Primo esempio: sul lavoro vi dicono che sono necessari tagli
al personale e quindi è molto probabile che perderete il vostro posto “sicuro”
entro qualche mese. Il responsabile del personale vi consiglia di cominciare a
cercare qualcos’altro.
Altro esempio: il partner che amate in questo momento, vi
dice che ha conosciuto un’altra persona, di norma questa persona può dargli
qualcosa che voi non potete dare, quindi – alla pari del vostro responsabile
del personale – vi consiglia di cominciare a cercare qualcos’altro! Ma...
ovviamente... “possiamo sempre restare buoni amici”!
Cosa accade nelle ore e nei giorni successivi?
Il centro mentale e quello emotivo immediatamente si
coalizzano – in oriente questa “associazione a delinquere” viene chiamata kama-manas – per cercare di sopravvivere
alla situazione pericolosa che si è venuta a creare. Questo significa in
termini pratici che il plesso solare si surriscalda, si contrae, fa male,
provoca senso di nausea, mentre l’intero corpo emotivo vibra. Le vibrazioni del
corpo emotivo raggiungono il mentale, il quale inizia a produrre pensieri in
maniera incontrollata. I pensieri mentali sono legati al tempo, quindi saranno
tutti ricordi del passato e anticipazioni del futuro.
Nel primo esempio, quello del lavoro, comincerete a pensare
agli anni trascorsi in quella azienda: le promesse che vi avevano fatto, i
successi ottenuti, i colleghi simpatici e quelli antipatici, le ingiustizie
subite in silenzio, la pazienza e la dedizione verso il lavoro che avete
mantenuto in maniera costante (questo in realtà non è mai avvenuto... ma in
questa situazione alla vostra mente sembrerà di ricordare di averlo fatto!).
Poi pensate al futuro: che cosa farete adesso? Da domani dovete cominciare a
cercare lavoro... da chi andrete per primo? Come vi organizzerete? E se non
doveste trovare nulla nei prossimi mesi? Cavolo... la moglie... i bambini...
Che situazione terribile! Perché proprio a voi? Dove avete sbagliato? A tratti,
vi viene quasi voglia di farla finita.
Ogni volta che pensate a tutto questo – essendosi emotivo e
mentale coalizzati – il plesso solare vi fa ancora più male, cioè soffrite
ancora di più.
Nel secondo esempio, quello della coppia, comincerete a
pensare agli anni – a volte anche solo mesi – trascorsi con quella persona: le
promesse che vi aveva fatto, i momenti divertenti trascorsi insieme, le
chiacchierate sugli argomenti in comune, i progetti, la fusione nel sesso, lo
stare abbracciati, l’odore dell’altro, lo sguardo, il modo di muoversi, i sacrifici
fatti per lui/lei... Poi pensate al futuro: magari torna (no, non torna... ma
in questa situazione alla vostra mente piace immaginare l’altro che batte
sull’uscio di casa implorando di poter tornare con voi!), se lo rincontrate gli
dovete dire questo e poi questo, e anche se lui risponde così, poi voi
rispondete così (ore di dialoghi immaginari, che non sono mai avvenuti e non
avverranno mai), immaginate cosa avreste potuto fare insieme e non potrete più
fare, non riuscite a immaginare la vostra vita senza l’altro, non riuscite a
pensare di potervi innamorare di nuovo in quel modo.
Ogni volta che pensate a tutto questo – essendosi emotivo e
mentale coalizzati – il plesso solare vi fa ancora più male, cioè soffrite
ancora di più.
È bene sia chiaro che tutti questi dialoghi interni fanno
parte di un’attività totalmente MECCANICA, ossia, non voluta da VOI.
Come si esce da questa situazione? Sarò sincero: se non vi siete
addestrati a lavorare su voi stessi attraverso l’osservazione distaccata di corpo
emotivo e corpo mentale... sono tutti cazzi vostri!!!
Restate per ore, per giorni, a volte per mesi...
imbambolati, con la mente che pensa a ricordi e anticipazioni in maniera
compulsiva, immersa nel dialogo interno, costringendovi a provare frustrazione,
sconforto, a volte grande rabbia o addirittura odio verso l’azienda, il partner
o il mondo stesso. La consapevolezza di sé scende ai minimi livelli e voi
restate prigionieri delle paure dei vostri involucri animali.
E potete solo aspettare che passi...
Chi ha già maturato una certa esperienza nel lavoro su di sé,
ha qualche possibilità in più. Ma sarò ancora più sincero: non basta “una certa
esperienza”, dovete aver raggiunto un preciso grado iniziatico che consiste
nella capacità di osservare il corpo emotivo in maniera attenta e continua. In
questo stato non siete più coinvolti nelle tempeste emotive, anche se queste
persistono.
Disidentificarsi da mente ed emozioni significa smettere di
dare importanza a ciò che la mente pensa e ciò che il corpo emotivo prova. Per
esempio, voi siete convinti che dalla mente possano giungere le soluzioni ai
problemi che si creano sul lavoro o nella coppia, pertanto, da questa
prospettiva, se fate tacere la mente avete meno possibilità di risolvere i
vostri problemi. Pensando in questo modo non troverete mai la giusta Volontà
per distaccarvi dalla mente e osservarla da fuori! Se pensate di perdere qualcosa di prezioso... non ve ne distaccherete
mai. Invece proprio quando vi distaccate dai pensieri della mente e
iniziate a osservarli da fuori, arrivano le soluzioni più illuminanti ai vostri
problemi!
Questa è addirittura la fase più importante, perché nel
momento in cui possedete la certezza che i ricordi e le anticipazioni prodotti
dalla vostra mente sono solo secrezioni prive di utilità pratica che niente
aggiungono alla comprensione di situazioni e persone, il distacco diventa
unicamente una questione di tempo.
Il dolore emotivo, per quanto forte, viene automaticamente ridimensionato
e ricondotto entro i suoi confini naturali: è solo il dolore d’un corpo, senza
una sofferenza psicologica collegata, come quando vi pestate un dito col
martello.
Il dolore è però un Piombo prezioso; per questo motivo non
va mai rifiutato, ma semplicemente osservato in stato di Presenza. La rabbia,
il desiderio di vendetta, il senso di abbandono, il senso di impotenza, la
paura... ognuna di queste emozioni può essere utilizzata per entrare ancora più
profondamente nella Presenza. Ognuna di queste emozioni può essere un
trampolino di lancio verso la
Libertà definitiva: proprio quando state soffrendo di più
siete più vicini alla Presenza, ma dovete cavalcare l’onda, non farvi
sommergere.
La Presenza
è il rifugio dell’anima, una porta verso l’Amore privo di condizioni. È pace
con se stessi e con gli altri. Vi consente di agire con il Cuore in uno stato
di lucidità interiore. Vi dona un senso di totale rilassamento e attenzione
viva. Un senso di ESSERCI esaltato all’ennesima potenza, ma anche Compassione
per le afflizioni del mondo, un Cuore bruciante di passione per la Vita.
La vostra capacità di restare PRESENTI in stato di
osservazione dell’attività emotiva/mentale, decide se alla prossima occasione
soffrirete solo per qualche ora o per qualche mese.
Buon Lavoro.
Salvatore Brizzi
(occupazione: domatore di fiumi)
(occupazione: domatore di fiumi)
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