene padrone della sua realtà.
D’altronde lo stesso Gesù nel Vangelo afferma:
Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. [Mc 11,24]
Cavolo, è un perfetto esempio di applicazione della Legge di Attrazione! Ed è un perfetto esempio di azione magica.
Il razionalista medio-cre pensa invece che una persona in preghiera sia una persona sottomessa, irrazionalmente succube di un potere immaginario che la sovrasta. E crede che il suo rifiuto nei riguardi della preghiera sia invece segno di libertà. Ma è vero tutto il contrario: la DEVOZIONE ti rende sovra-mondano e quindi sovra-umano, per praticarla occorre concentrazione, talvolta sacrificio, sempre disciplina, ma non sottomissione. La vera DISCIPLINA fornisce accesso a stati di coscienza superiori e rende massimamente liberi. Quella che invece oggi viene definita libertà è solo schiavitù, cioè incapacità di gestire il proprio apparato psicofisico, ossia i suoi appetiti e i suoi fastidi. Se attraverso la disciplina non ti liberi dai condizionamenti diventando TU il padrone della tua personalità... allora lo diventa qualcun altro: i genitori, la scuola, il telegiornale, la pubblicità...
La figura di Gesù viene talvolta associata a quella di un perdente, un sottomesso, un impotente incapace di reagire. E questo rende il suo insegnamento antipatico a molti giovani che invece si sentono guerrieri, trascinatori, innovatori... Ma Gesù è stato proprio questo: la perfetta commistione tra Monaco e Guerriero, uno straordinario innovatore che diceva “ama i tuoi nemici” quando tutti ancora invocavano, e invocano, “occhio per occhio, dente per dente”. Nel suo sacrificio si cela la più grande vittoria mai riportata dalla Luce sull’Ombra.
Ben altra cosa è invece il Cristianesimo che è giunto fino a noi. Gesù infatti incarnava il Vril, la Forza solare, mentre il Cristianesimo è di matrice lunare.
Il libro più bello che abbia mai letto sulla preghiera è LA SCIENZA PERDUTA DELLA PREGHIERA di Gregg Braden. Un libro da leggere affinché questa Scienza non resti perduta.
Salvatore Brizzi
DEO DUCE COMITE FERRO
(Dio come guida, la spada come compagna)
Quale può essere un esempio di Via della mano Destra?
Senza dubbio la PREGHIERA. Ciò che di norma viene ritenuta una manifestazione di sottomissione nei confronti del divino rappresenta in verità la forma più estrema di elevazione dell’essere umano, il quale proprio attraverso la preghiera può farsi identico al Dio oggetto della sua preghiera.
Lo scopo della vera preghiera non consiste infatti nel provocare un dato comportamento in Dio – quale può essere la concessione di una grazia – bensì trasformare l’interiorità di chi prega affinché provochi egli stesso nella sua realtà il mutamento che va cercando.
Pregare non significa chiedere qualcosa a qualcuno, ma entrare in uno stato di coscienza di preghiera, di beatitudine, ossia un’apertura del Cuore, un’emozione superiore. Questa apertura verso l’Alto (=l’interno) genera un canale che mette il devoto in collegamento con il mondo divino e, da questo mondo, come risposta, discende ciò che nella nostra religione è conosciuto come Spirito Santo. Più è elevata l’emozione, più è grande il canale, più è importante la discesa dello Spirito. Ma essendo il mondo divino situato nel nostro essere interiore e non da qualche parte nel cielo, questa ‘discesa’ non è altro che un riemergere di ciò che esiste già celato all’interno di noi.
Nel pregare non riceviamo qualcosa da Dio, bensì ci rammentiamo di essere Dio.
