Il
denaro è il compenso che riceviamo per aver fatto qualcosa per il mondo. Non
dobbiamo infatti concentrarci sullo sforzo per ottenere denaro, ma dobbiamo
rispondere alla domanda: «Qual è l’attività che più mi piace svolgere e che
posso offrire come mio dono per il mondo?». Il mondo ha bisogno che tu diventi una persona di successo ed è un tuo
dovere rispondere a questa chiamata.
Il
denaro di per sé non ci farà diventare grandi, ma è il mezzo che possiamo
utilizzare per compiere cose grandi. Per fare questo dobbiamo però risolvere un
paio di meccanismi che si trovano radicati nel nostro inconscio:
1)
L’avidità
di denaro, che ci fa credere di aver bisogno di cifre sempre più consistenti,
perché la famosa “sicurezza economica” è come la linea dell’orizzonte nel
deserto: una linea immaginaria, impossibile da raggiungere all’esterno di sé.
L’avidità deriva dalla paura di morire.
2)
Il
senso di colpa riguardo al denaro, quello che ci fa pensare: il denaro è la
radice di tutti i mali, il denaro è il demonio, il denaro è responsabile delle
guerre, il denaro rende disonesto chi lo possiede, non si può diventare ricchi
e rimanere puri e piacere a Dio. Questo meccanismo INCONSCIO fa sì che colleghiamo ogni
guadagno che vada oltre la mera sopravvivenza, all’azione del male dentro di
noi.
Io
qualche vero ricco in passato l'ho conosciuto (di quelli che entrano da Louis Vuitton e comprano
un intero scaffale) e vi posso assicurare che non sono avidi di denaro. Lo
usano, lo apprezzano, lo sfruttano, ma non ne sono avidi, perché non vivono
nella paura. E sono così non perché appartengono a un’altra specie, ma perché
sono stati educati fin da piccoli a concepire in questo modo il denaro. Non sono
stati educati né alla paura di rimanerne senza, né al senso di colpa per
averlo. E quei pochi – meno di quel che pensate – che si sono arricchiti pur
essendo avidi... prima o poi perderanno ciò che hanno… e nel frattempo saranno
vissuti nella paura di perderlo. Se insieme alla ricchezza non c’è anche
serenità interiore non si può parlare di vero benessere, altrimenti potremmo
prendere come esempi anche i boss mafiosi, ma credo che nessuno di voi si
sentirebbe felice nel condurre quel tipo di vita.
Noi vogliamo amare il
denaro come si ama – o si dovrebbe amare – il proprio partner: con gioia, con
ammirazione, con trasporto... ma senza attaccamento, senza possesso, senza
paura di poter perdere l’oggetto del nostro amore. Questo è un amore che rende
libere entrambe le parti e fa sì che continuino ad attrarsi.
Esiste
un approccio “verticale” al denaro, che va oltre le comuni concezioni:
1)
Il
denaro può essere amato, ma non posseduto;
2)
Il
denaro non va combattuto, né bisogna combattere per esso;
3)
Il
denaro va rispettato, ma non idolatrato;
4)
Il
denaro serve per migliorare il mondo;
5)
Del
denaro si può disporne a piacimento pur senza sentirlo proprio;
6)
Il
denaro serve a realizzare obiettivi, ma non è l’obiettivo;
7)
Il
denaro diviene veramente nostro solo quando non ne sentiamo più il bisogno.
In
un mondo che ha una disperata necessità d’aiuto non possiamo limitarci a guadagnare i
soldi che ci servono per arrivare a fine mese e permetterci una vacanza
all’anno. Questo è il vero egoismo. Questo significa pensare unicamente a se
stessi e alla propria famiglia, utilizzando come scusa la povertà e il
desiderio di rimanere onesti. Più soldi significherebbe anche più
responsabilità nei confronti del mondo, e in fondo poche persone vogliono portare
questo fardello.
Non
costruite pozzi in Africa perché siete poveri o siete poveri perché non
usereste mai i soldi per costruire pozzi in Africa? Non avete grandi obiettivi
perché siete poveri oppure siete poveri perché non avete grandi obiettivi?
Nelle
scuole del futuro insegneranno che il denaro deriva dall’amore per la propria
missione di vita. Il denaro verrà considerato uno strumento spirituale, attraverso
il quale ogni persona potrà misurare se stessa, ossia il suo rapporto profondo
con la paura e con il senso di colpa. Analizzando il loro rapporto con il
denaro le persone saranno in grado di portare alla luce ciò che si nasconde nel
loro inconscio. Il denaro, infatti, non mente mai.
Non
il desiderio di fare soldi, bensì una visione straordinaria guiderà i nostri
figli... che saranno i ricchi del futuro, non grazie, ma nonostante i loro
genitori. Il denaro servirà a convogliare la luce dell’anima all’interno della
materia, permettendole di manifestarsi appieno attraverso il compimento d’una particolare
missione.
Come
gli abusi fisici si trasmettono da una generazione all’altra a causa
dell’esempio del genitore che viene registrato nei muscoli e nelle ossa del
bambino – il bambino abusato diventa infatti spesso a sua volta un abusatore –
allo stesso modo, il rapporto disfunzionale che i genitori hanno con il denaro
viene registrato e tramandato ai figli. Un appello ai genitori: non crescete i
nuovi poveri che poi verranno consolati da papa Francesco, piuttosto crescete i
nuovi ricchi che con la loro influenza cambieranno anche la politica e aiuteranno
il mondo a crescere.
Correggere il proprio
atteggiamento nei confronti del denaro contribuirà a sistemare quasi ogni
aspetto della vita.
Billy
Graham (1918-2018, famoso predicatore americano e consigliere spirituale per 12 presidenti degli Stati Uniti, da Harry S. Truman a Barack
Obama)
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