Un altro aspetto da considerare ai fini di un pregare corretto è l’atteggiamento di GRATITUDINE che deve trovarsi alla base della preghiera. La Gratitudine è essa stessa un’emozione superiore che deriva dall’apertura del Cuore. Io devo già essere grato per ciò che non ho ancora ricevuto, allora la mia Gratitudine farà sì che accadano episodi che possano giustificarla! Ringraziando l’Esistenza con umiltà e senza un apparente motivo la sto in realtà costringendo a piegarsi alle esigenze del mio Cuore... un Cuore pieno di Gratitudine. Questo è il principio fondante di quella che io considero autentica Magia. Senza necessità di formule o invocazioni, ma solo provando emozioni intrise d’Amore, ecco che il mago diviene padrone della sua realtà.
D’altronde lo stesso Gesù nel Vangelo afferma:
Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. [Mc 11,24]
Cavolo, è un perfetto esempio di applicazione della Legge di Attrazione! Ed è un perfetto esempio di azione magica.
Il razionalista medio-cre pensa invece che una persona in preghiera sia una persona sottomessa, irrazionalmente succube di un potere immaginario che la sovrasta. E crede che il suo rifiuto nei riguardi della preghiera sia invece segno di libertà. Ma è vero tutto il contrario: la DEVOZIONE ti rende sovra-mondano e quindi sovra-umano, per praticarla occorre concentrazione, talvolta sacrificio, sempre disciplina, ma non sottomissione. La vera DISCIPLINA fornisce accesso a stati di coscienza superiori e rende massimamente liberi. Quella che invece oggi viene definita libertà è solo schiavitù, cioè incapacità di gestire il proprio apparato psicofisico, ossia i suoi appetiti e i suoi fastidi. Se attraverso la disciplina non ti liberi dai condizionamenti diventando TU il padrone della tua personalità... allora lo diventa qualcun altro: i genitori, la scuola, il telegiornale, la pubblicità...
La figura di Gesù viene talvolta associata a quella di un perdente, un sottomesso, un impotente incapace di reagire. E questo rende il suo insegnamento antipatico a molti giovani che invece si sentono guerrieri, trascinatori, innovatori... Ma Gesù è stato proprio questo: la perfetta commistione tra Monaco e Guerriero, uno straordinario innovatore che diceva “ama i tuoi nemici” quando tutti ancora invocavano, e invocano, “occhio per occhio, dente per dente”. Nel suo sacrificio si cela la più grande vittoria mai riportata dalla Luce sull’Ombra.
Ben altra cosa è invece il Cristianesimo che è giunto fino a noi. Gesù infatti incarnava il Vril, la Forza solare, mentre il Cristianesimo è di matrice lunare.
Il libro più bello che abbia mai letto sulla preghiera è LA SCIENZA PERDUTA DELLA PREGHIERA di Gregg Braden. Un libro da leggere affinché questa Scienza non resti perduta.
Salvatore Brizzi
DEO DUCE COMITE FERRO
(Dio come guida, la spada come compagna)
giovedì 4 febbraio 2010
La rabbia repressa
Se siete persone tranquille, non aggressive, che apparentemente non provano rabbia, fate sicuramente parte di una di queste due categorie: gli angeli (che per la loro vicinanza al Creatore non conoscono le emozioni umane) oppure i rabbiosi repressi. A voi la scelta.
La rabbia è insita nell’essere umano per il solo fatto che questi è incarnato. La rabbia ha una ragione metafisica: l’anima impatta con la materia e si ritrova in un corpo fisico che le sta stretto in tutti i sensi. Ciò che prova è una rabbia cosmica dovuta all’attrito che si genera nello sfregamento fra spirito e materia. È un urlo di dolore che si protrae in maniera più o meno sommessa lungo tutta la vita di un essere umano.
Non volendo più sentire questo dolore inizio a lavorare su me stesso nella speranza di eliminare parti di me che non mi piacciono: “Sono troppo aggressivo!” “Sono troppo timido!” “Sono depresso!” “Sono ansioso!”. Spesso ci prendiamo in giro dicendo: “In realtà non voglio eliminare la mia rabbia, perché so che è sbagliato, la voglio solo trasformare... trascendere... gestire... osservare...” ma dietro queste espressioni si nasconde il desiderio di non possedere più quell’aspetto, si nasconde un profondo rifiuto, se non un odio, per quella parte di me. Il problema è che queste parti non possono venire cacciate in alcun modo. Loro ci sono perché io ci sono.
Ciò che accade è che l'io si contrae e spinge l'emozione dall'altra parte del confine dell'io, nella speranza di non essere punito da papà e mamma a causa di questa orribile emozione. L’emozione ai miei occhi diventa ‘cattiva’, quindi nell’osservarla mi disidentifico e dico che non è mia, è la mia personalità animale a provarla, la mia macchina biologica, ma sicuramente non io che sono l’osservatore distaccato. Avviene una scissione fra me (l’io) e ciò che viene provato. Questo, che può sembrare un corretto lavoro su di sé, si rivela in realtà un rifiuto che mi consente di non sentire più l’emozione come parte di me. (Primo livello di proiezione)
Se mi spingo oltre in questo rifiuto, praticando meditazione, ricordo di me stesso o qualunque altra tecnica, a un certo punto avviene un’ulteriore dissociazione: non percepisco più l’emozione all’interno di me, ma sono circondato da persone che la provano. Io grazie al lavoro su me stesso – che in verità è un lavoro di repressione mascherato da lavoro spirituale – ora non provo più rabbia nella mia macchina biologica, però nel mio ambiente ci sono ancora persone che la provano, poverini, loro non hanno ancora cominciato un lavoro su loro stessi! (Secondo livello di proiezione)
A questo punto posso precipitare sempre più a fondo nell’abisso della repressione, non la voglio più vedere e mi circondo solo di persone che non provano rabbia, in questo modo ho quasi risolto il problema, perché non la provo più io, non la prova più la mia personalità, non la provano quelli intorno a me... anche se nel mondo in effetti c’è ancora. La rabbia è così diventato un problema dell’umanità, che non mi riguarda più direttamente, anche se ogni tanto in effetti incontro qualcuno che è carico di rabbia. (Terzo livello di proiezione)
La rabbia che spingo nell’ombra – nel mondo del subconscio – non si esprime più direttamente come rabbia, ma si distorce e cambia volto. Se invece di osservare e amare la mia rabbia la sto reprimendo, allora questa può riemergere, per esempio, come paura, depressione, ansia, utilizzo di droghe e alcool, disturbi alimentari, un generico disagio che mi fa vivere male anche se non ne individuo la causa. Tutti mezzi per non far emergere la rabbia come rabbia. La depressione non è altro che la rabbia verso il mondo che viene repressa e soffocata nel subconscio. Il depresso è in realtà, nel profondo, molto aggressivo e auto-aggressivo.
Nel corretto lavoro su di sé, dapprima riconosco come mia quell’emozione, la amo, la accetto, la coccolo... e proprio facendo questo mi sto disidentificando da lei. Ma cosa vuol dire DIS-IDENTIFICARSI? Sono identificato quando sono tutt’uno con l’emozione e ne subisco passivamente la violenza, cioè sono ‘fuori di me’ quando si scatena e vengo trascinato da essa. Mentre sono dis-identificato quando mi lascio penetrare consapevolmente, la accolgo nel mio corpo e al contempo io la posseggo, ne ho la gestione. Ma non sono disidentificato quando me ne separo! La separazione dall’emozione è patologia. Anzi, proprio unendomi a lei, amandola e riconoscendola come una mia ombra la vedo con maggiore chiarezza ed essa si trasmuta. Se la cum-prehendo la trascendo, ossia non ne sono più vittima. L’espressione INCLUDI-E-TRASCENDI rende bene l’idea. Se invece tento di percepire le emozioni negative come oggetti appartenenti a qualcun'altro, questa non è trascendenza, ma patologia. Se vedo persone arrabbiate intorno a me e non SENTO che quella rabbia è solo mia, allora sono in un processo di dissociazione patologica... come il resto dell’umanità, d’altronde.
Per questo motivo negli ultimi anni ho insistito soprattutto su un unico concetto: la realtà è dentro di me. Facendo mia l’emozione che solo apparentemente sembra appartenere a qualcun altro – dove per ‘qualcun altro’ intendo anche la mia stessa personalità – non rischio di cadere né nel rifiuto né nella conseguente dissociazione psichica.
L’eccesso di rabbia può essere ‘canalizzato’ attraverso lo sport (meglio se molto dinamico: arti marziali, allenamento al sacco, danza afro...) o partecipando a seminari dove la rabbia viene fatta uscire attraverso specifiche pratiche.
Molto interessante – e anche divertente – al proposito è il film TERAPIA D’URTO (Anger Management) del 2003, con Jack Nicholson che interpreta uno psicoterapeuta incaricato di riabilitare un giovane con grossi problemi di rabbia repressa.
L’ispirazione per questo articolo mi è giunta dalle domande di un mio amico di Milano, che mi ha anche fatto conoscere l’eccezionale psicoterapeuta Ken Wilber, le cui opere consiglio vivamente a chiunque sia interessato all’argomento ‘coscienza e terapia’. Il principale testo di riferimento in italiano è LO SPETTRO DELLA COSCIENZA.
Salvatore Brizzi
DEO DUCE COMITE FERRO
(Dio come guida, la spada come compagna)
La rabbia è insita nell’essere umano per il solo fatto che questi è incarnato. La rabbia ha una ragione metafisica: l’anima impatta con la materia e si ritrova in un corpo fisico che le sta stretto in tutti i sensi. Ciò che prova è una rabbia cosmica dovuta all’attrito che si genera nello sfregamento fra spirito e materia. È un urlo di dolore che si protrae in maniera più o meno sommessa lungo tutta la vita di un essere umano.
Non volendo più sentire questo dolore inizio a lavorare su me stesso nella speranza di eliminare parti di me che non mi piacciono: “Sono troppo aggressivo!” “Sono troppo timido!” “Sono depresso!” “Sono ansioso!”. Spesso ci prendiamo in giro dicendo: “In realtà non voglio eliminare la mia rabbia, perché so che è sbagliato, la voglio solo trasformare... trascendere... gestire... osservare...” ma dietro queste espressioni si nasconde il desiderio di non possedere più quell’aspetto, si nasconde un profondo rifiuto, se non un odio, per quella parte di me. Il problema è che queste parti non possono venire cacciate in alcun modo. Loro ci sono perché io ci sono.
Ciò che accade è che l'io si contrae e spinge l'emozione dall'altra parte del confine dell'io, nella speranza di non essere punito da papà e mamma a causa di questa orribile emozione. L’emozione ai miei occhi diventa ‘cattiva’, quindi nell’osservarla mi disidentifico e dico che non è mia, è la mia personalità animale a provarla, la mia macchina biologica, ma sicuramente non io che sono l’osservatore distaccato. Avviene una scissione fra me (l’io) e ciò che viene provato. Questo, che può sembrare un corretto lavoro su di sé, si rivela in realtà un rifiuto che mi consente di non sentire più l’emozione come parte di me. (Primo livello di proiezione)
Se mi spingo oltre in questo rifiuto, praticando meditazione, ricordo di me stesso o qualunque altra tecnica, a un certo punto avviene un’ulteriore dissociazione: non percepisco più l’emozione all’interno di me, ma sono circondato da persone che la provano. Io grazie al lavoro su me stesso – che in verità è un lavoro di repressione mascherato da lavoro spirituale – ora non provo più rabbia nella mia macchina biologica, però nel mio ambiente ci sono ancora persone che la provano, poverini, loro non hanno ancora cominciato un lavoro su loro stessi! (Secondo livello di proiezione)
A questo punto posso precipitare sempre più a fondo nell’abisso della repressione, non la voglio più vedere e mi circondo solo di persone che non provano rabbia, in questo modo ho quasi risolto il problema, perché non la provo più io, non la prova più la mia personalità, non la provano quelli intorno a me... anche se nel mondo in effetti c’è ancora. La rabbia è così diventato un problema dell’umanità, che non mi riguarda più direttamente, anche se ogni tanto in effetti incontro qualcuno che è carico di rabbia. (Terzo livello di proiezione)
La rabbia che spingo nell’ombra – nel mondo del subconscio – non si esprime più direttamente come rabbia, ma si distorce e cambia volto. Se invece di osservare e amare la mia rabbia la sto reprimendo, allora questa può riemergere, per esempio, come paura, depressione, ansia, utilizzo di droghe e alcool, disturbi alimentari, un generico disagio che mi fa vivere male anche se non ne individuo la causa. Tutti mezzi per non far emergere la rabbia come rabbia. La depressione non è altro che la rabbia verso il mondo che viene repressa e soffocata nel subconscio. Il depresso è in realtà, nel profondo, molto aggressivo e auto-aggressivo.
Nel corretto lavoro su di sé, dapprima riconosco come mia quell’emozione, la amo, la accetto, la coccolo... e proprio facendo questo mi sto disidentificando da lei. Ma cosa vuol dire DIS-IDENTIFICARSI? Sono identificato quando sono tutt’uno con l’emozione e ne subisco passivamente la violenza, cioè sono ‘fuori di me’ quando si scatena e vengo trascinato da essa. Mentre sono dis-identificato quando mi lascio penetrare consapevolmente, la accolgo nel mio corpo e al contempo io la posseggo, ne ho la gestione. Ma non sono disidentificato quando me ne separo! La separazione dall’emozione è patologia. Anzi, proprio unendomi a lei, amandola e riconoscendola come una mia ombra la vedo con maggiore chiarezza ed essa si trasmuta. Se la cum-prehendo la trascendo, ossia non ne sono più vittima. L’espressione INCLUDI-E-TRASCENDI rende bene l’idea. Se invece tento di percepire le emozioni negative come oggetti appartenenti a qualcun'altro, questa non è trascendenza, ma patologia. Se vedo persone arrabbiate intorno a me e non SENTO che quella rabbia è solo mia, allora sono in un processo di dissociazione patologica... come il resto dell’umanità, d’altronde.
Per questo motivo negli ultimi anni ho insistito soprattutto su un unico concetto: la realtà è dentro di me. Facendo mia l’emozione che solo apparentemente sembra appartenere a qualcun altro – dove per ‘qualcun altro’ intendo anche la mia stessa personalità – non rischio di cadere né nel rifiuto né nella conseguente dissociazione psichica.
L’eccesso di rabbia può essere ‘canalizzato’ attraverso lo sport (meglio se molto dinamico: arti marziali, allenamento al sacco, danza afro...) o partecipando a seminari dove la rabbia viene fatta uscire attraverso specifiche pratiche.
Molto interessante – e anche divertente – al proposito è il film TERAPIA D’URTO (Anger Management) del 2003, con Jack Nicholson che interpreta uno psicoterapeuta incaricato di riabilitare un giovane con grossi problemi di rabbia repressa.
L’ispirazione per questo articolo mi è giunta dalle domande di un mio amico di Milano, che mi ha anche fatto conoscere l’eccezionale psicoterapeuta Ken Wilber, le cui opere consiglio vivamente a chiunque sia interessato all’argomento ‘coscienza e terapia’. Il principale testo di riferimento in italiano è LO SPETTRO DELLA COSCIENZA.
Salvatore Brizzi
DEO DUCE COMITE FERRO
(Dio come guida, la spada come compagna)